Tornano i pollini, crescono le allergie
Primavere precoci, estati e autunni più lunghi hanno raddoppiato o triplicato i periodi di impollinazione .

Primavere precoci, estati e autunni più lunghi hanno raddoppiato o triplicato i periodi di impollinazione .
Non è ancora primavera, ma le fioriture stanno già insidiando le persone che soffrono di allergie stagionali da pollini. "Non ci sono dubbi. I cambiamenti climatici dell’ultimo periodo hanno causato un’impennata nella diffusione delle allergie", lo afferma Jan Walter Volker Schroeder, direttore della struttura complessa Allergologia e Immunologia dell’Ospedale Niguarda di Milano. "Solo un paio d’anni fa, soffriva di una o più forme allergiche circa il 20% della popolazione italiana, oggi le stime sono balzate al 33%. Perché? È presto detto. Ci sono molti più pollini in circolazione e le fioriture durano molto più a lungo rispetto agli anni passati. Già da settimane stanno circolando i pollini di nocciolo e cipresso. Presto arriveranno anche quelli delle graminacee, di olivo, betulla, frassino, platani e parietaria. Primavere precoci, estati e autunni più lunghi hanno dilatato i periodi di impollinazione, raddoppiandoli o addirittura triplicandoli rispetto al passato".
In effetti, stiamo assistendo a una sorta di “tropicalizzazione” dell’ambiente vegetale in cui viviamo. Numerose specie di piante che un tempo erano presenti solo nel Sud Italia, adesso si sono ambientate bene anche nei territori più a Nord. Oltretutto, prima del riscaldamento globale, le piogge più frequenti facilitavano la vita degli allergici abbattendo i pollini in circolazione e limitando la loro permanenza nell’aria.
Oggi, inoltre, dobbiamo fare i conti con l’inquinamento, vero?
"Certamente. Le polveri sottili danneggiano le nostre mucose, indebolendole e facilitando la penetrazione degli allergeni (le sostanze che provocano allergia) nel sistema respiratorio. Le microparticelle dell’inquinamento atmosferico e le proteine allergeniche possono penetrare anche nelle vie aeree più profonde creando così pericolosi stati infiammatori che portano anche all’asma".
Professor Schroeder, qual è la strategia migliore per combattere le allergie?
"L’immunoterapia specifica ha dimostrato di funzionare molto bene. I cosiddetti vaccini sono sicuri, efficaci e molto pratici. Si tratta di gocce o pastiglie sublinguali da assumere giornalmente a casa propria, sottoponendosi solo a controlli periodici dallo specialista. In casi particolari la terapia può anche essere iniettiva. Per i pollini si eseguono cicli di immunoterapia pre-costagionali di pochi mesi che vanno ripetuti solitamente per tre anni consecutivi. L’immunità fornita dal vaccino è tanto più efficace e prolungata quanto prima inizia la cura: il sistema immunitario di un paziente giovane, infatti, reagisce più prontamente ed energicamente rispetto a quello di una persona più in là con gli anni".
Quindi, bisogna curare le allergie appena arrivano: precocemente. Ma questo i pazienti l’hanno capito?
"Penso di sì. Infatti nell’ultimo anno qui al Niguarda abbiamo avuto un incremento di prescrizioni per immunoterapie specifiche del 30%. Soprattutto se c’è una familiarità in casa, è bene procedere con gli accertamenti. Se si interviene con i vaccini per le allergie quando il bambino è ancora piccolo e quando, magari, l’allergia è una sola, si riesce più facilmente a interagire con la storia naturale della malattia e a bloccarne l’evoluzione. Quando sono già presenti più allergie, infatti, diventa più difficile controllare la malattia. Inoltre, ascoltare il campanello d’allarme delle riniti allergiche, e curarle subito con l’immunoterapia specifica, evita che il paziente sviluppi negli anni l’asma bronchiale. Le cure precoci, in definitiva, oltre a fare stare bene nell’immediato, evitano l’aggravarsi della malattia nel tempo".
Quali i rimedi last minute per i non vaccinati?
"Antistaminici liofilizzati orali da usare sotto la lingua per un effetto immediato, antistaminici in compresse da ingerire, in gocce contro i pruriti agli occhi, spray nasali e inalatori a base di cortisone. Ma, potendo, l’ideale sarebbe allontanarsi dalle aree delle fioriture come, per esempio, trasferendosi al mare".