Oltre i limiti: dal glaucoma alle Paralimpiadi

Chiara Mazzei, atleta ipovedente della nazionale paralimpica di sci alpino: «Mai mollare, ho ripreso in mano la mia vita con lo sport»

di MARINA SANTIN
18 agosto 2024
Skier skiing on snowy slope

«Lo sport – disse Pierre de Coubertin, fondatore dei Giochi Olimpici moderni – va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla». Un concetto che una persona disabile abituata ad affrontare ogni giorno piccole e grandi sfide, conosce molto bene. Lo sport poi, insegna la resilienza e l’importanza della tenacia, della costanza e del “non arrendersi mai”, nonostante gli ostacoli che si incontrano. Lo sport diventa così una continua gara a migliorarsi e a superare i propri limiti, che vale ancora di più per chi convive con una disabilità.

 

A dimostrarlo è la storia di Chiara Mazzei, atleta ipovedente della nazionale
paralimpica di sci alpino, intervenuta dal palco di XMasters, la manifestazione inclusiva che si svolge ogni anno sulla spiaggia di Senigallia. «In discesa libera supero anche i
 100 km orari – racconta Chiara Mazzei – la mia fortuna è che, non vedendo, non mi rendo conto di quanto io possa andare veloce». Chiara supera ogni limite fisico: ecco come. «La mia guida, che mi precede, mi dà indicazioni tramite degli auricolari bluetooth all’interno del casco – continua l’atleta – sulla direzione che devo tenere e quando devo curvare. Ha anche un amplificatore sulla schiena da cui esce un
suono che crea una sorta di corridoio sonoro, perciò riesco a capire se sono allineata rispetto alla guida e, se non lo sono, riesco ad allinearmi. Bisogna fidarsi, ci vuole un po’ di pazzia», ironizza la campionessa.

 

Chiara fino a 16 anni vedeva benissimo, poi all’improvviso «mi sono accorta di non vedere più da un occhio». «Mi hanno diagnosticato un glaucoma infantile giovanile su base malformativa e, nonostante l’operazione all’occhio sinistro, nel giro di qualche mese ho completamente perso la vista. All’inizio non ho dato tanto peso a questa perdita perché avevo ancora l’occhio destro buono, ma purtroppo dopo circa un paio di mesi ho iniziato a non vedere pure dall’altro occhio. Tutt’oggi non ho ancora una diagnosi precisa, ma ho un campo visivo molto ristretto, riesco a vedere solo i piccoli dettagli».

 

Dopo avere perso la vista, Chiara si chiude in se stessa per due anni, fino quando, grazie a un amico non vedente dalla nascita, capisce che anche non vedendo si può fare tutto. «Soprattutto – ricorda – ho visto in tv le Paralimpiadi di Pyeongchang nel 2018 e ho capito che avrei potuto ancora sciare. Sono andata alla ricerca di una guida nel 2020 e, dal primo momento in cui ho rimesso gli sci, ho sentito che quella poteva essere la strada giusta per riprendere in mano la mia vita».

 

Chiara si allena in Val di Fassa e con la nazionale paralimpica di sci alpino viaggia in Europa e per il mondo. «Quest’anno – spiega – parteciperò alle gare di Coppa del Mondo e in febbraio farò i Mondiali. Nel 2026 spero di poter prendere parte alle Paralimpiadi di Milano-Cortina. Il mio motto è che se si vuole si può tutto, quindi: sempre avanti e mai mollare», conclude Chiara Mazzei.