Sintomi Covid 2025: come si manifesta e come riconoscerlo dall’influenza?
L’ultimo bollettino medico è rassicurante, ma secondo gli esperti non siamo immuni da complicazioni: “Ipotesi zero decessi è impossibile”. Tutte le varianti in circolazione
Con il picco di influenza in agguato e il Covid che continua a circolare, la preoccupazione è sempre la stessa: qual è la differenza tra le due infezioni e come riconoscere i sintomi? Ecco la mappa per orientarsi tra febbre, dolori articolari e difficoltà a respirare.
Innanzitutto qualche dato rassicurante. I casi Covid stanno scendendo ancora. Nella settimana tra il 30 gennaio e il 5 febbraio, sono 860 le nuove infezioni, in calo rispetto ai 914 del monitoraggio precedente.
Gli ultimi dati del 2025
I nuovi decessi passano da 43 a 24. Scendono i tamponi che passano da 58.986 a 50.154, il tasso di positività sale di poco dall'1,5% della settimana precedente a 1,7%. Sono i dati riportati nel bollettino settimanale pubblicato online dal ministero della Salute.
La Lombardia è la regione che in numeri assoluti ha segnalato più casi (215), mentre la Valle d'Aosta presenta 0 casi. Le Marche continuano a registrare il tasso di positività più alto (41,1%). I 24 decessi della settimana presa in esame sono distribuiti: Lombardia (13), Friuli Venezia Giulia (5), Calabria (1), Campania (1), Emilia Romagna e Puglia (1), Toscana (2). Mentre sono ancora 14 le regioni dove in questa settimana non sono stati registrati casi.
Si muore ancora di Covid?
“L'ipotesi che in Italia si possa arrivare a zero decessi per Covid è impossibile. Una probabilità che può verificarsi in un mese o al massimo in alcuni momenti, ma non nell'arco di un anno. Oltretutto, gli italiani si vaccinano contro il virus sono sempre meno, di conseguenza parliamo di un obiettivo al momento irraggiungibile”. A spiegarlo è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali.
“Certo, rispetto ai 74mila morti per Covid che abbiamo avuto nel 2020, siamo passati ai 3.400 nel 2024, circa 10 decessi al giorno”, fa notare Andreoni. “Questo significa che il virus fa meno paura. Tuttavia, è ancora tra noi e può essere fatale per le categorie più a rischio perché si presenta con forme gravi di polmonite”, aggiunge.
Ormai “il virus farà parte delle malattie respiratorie endemiche, ma se continuiamo a non vaccinarci contro il Covid i casi aumenteranno anziché diminuire”, conclude l’esperto.
Le varianti in circolazione nel 2025
Tra le varianti che circolano maggiormente in Italia c’è ancora il Covid JN.1 - già c’era l’anno scorso - e dai suoi sotto lignaggi, come KP.3.1.1. La nuova variante di quest’anno è la XEC, finita sotto i riflettori per la sua grande capacità di crescita rispetto alle altre.
I sintomi delle nuove varianti
Sono poche le differenze tra i sintomi delle nuove varianti e quelli che abbiamo conosciuto (almeno per averlo letto sulle cronache) negli anni passati. Con una nota positiva: ormai l’aggressività del contagio è meno impattante rispetto ai tempi della pandemia e, anche i sintomi, sono meno pesanti e producono rischi inferiori per chi si ammala.
Questo in linea generale perché poi, come spiegano gli esperti, i sintomi possono essere molto aggressivi per le categorie a rischio, che già mostrano segni di debolezza corporea. Quindi, al netto delle gravi forme di polmonite, tra i sintomi che possono manifestarsi troviamo:
Una sensazione di malessere generale, con febbre alta o leggera, anche se in alcuni pazienti non si manifesta.
Stanchezza del corpo, la solita astenia da influenza.
Tosse e mal di gola, in alcuni casi associati a raucedine (la classica voce roca e bassa).
Mal di testa.
Dolori muscolari e articolari.