Nobel Medicina, vaccini mRna rilanciano la ricerca sul cancro

La giuria del Karolinska Institute di Stoccolma ritiene che la scoperta di Karikò e Weismann sarà presto applicata alla lotta ai tumori

di Redazione Salus
3 ottobre 2023

L’assegnazione del premio Nobel per la Medicina ai ricercatori Katalin Karikò e Drew Weissman per le loro scoperte nel campo dell’mRna ha fatto registrare una raffica di commenti positivi.

Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), ha sottolineato che grazie a questa tecnologia, è stato possibile disegnare un vaccino sulla sequenza del principale gene del virus Sars-Cov2 in poche settimane e validare gli studi nelle fasi 2 e 3 entro sei/sette mesi. Secondo il virologo italiano più blasonato a livello internazionale, questa innovazione aprirà le porte a ulteriori sviluppi nel campo dei vaccini terapeutici per altre malattie neoplastiche, e per combattere nuove epidemie emergenti.

Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, è stato netto: senza lo sviluppo della tecnologia mRna, non ci sarebbe stato il vaccino anti-Covid.

Alberto Mantovani, professore emerito presso Humanitas University, ha sottolineato che il premio Nobel è un riconoscimento alla passione e alla perseveranza di Katalin Karikò. Ha ricordato che già nel 2021 l’ateneo milanese le aveva assegnato una laurea ad honorem per i tanti meriti. La pandemia di Covid era ancora in corso, ma i vaccini a mRna avevano già fatto il loro debutto sulla scena mondiale, contribuendo a proteggere milioni e milioni di persone dagli effetti più gravi e letali del virus Sars-CoV-2. La portata degli studi di Karikó e del collega Drew Weissman che con lei è stato insignito del Nobel è però ancora più ampia, spazia dai tumori alle malattie neglette. “La comprensione di come l’Rna messaggero interagisce con il sistema immunitario ha permesso di sviluppare una nuova generazione di vaccini – conclude – tra cui quello contro Covid, grazie anche all’intuizione di Cristoph Huber che ha costituito in BioNTech il team di Karikò”.

Elena Cattaneo, farmacologa e senatrice a vita, ha commentato l’assegnazione del Nobel come un inno alla libertà, all’indipendenza dei ricercatori, e una affermazione del metodo scientifico. Ha elogiato la determinazione e la tenacia di Karikò nel portare avanti le sue idee, sottolineando l’importanza di permettere alla ricerca di andare avanti senza condizionamenti, censure o pregiudizi.

Marco Cavaleri, responsabile delle strategie vaccinali dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), ha definito il Nobel un riconoscimento a quanti hanno contribuito allo sviluppo della tecnologia mRna. Ha sottolineato che le scoperte di Karikò e Weissman hanno permesso di creare vaccini che hanno salvato la vita di milioni di persone in tempi record.

Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione italiana oncologia medica (AIOM), ha evidenziato che lo studio sull’mRna era inizialmente focalizzato sulla ricerca contro il cancro. Ha sottolineato che la tecnologia a mRna, applicata alla cura dei tumori, sta ottenendo promettenti risultati, tanto è vero che quest’anno è stato presentato il primo studio al mondo su pazienti con melanoma che sono stati trattati con vaccini a mRna. Si prendeva in sintesi un pezzo di melanoma del paziente e si asportava, si creava un vaccino a mRna personalizzato. I dati dimostrano che il rischio di metastasi è ripresa di malattia dopo somministrazione sono molto più basse.

Gennaro Melino, Accademico dei Lincei, ordinario di Biochimica presso l’Università di Roma Tor Vergata, ha sottolineato che i risultati ottenuti da Karikò e Weissman aprono nuove possibilità nella lotta ai tumori, la stabilizzazione dell’mRna permette di utilizzarlo anche nella creazione di vaccini personalizzati contro vari tipi di cancro. “Erano parecchi anni che si parlava a livello teorico – ha spiegato il professsore – e i vincitori di oggi hanno trovato la strada per stabilizzare la parte finale della molecola di RNA, rendendola inattaccabile e capace di entrare nella cellula. Questo consente di provare a utilizzare l’mRNA anche contro i tumori, per fare solo un esempio, recentemente è uscito su Nature un lavoro di Vinod Balachandran, un team del Memorial Sloan Kettering Cancer Center ha utilizzato esattamente la stessa tecnica di stabilizzazione per sviluppare un vaccino personalizzato contro l’adenocarcinoma del pancreas, un tumore che uccide l’88 per cento dei malati. A distanza di 18 mesi si sono registrati risultati strabilianti sul paziente”.

La giuria dei Nobel presso il Karolinska Institute di Stoccolma ha affermato che i due premiati  hanno aperto la strada ai vaccini contro il Covid 19 di Pfizer-BioNTech e Moderna. Le scoperte che hanno prodotto soluzioni efficaci contro il Covid-19 basate su mRNA avranno presto ricadute anche in altri ambiti, già si studiano applicazioni promettenti nell’ambito della lotta ai tumori.