Perdita dell’autosufficienza, una polizza aiuta ad affrontare il futuro con più serenità
In aumento le soluzioni per proteggere i rischi legati alla salute. Ne parla De Salazar, direttore Vita del Gruppo Sara
La perdita dell’autosufficienza con l’età e le sue conseguenze per il malato e la famiglia sono una delle maggiori preoccupazioni degli italiani che, associata all’aumento della prospettiva di vita, porta a inevitabili considerazioni. In primis, il timore che potrebbero venire meno le condizioni per vivere gli ultimi anni di vita con i giusti mezzi, considerata anche la tutela solo parziale del sistema di welfare pubblico. Per tutelare le persone e le famiglie anche durante la vecchiaia, “Sara Vita“ – compagnia del Gruppo Sara specializzata nelle soluzioni di risparmio, previdenza, tutela e investimento – ha ampliato le sue soluzioni di protezione individuale con “Sara Prenditi Cura”, una polizza Long-Term Care che garantisce all’assicurato un sostegno finanziario in caso di sopraggiunta non autosufficienza mediante una rendita vitalizia.
«Fondamentale – spiega Emiliano De Salazar, direttore Vita di Sara Vita – pensarci per tempo, la fascia d’età 40-50 anni è ideale per iniziare a risparmiare e per garantirsi in caso di non autosufficienza un supporto economico. Così, è meno oneroso e diventa un’abitudine di risparmio che rende più tranquilli per il futuro. Noi offriamo una rendita costante corrisposta per tutta la vita da utilizzare per coprire dei costi quali ad esempio la retta di una clinica o l’assistenza domiciliare». Ma non è tutto. «Sottoscrivere questo tipo di polizze – continua – così come le coperture caso-morte, aiuta a investire meglio. Le famiglie italiane infatti risparmiano tanto, ma questi risparmi sono in gran parte tenuti fermi sui conti correnti proprio per far fronte a questi potenziali rischi e non vengono investiti. Una cultura più assicurativa, invece, può fare crescere la consapevolezza su come si possano usare meglio i propri risparmi».
Oltre alla rendita quali vantaggi offre? «Sono previste coperture aggiuntive opzionali che possono essere scelte del cliente – spiega Stefano Fitini, che si occupa di sviluppo prodotti Vita – con la possibilità di integrare la copertura principale con due coperture facoltative che intendono presidiare a tutto tondo il rischio di non autosufficienza: un capitale aggiuntivo per far fronte alle spese iniziali in caso di comparsa di questa condizione (ad esempio, lavori di ristrutturazione in casa e acquisto di ausili speciali) e una prestazione in capitale per coprire anche la non autosufficienza parziale. Inoltre, per le polizze LTC le agevolazioni fiscali previste riducono il costo effettivo, rendendo questo tipo di soluzioni molto competitive».
Qual è la risposta del mercato? «Il mercato assicurativo italiano – dichiara De Salazar – sta proponendo questi prodotti al pari di altre forme di coperture per la protezione». «Quello che manca in Italia – prosegue – è una cultura del rischio, la stragrande maggioranza degli italiani ha un gap di copertura importante, ma grazie all’impegno nell’educazione finanziaria i risultati iniziano a esserci, pur rappresentando una nicchia. L’atteggiamento è ancora quello del “ci penso domani”, ma domani spesso è troppo tardi». Non solo. «Oppure – sottolinea Fitini – ci pensano attraverso l’accumulo di risparmio che impegna tante risorse nel corso della vita e che potrebbero essere liberate attraverso una copertura assicurativa e destinate a investimenti più fruttuosi» . Gli fa eco De Salazar, sottolineando che «la consapevolezza dei clienti sta crescendo, quindi un segnale positivo c’è e la strada è quella giusta»