Colesterolo e infarto, dimostrata l'efficacia degli anticorpi monoclonali

Una ricerca italiana condotta in 22 ospedali italiani ha scoperto come abbassare il livelli di Ldl fino al 70%. Intervenire subito dopo un attacco cardiaco riduceil rischio di recidive

di PATRIZIA TOSSI
2 dicembre 2024

Livelli di colesterolo: cosa dice la ricerca

Gli anticorpi monoclonali abbassano il livello di colesterolo ‘cattivo’. Non solo: più basso è il livello di colesterolo Ldl, minore è il rischio di nuovi eventi cardiovascolari, con benefici evidenti già dopo 11 mesi. È l’ultima novità che arriva dal mondo della ricerca, lo dimostrano i dati dello studio italiano ‘At Target-It’, che ha coinvolto 771 pazienti post-infarto trattati in 22 ospedali italiani.

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia con 217 mila decessi all'anno, di cui oltre 30mila in Lombardia, e 3.300 dovuti a infarto. Con 1 paziente su 5 a rischio di un secondo evento cardiovascolare entro il primo anno dopo un infarto, il colesterolo Ldl (C-Ldl) rappresenta un fattore modificabile fondamentale per prevenire nuovi eventi. Tuttavia, l'80% dei pazienti non raggiunge i livelli raccomandati, esponendosi a possibili recidive.

"I pazienti che hanno avuto un infarto sono considerati ad altissimo rischio”, dice il coordinatore dello studio Pasquale Perrone Filardi, presidente della SIC (Società Italiana di Cardiologia). “Tutti i pazienti dopo l'infarto – continua Perrone Filardi, che è anche direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell'Apparato Cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli – dovrebbero fare un controllo dopo 4 settimane di terapia anti-lipidica per verificare l'efficacia del trattamento e se i livelli di LDL non sono ancora ottimali, è necessario modificare e ottimizzare la terapia. Le linee guida europee raccomandano di raggiungere livelli di Ldl inferiori a 55 mg/dL, e addirittura sotto i 40 mg/dL per chi ha avuto multipli eventi cardiovascolari".

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