Parkinson, la sanità bolognese fa scuola in tutto il mondo: ecco perché

All'ospedale Bellaria viene utilizzata la biopsia cutanea per diagnosticare la patologia. Questa modalità è stata adottata da numerosi laboratori a livello internazionale e ora sta per diventare protocollo standard

di Redazione Salus
10 dicembre 2024
Il Bellaria di Bologna fa scuola nel mondo sulla diagnosi del Parkinson (immagine di repertorio)

Il Bellaria di Bologna fa scuola nel mondo sulla diagnosi del Parkinson (immagine di repertorio)

Bologna, 10 dicembre 2024 - La sanità bolognese fa scuola a livello internazionale nella lotta contro il morbo di Parkinson e le altre malattie neurodegenerative della stessa 'famiglia'. Già dal 2010, infatti, all'ospedale Bellaria viene utilizzata la biopsia cutanea per diagnosticare la patologia. Questa modalità è stata adottata via via da numerosi laboratori in tutto il mondo e ora sta per essere codificata a livello internazionale.

Un passo avanti per migliorare in tutto il mondo la diagnosi di malattie come il morbo di Parkinson o la demenza a corpi di Lewy, ma anche la gestione dei malati e la ricerca di terapie sempre più mirate e personalizzate.

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Biopsia cutanea, verso un protocollo standard

Proprio per arrivare a un protocollo standard, unico per tutti, sulla biopsia cutanea (ad oggi ogni laboratorio ha le sue metodiche), l'Istituto di scienze neurologiche di Bologna (Isnb) ha ospitato in questi giorni un meeting fra i massimi esperti delle cosiddette sinucleinopatie.

È uno spettro di patologie molto eterogenee tra loro, con quadri clinici molto diversi: si va dal morbo di Parkinson alla demenza a corpi di Lewy, fino all'atrofia multisistemica.

Queste malattie sono però accomunate dallo stesso meccanismo che le determina, ossia dal deposito sulle strutture cerebrali di un proteina, l'alfa-sinucleina.

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Cosa hanno scoperto gli specialisti del Bellaria

Gli specialisti del Bellaria hanno scoperto, ormai 15 anni fa, che l'accumulo di questa proteina è individuabile anche nel sistema nervoso periferico, ossia nelle terminazioni nervose che attraversano la pelle. Da qui l'idea della biopsia cutanea: viene preso un pezzetto di cute, circa tre millimetri, in zona cervicale oppure dalla caviglia, e si analizza la presenza o meno della proteina. In questo modo si riesce a individuare le persone malate e anche a distinguere le sinucleinopatie da altre malattie neurodegenerative che hanno sintomi simili ma caratteristiche diverse (come l'Alzheimer).

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Un passo avanti nella ricerca contro il Parkinson

Il passo avanti compiuto nella ricerca contro il Parkinson grazie al lavoro del Bellaria è stato presentato oggi nell'ospedale bolognese da Rocco Liguori, direttore della clinica neurologica dell'Isnb, e da Vincenzo Donadio, direttore del programma di patologia neuromuscolare e neuroimmunologia dell'Irccs. "Il fatto che la biopsia cutanea sia stata adottata come tecnica in tutto il mondo è la prova del nove", commenta Liguori. "I dati a livello internazionale sono confortanti, perché sono uniformi - aggiunge Donadio - ma le modalità sono diverse tra laboratori, per questo è necessario condividere un protocollo unico. Nel giro di qualche mese sarà definito".

Il Bellaria ha analizzato 500 pazienti

In questi anni il Bellaria ha analizzato circa 500 pazienti grazie a questa tecnica, che si sta rivelando utile anche per le diagnosi precoci. "E' importante, a maggior ragione perché si stanno affermando nuove terapie che fermano il progredire di queste malattie- sottolinea Raffaele Lodi, direttore scientifico dell'Irccs-Isnb al Bellaria- i risultati positivi del gruppo di Bologna hanno consolidato un interesse internazionale. E' un punto di partenza importante, che fa del Bellaria un centro di riferimento a livello mondiale".