Sintomi dell’Alzheimer e della sua forma precoce: i campanelli d’allarme

Una malattia ‘subdola’ che non sempre viene percepita per tempo. A volte può insorgere a partire dai 60 anni. Ecco cosa succede a memoria, linguaggio e personalità

di VALERIA PANZERI
20 febbraio 2025
Sintomi dell'Alzheimer

Sintomi dell'Alzheimer

La canzone che Simone Cristicchi ha presentato a Sanremo 2025 ha riacceso l'attenzione, mai sopita da parte della comunità scientifica, sulla malattia di Alzheimer. Quali sono i sintomi principali di questa patologia neurodegenerativa che causa un deterioramento irreversibile delle funzioni cognitive principali e affligge, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, il 5% delle persone con più di 60 anni? Senza tralasciare la sua forma precoce, ovvero  "l'Alzheimer giovanile", con esordio, prevalentemente, in età pre-senile.

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Malattia di Alzheimer: quali campanelli d'allarme

Non è un caso se l'aggettivo più utilizzato dagli esperti per definire la malattia di Alzheimer è "subdola". Uno dei primi segnali del morbo, infatti, sta nella perdita di memoria, soprattutto per ciò che concerne le informazioni apprese di recente. Altri segnali sono, ad esempio, il chiedere sempre le stesse cose o necessitare di appuntarsi appuntamenti ed eventi, per non scordarli. Il problema è che, spesso, anche persone che non soffriranno mai di patologie neurodegenerative dimenticano cose o appuntamenti importanti. Per queste ragioni, cogliere i segnali, soprattutto nella prima fase dell'insorgere della patologia, non risulta così facile. Un'altra indicazione risiede nella difficoltà di concentrarsi: compiti che solitamente venivano svolti velocemente, posso di colpo apparire gravosi. Sintomo meno noto è l'insorgere di problemi visivi: per esempio riscontrando problemi nella lettura o nel riconoscimento di un colore. Anche la percezione degli spazi circostanti può risultare compromessa.  

Cosa succede al linguaggio e alla memoria

A livello di linguaggio, fin dai primi stadi della malattia, è possibile intravedere un progressivo deterioramento. E' stata dimostrata la presenza di sottili cambiamenti nelle abilità linguistiche, in soggetti che in seguito svilupperanno il morbo di Alzheimer, già anni prima della comparsa della demenza vera e propria. All’esordio i pazienti possono riferire sintomi come ‘perdita del filo del discorso’ o difficoltà nel recupero di parole, anche nella forma scritta. Anche l'improvvisa incapacità di ricordare dove un determinato oggetto sia stato riposto può essere molto frequente. In molte famiglie, ci si accorge che qualcosa non quadra, quando il paziente inizia ad accusare i conviventi o i parenti, di essere i responsabili della sparizione dei suoi effetti personali.  

Cambiamenti di personalità

Altri campanelli d'allarme riguardano i cambiamenti di personalità; i pazienti possono soffrire di depressioni o essere soggetti a frequenti cambi di umore. Tendono, in certi casi, a diventare scontrosi e sospettosi, nonché ad irritarsi nel caso la propria routine subisca delle modifiche. I problemi fisici, invece, si manifestano soprattutto quando la patologia è in fase avanzata.

La "forma giovanile"

Per ciò che concerne quella che viene definita la forma “giovanile” della malattia di Alzheimer è bene chiarire immediatamente che ha un'incidenza rara: colpisce persone tra i 30 e i 60 anni di età e rappresenta una percentuale tra il 5% e il 10% di tutti i casi clinici riscontrati. I sintomi sono, sostanzialmente, i medesimi che si riscontrano nella platea anziana ma - tendendo ad escludere l'ipotesi neurodegenerativa in virtù della giovane età - spesso non vengono messi in correlazione con il morbo, attribuendoli, invece, allo stress. Per una corretta diagnosi esistono test specifici. Nonostante, ad oggi, non esistano cure risolutive per chi riceve una diagnosi di Alzheimer, è altrettanto importante rammentare l'ampia disponibilità di terapie farmacologiche e comportamentali mirate, che concorrono a limitare l’inesorabile progressione della malattia, incidendo non soltanto sull'aspettativa di vita, ma anche sulla qualità della stessa.

Poche ma utili regole 

La prevenzione passa da semplici ma utilissime regole: alimentazione equilibrata, attività fisica costante, evitare alcol e fumo, mantenere una fitta rete di rapporti sociali, ma soprattutto allenare il cervello: stimolando così la crescita delle cellule e delle connessioni nervose. Cruciverba, letture, visite al museo ma anche una partita a dama, oltre che attività piacevoli, sono dei toccasana.