Obesità e diabete, si volta pagina
Nuovo centro di eccellenza per la salute metabolica: l’approccio multidisciplinare del San Raffaele di Milano
Ricerca scientifica e clinica a braccetto. Ed ecco il risultato: una rivoluzione nella cura dell’obesità e del diabete di tipo 2 con risultati strepitosi. Ed è proprio da questa rivoluzione che all’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano nasce un nuovo Centro di eccellenza per la salute metabolica: un ambulatorio multidisciplinare dedicato alla cura dell’obesità, degli squilibri nutrizionali e dei disturbi cardiovascolari. Emanuele Bosi, primario di Diabetologia ed Epatologia e ordinario di Medicina Interna all’Università Vita-Salute San Raffaele, ci spiega gli obiettivi della nuova strattura che dirige.
Com’è nato il progetto?
Il Centro vuole essere un punto di riferimento per pazienti con problematiche di obesità e diabete tipo 2. Offriamo, infatti, un percorso diagnostico completo, con soluzioni integrate tra interventi nutrizionali, educazione comportamentale e terapie farmacologiche, al fine di promuovere e consolidare nel tempo una salute metabolica ottimale nell’ambito di uno stile di vita equilibrato.
Ma come è nata l’idea?
Quest’iniziativa è la risposta a un bisogno emergente di salute pubblica in tema di obesità, sovrappeso e diabete. E lo fa grazie alla disponibilità odierna di una categoria di farmaci che possiamo definire genericamente analoghi o agonisti del GLP-1. Questi farmaci furono messi a punto poco più di dieci anni fa per la cura del diabete di tipo 2, ma successivamente si sono affermati anche come efficaci nella riduzione del peso corporeo, con un elevato profilo di sicurezza.
Cosa significa?
Vuol dire che riducono la glicemia del paziente senza esporlo al rischio ipoglicemico e nel contempo ne favoriscono una significativa riduzione del peso, con tutti i vantaggi che ne conseguono.
E sono queste le ragioni del grande consenso sviluppatosi tra i pazienti?
Certamente sì. Gli studi hanno accertato riduzioni di peso significative che non si erano mai viste prima con l’applicazione di altre terapie farmacologiche. Ma non solo. Seguendo i pazienti nel tempo con verifiche di follow-up si è visto che la riduzione dei valori glicemici e del peso erano accompagnati dalla riduzione del rischio cardiovascolare, sia in pazienti con precedenti eventi di infarto o ictus, sia in persone con un rischio di partenza inferiore. Inoltre è anche stato accertato che l’impiego di questi farmaci è in grado di offrire protezione renale e ridurre la steatosi epatica, più comunemente conosciuta come fegato-grasso.
Che caratteristiche ha questo nuovo Centro per la salute metabolica?
Ha innanzitutto un’impronta multidisciplinare per poter meglio affrontare un ambito molto complesso di patologie. Il Centro, infatti, riunisce diabetologi, endocrinologi, nutrizionisti, cardiologi e neurologi. Ma ci sono anche psicologi perché, oltre a garantire un migliore stato di salute, intendiamo occuparci anche del benessere psicologico della persona. Il Centro, inoltre, ha un’impostazione di tipo scientifico, per cui intendiamo offrire prestazioni di elevata competenza verificandone con follow-up successivi gli esiti. L’importanza di queste terapie e la potenziale estesa platea di utilizzatori ci stimolano a mantenere il contatto con i pazienti in modo da potere raccogliere dati e analisi con valore scientifico, oltre che clinico-assistenziale.
Quali sono i parametri che vengono immediatamente misurati a un paziente che varca la soglia del vostro Centro?
Glicemia, profilo lipidico, pressione, parametri infiammatori e cardiologici. Ci sono inoltre esami di tipo strumentale, come la valutazione di massa magra e grassa, peso e circonferenza addominale. Ciascun paziente è seguito secondo una strategia terapeutica e di monitoraggio personalizzata. Il primo passo si basa su valutazioni e raccomandazioni nutrizionali, fisiche e relative allo stile di vita. Il secondo passo contempla l’opzione della terapia farmacologica.
Ricorrere ai farmaci per la prova costume? «Si può, sono sicuri»
Una nuova classe di farmaci, denominati “GLP-1 agonisti“, si è dimostrato di un’efficacia senza precedenti nel contrastare il diabete di tipo 2, l’obesità e le epatopatie metaboliche. Ma non solo. Riduce il rischio cardiovascolare, con effetti di protezione cardiaca e renale. Al momento, il principio attivo più rappresentativo è il Semaglutide, ma è molto promettente anche l’arrivo a breve di una nuova molecola: Tirzepatide. L’eccesso di peso e l’obesità sono una vera e propria emergenza sociale: ne soffrono 4 italiani su 10. E le proiezioni sono allarmanti: nel 2030 rischiamo di assistere al raddoppio della prevalenza di obesità e sovrappeso.
Questi farmaci innovativi possono essere usati per perdere peso in modo sicuro?
«Sono prodotti che presentano un profilo di elevata sicurezza – sottolinea il diabetologo Emanuele Bosi – e possono essere somministrati a pazienti obesi e in sovrappeso, anche se non sono diabetici». Ecco perché. «Questi farmaci riducono la glicemia ai diabetici, ma chi non ha la glicemia alterata non corre rischi di ipoglicemia – aggiunge Bosi – quindi può assumere tranquillamente il farmaco con lo scopo di ridurre il peso corporeo».
Come si usa. Il prodotto viene somministrato una volta alla settimana con un’iniezione sottocute nella zona addominale. Tanto per intenderci, una semplice punturina simile a quelle di eparina che vengono somministrate dopo gli interventi chirurgici. Gli effetti collaterali sono leggeri e poco frequenti. Quando si presentano sono solitamente nausea, talvolta un po’ di diarrea o dolori addominali. Il trattamento con questi farmaci, oltre a combattere le malattie metaboliche, grazie alla riduzione del peso corporeo porta al miglioramento delle patologie associate all’obesità, come l’insufficienza respiratoria, la sindrome delle apnee notturne, l’ipertensione, la funzione renale e tutti i parametri infiammatori.