Scoperta dalla scienza la casa dell’amore: "Non è il cuore, ma il cervello"

I ricercatori finlandesi hanno studiato i meccanismi neurali dell'amore. Attiva parti diverse dell’area cerebrale: ecco la mappa. “L’amore più forte è per i figli e gli animali”

di PATRIZIA TOSSI
27 agosto 2024
home-5574909_1280

L’amore non è solo una questione di cuore, ma di cervello. Ne sono convinti gli scienziati finlandesi che, guidati dal ricercatore-filosofo Pärttyli Rinne, si sono messi sulle tracce del sentimento più nobile e impalpabile, sui cui tanti si è scritto nei secoli: l’amore. Studiando per anni la materia, Rinne ha scoperto la “casa dell’amore”: esiste e si trova esattamente in un angolo della nostra mente. O meglio: ci sono tante stanze nel nostro cervello, ognuna dedicata a uno dei tanti sentimenti legati all’amore: i figli, i partner, gli amici, la natura e gli animali domestici.

 

Gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex – esperti dell’università di Aalto, in Finlandia – hanno portato la ricerca dell’amore a un altro livello, rivelando che diverse tipologie di questo sentimento illuminano parti diverse del cervello. E hanno dato un valore nuovo alla parola amore. L’idea dei ricercatori è che un’immagine più completa del cervello potesse far luce sul perché usiamo la stessa parola per una raccolta così diversificata di esperienze umane: dall’atto sessuale a quei sentimenti di gioia e felicità che proviamo ogni volta che apriamo il nostro cuore.

 

A caccia dell’amore con la risonanza magnetica

 

I ricercatori dell’ateneo finlandese hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale per misurare l’attività cerebrale mentre le persone arruolate nello studio rimuginavano su brevi storie relative a 6 diversi tipi di amore. Risultato? L’amore per i figli ha generato l’attività cerebrale più intensa, seguito da vicino dall’amore romantico.

 

“Ora abbiamo un quadro più completo dell’attività cerebrale associata a diversi tipi di amore rispetto alle ricerche precedenti”, afferma Rinne. “Il modello di attivazione dell’amore – continualo scienziato – viene generato in situazioni sociali nei gangli della base, nella linea mediana della fronte, nel precuneo e nella giunzione temporo-parietale ai lati della parte posteriore della testa“. Ma l’amore genitoriale sembra avere una marcia in più: “Si è verificata un’attivazione profonda nel sistema di ricompensa del cervello nell’area dello striato mentre si immaginava il sentimento in questione, e questo non è stato osservato per nessun altro tipo di amore”, afferma Rinne.

 

I diversi tipi di amore

 

Anche l’amore per i partner romantici, gli amici, gli sconosciuti, gli animali domestici e la natura facevano parte dello studio. Secondo la ricerca, l’attività cerebrale è influenzata non solo dalla vicinanza dell’oggetto d’amore, ma anche dal fatto che si tratti di un essere umano, di un’altra specie o della natura. Non sorprende che l’amore compassionevole per gli estranei sia stato meno gratificante e abbia causato una minore attivazione cerebrale rispetto all’amore nelle relazioni strette, ragionano gli autori.

 

Un altro elemento che emerge è che l’amore per la natura ha attivato il sistema di ricompensa e le aree visive del cervello, ma non le aree cerebrali sociali. I proprietari di animali domestici, continuano gli autori, possono essere identificabili tramite l’attività cerebrale.

 

La sorpresa più grande è stata che le aree cerebrali associate all’amore tra persone sono risultate molto simili, con differenze che risiedono principalmente nell’intensità di attivazione. Tutti i tipi di amore interpersonale, infatti, attivavano aree del cervello associate alla cognizione sociale, in contrasto all’amore per gli animali domestici o per la natura. “

 

Quando si considera l’amore per gli animali domestici e l’attività cerebrale ad esso associata, le aree cerebrali legate alla socialità rivelano statisticamente se la persona è o meno proprietaria di un animale domestico. Quando si tratta di proprietari di animali domestici, queste aree sono più attivate rispetto a chi non ne ha uno”, afferma Rinne.

 

La mappa delle emozioni

 

Questo non è il primo tentativo di trovare l’amore per Rinne e il suo team: gli scienziati finlandesi hanno intrapreso diversi studi volti ad approfondire la nostra conoscenza scientifica delle emozioni umane. “La comprensione dei meccanismi neurali dell’amore – evidenziano gli esperti – non solo può aiutare a orientare le discussioni filosofiche sulla natura dell’amore, della coscienza e delle relazioni umane. I ricercatori sperano anche che il loro lavoro possa migliorare gli interventi sulla salute mentale in condizioni come disturbi dell’attaccamento, depressione o problemi relazionali”.