Obesità, una proteina speciale funziona come interruttore per il metabolismo

I risultati di un recente studio sulla macromolecola MCJ aprono nuove strade per le terapie del futuro

di Redazione Salus
6 febbraio 2025
Obesità

Obesità

Nel nostro organismo c’è una proteina che potrebbe rivelarsi un’alleata preziosa nella lotta all’obesità che nel mondo colpisce più di 650 milioni di persone (6 milioni in Italia). Si tratta della proteina MCJ (Methylation-Controlled J Protein), coinvolta nel metabolismo mitocondriale e nella risposta cellulare allo stress. Una recente ricerca pubblicata su ‘Nature Communications’ ha dimostrato che quando viene rimossa questa macromolecola nel tessuto adiposo bruno il corpo aumenta la possibilità di bruciare grassi e generare calore, favorendo un maggior controllo del peso anche in presenza di una dieta ricca di calorie.

Grasso bianco e grasso bruno

L'obesità è strettamente legata al funzionamento del tessuto adiposo interno, un organo chiave per il metabolismo. Esistono due principali tipologie: il grasso bianco, che immagazzina energia sotto forma di trigliceridi (localizzati nel tessuto sottocutaneo di addome, cosce, glutei fianchi e braccia, oltre che in quello viscerale attorno all’intestino, fegato, reni, cuore) e il grasso bruno, che brucia grassi per produrre calore attraverso il processo della termogenesi e si trova principalmente in zone come il collo, le spalle, il torace e la parte superiore della schiena. L’attività del grasso bruno è tradizionalmente mediata dalla proteina UCP1, ma recenti studi suggeriscono l'esistenza di meccanismi termogenici alternativi, legati alla proteina mitocondriale MCJ. “L'obesità è il risultato di un'eccessiva assunzione di cibo o di una spesa energetica totale inadeguata”, ha spiegato Guadalupe Sabio del Centro nazionale spagnolo per la ricerca sul cancro (CNIO), alla guida dell’indagine scientifica con Cintia Folgueira del CNIO e anche del Centro nazionale spagnolo per la ricerca cardiovascolare (CNIC) di Madrid. “Ora sappiamo che il tessuto adiposo, oltre a immagazzinare energia, svolge un ruolo cruciale nella gestione di tale energia da parte del corpo”.

La proteina MCJ

Ha proseguito la ricercatrice: “Il tessuto adiposo è un organo complesso che agisce come regolatore del metabolismo dell'intero corpo: modulare la sua funzione, dunque, potrebbe essere un modo per combattere l'obesità”. Gli scienziati spagnoli hanno scoperto che le persone con obesità tendono ad avere livelli ridotti di MCJ nel tessuto adiposo, sia bianco che bruno. Alcuni esperimenti condotti su modelli animali hanno mostrato che, quando questa proteina viene eliminata, il tessuto adiposo bruno riesce a bruciare più grassi, proteggendo dall'aumento di peso e migliorando parametri metabolici come la tolleranza al glucosio e i livelli di colesterolo e trigliceridi.

Nuove prospettive per le cure anti-obesità

È stato osservato, inoltre, che l’assenza e l’eliminazione della proteina MCJ nel grasso bruno nei modelli animali comportava una riduzione di rischio di malattie associate all'obesità, come il diabete e l'iperlipidemia, cioè l’aumento dei trigliceridi nel sangue. Ha commentato Beatriz Cicuéndez, autrice principale dell'articolo e ricercatrice del Centro Nacional de Investigaciones Oncológicas: “Questa protezione è dovuta all'attivazione di una via di segnalazione essenziale per adattarsi allo stress causato dall'obesità. Tale via, di tipo catabolico, provoca un aumento del consumo di grassi, zuccheri e proteine per produrre calore nel grasso bruno. È un meccanismo che si verifica anche nelle persone con grasso bruno molto attivo”.

Vie metaboliche alternative

Uno degli aspetti più innovativi dello studio, soprattutto in vista di futuri studi clinici, è la scoperta che l'attivazione del tessuto adiposo bruno nei modelli animali privi di MCJ avviene indipendentemente dalla proteina UCP1, indicando la presenza di percorsi metabolici alternativi per aumentare la termogenesi. La ricerca rappresenta un passo significativo verso nuove terapie per l'obesità e le malattie metaboliche ad essa associate. Gli scienziati stanno ora esplorando la possibilità di sviluppare farmaci in grado di bloccare la proteina mitocondriale MCJ, pur valutando eventuali effetti collaterali su altri tessuti. “Dobbiamo comprendere se la rimozione di MCJ possa avere implicazioni sulla crescita tumorale o sulla cachessia, una condizione di deperimento fisico, perdita di massa muscolare e grasso legata al cancro”, ha concluso Sabio.