Tatuaggi e rischio di cancro: ecco come agisce l’inchiostro dei tattoo sui linfonodi

Il 48 degli italiani ha la pelle tatuata. Ma uno studio svedese mostra cosa succede al nostro corpo: dall’infiammazione al legame con il linfoma e il tumore della pelle

di MARINA SANTIN
17 marzo 2025
I tatuaggi aumentano il rischio di sviluppare il cancro

I tatuaggi aumentano il rischio di sviluppare il cancro

La pelle degli italiani è sempre più decorata. Secondo le ricerche di settore, l’Italia è al primo posto nella classifica delle persone tatuate, con il 48% della popolazione che ha un tatuaggio. Sul podio, a seguirla, Svezia (47%) e Stati Uniti (46%). Inoltre, contrariamente alle altre nazioni, da noi sono le donne ad avere più tatuaggi rispetto agli uomini.

E se scritte, disegni e simboli sula pelle dilagano e il tatuarsi è considerata una pratica sicura, sebbene non priva di rischi e complicanze, spesso le persone non riflettono sull’impatto che potrebbe avere sulla salute a lungo termine, in particolare sull’insorgenza di tumori. Uno studio condotto dai ricercatori del Department of Public Health e dal Department of Clinical Research dell’University of Southern Denmark (SDU) e dell’University of Helsinki, ha esaminato le possibili conseguenze del tatuarsi e ha scoperto che l'inchiostro utilizzato non rimane esclusivamente dove viene iniettato, ma alcune particelle migrano accumulandosi nei linfonodi. Inoltre, l’analisi dei dati relativi a coppie di gemelli ha scoperto che a quelli tatuati venivano più frequentemente diagnosticati tumori della pelle e linfoma rispetto a quelli senza tatuaggi.  

Particelle d’inchiostro e sistema immunitario  

I linfonodi sono una parte cruciale del sistema immunitario, sono infatti, dei filtri biologici che intercettano e distruggono eventuali germi, sostanze estranee e cellule neoplastiche presenti nella linfa, contribuendo a contrastare le infezioni e a eliminare le particelle nocive dal corpo.

Quando l'inchiostro del tatuaggio penetra nella pelle, una parte viene assorbita dai linfonodi e questo, secondo i ricercatori, potrebbe innescarne un'infiammazione cronica e, nel tempo, portare a una crescita cellulare anormala e a un aumento del rischio di cancro. “Le particelle di inchiostro si accumulano nei linfonodi e sospettiamo che il corpo li percepisca come sostanze estranee - spiega Henrik Frederiksen, consulente in ematologia presso l'Odense University Hospital e professore all’SDU - questo significherebbe che il sistema immunitario cerca costantemente di contrastare la presenza d'inchiostro. Il combattere contro una tossina persistente potrebbe indebolire la funzione dei linfonodi o avere altre conseguenze sulla salute”.

Tuttavia, indagare il legame tra tatuaggi e insorgenza di tumori è complicato perché il cancro può richiedere anni per svilupparsi e quindi, nei giovani, la malattia potrebbe manifestarsi anche a decenni di distanza rendendo difficile constatare un’effettiva connessione.  

I gemelli per studiare il collegamento  

Lo studio si basa sui dati della Danish Twin Tattoo Cohort che hanno fornito ai ricercatori informazioni su più di 5.900 gemelli danesi. Confrontando il numero di partecipanti e le diagnosi di cancro, hanno trovato una maggiore frequenza di tumori della pelle e di linfoma negli individui tatuati.

"L'aspetto unico del nostro approccio - afferma Jacob von Bornemann Hjelmborg, professore di biostatistica presso la SDU - è che possiamo confrontare i dati appartenenti a coppie di gemelli, dove si riscontra sia la presenza di cancro che la condivisione di molti fattori genetici e ambientali, permettendoci così di indagare con maggiore precisione se i tatuaggi possono influenzare il rischio di cancro”.  

Le dimensioni contano  

I risultati mostrano che il legame tra tatuaggi e cancro è più evidente nelle persone che sfoggiano decori più grandi di un palmo. Per il linfoma (il cui collegamento con i tattoo era stato già individuato da uno studio svedese indipendente nel 2024), il tasso di rischio –  calcolato tenendo conto dell'età, del momento del tatuaggio e della durata del follow-up dei partecipanti allo studio – è quasi tre volte più alto per le persone con tatuaggi grandi rispetto a quelle non tatuate.

"Questo – specifica Signe Bedsted Clemmensen, professore associato di biostatistica presso la Sdu – suggerisce che più il tatuaggio è grande e vecchio, più l’inchiostro si accumula nei linfonodi. L'entità dell'impatto sul sistema immunitario che ne deriva deve essere ulteriormente studiata così da potere meglio comprendere i meccanismi in gioco". Un passo fondamentale questo, perché indagini recenti mostrano che i tatuaggi sono sempre più diffusi e si stima che, entro il 2050, quattro donne su dieci e tre uomini su dieci si decoreranno la pelle.  

Il colore influisce sul rischio?

Ricerche precedenti hanno suggerito che alcuni pigmenti nell'inchiostro possono essere più problematici di altri. "Nel nostro studio - sottolinea Signe Bedsted Clemmensen - non abbiamo osservato un chiaro legame tra insorgenza del cancro e colori specifici d’inchiostro, ma questo non significa che siano irrilevanti. Sappiamo da altri studi che l'inchiostro può contenere sostanze potenzialmente nocive, ad esempio, quello rosso più spesso provoca reazioni allergiche, e quindi è sicuramente una questione che prossimamente vorremmo approfondire".  

I prossimi passi  

I ricercatori ora si concentreranno sullo studiare in che modo le particelle di inchiostro influenzano la funzione dei linfonodi a livello molecolare e se alcuni tipi di linfoma sono più legati ai tatuaggi rispetto ad altri.

"Vogliamo comprendere meglio i meccanismi biologici, ovvero cosa succede nei linfonodi quando sono esposti a particelle di inchiostro per decenni. Questo può aiutarci a valutare se esiste un rischio reale per la salute e cosa potremmo fare per ridurlo", conclude Signe Bedsted Clemmensen.