Melanoma, la svolta del farmaco Daromun: riduce del 40% il rischio di recidive e metastasi
L'efficacia dell'immunoterapico di Philogen è stata dimostrata dallo studio Pivoltal. Coinvolti coinvolto 256 pazienti in 22 ospedali tra Germania, Italia, Francia e Polonia
Il trattamento si inietta direttamente nella massa tumorale, ma la sua efficacia ha un raggio d’azione più ampio che previene anche la comparsa di metastasi distanti. Nei casi di melanoma avanzato e resecabile localmente, la somministrazione del farmaco immunoterapico Daromun di Philogen (azienda italo-svizzera), prima dell’intervento chirurgico, ha ridotto del 41% il rischio di recidiva o morte e ha ridotto del 40% la comparsa di metastasi a distanza.
Sono i risultati dello studio Pivotal al centro del primo congresso ‘Innovate- International Neoadjuvant Immunotherapy Across Cancers’ che si è aperto oggi 11 luglio 2024 a Napoli. L’evento riunisce per due giornate esperti da tutto il mondo per discutere gli ultimi progressi nell’immunoterapia neoadiuvante, cioè quella che si somministra prima dell’intervento chirurgico, con l’obiettivo di evidenziare aspetti clinici, progressi, approcci di ricerca innovativi, nonché possibilità di collaborazione e opportunità di armonizzare gli approcci tra tumori diversi.
Le prospettive della terapia neoadiuvante
“Lo studio Pivotal è il primo randomizzato di Fase III in cui un farmaco locoregionale mostra una superiorità come terapia neoadiuvante, cioè prima dell’intervento chirurgico di rimozione del melanoma, rispetto alla sola chirurgia, anche nella riduzione della comparsa di metastasi distanti, mostrando così un’efficacia sistemica”, commenta Paolo Ascierto (nella foto), presidente del congresso e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli. E aggiunge: “Un’altra importante novità è che a beneficiare di questo trattamento non sono solo i pazienti che non avevano ricevuto prima alcuna terapia, ma anche coloro che sono stati precedentemente trattati con l’immunoterapia. Questo significa che con Daromun è possibile offrire ai pazienti con melanoma localmente avanzato un’ulteriore opportunità terapeutica”.
I risultati dello studio
Coordinato dall’ospedale universitario Schleswig-Holstein di Kiel in Germania, lo studio Pivotal ha coinvolto 256 pazienti con melanoma localmente avanzato resecabile, reclutati in 22 centri clinici in Germania, Italia, Francia e Polonia. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo gruppo ha ricevuto direttamente l’intervento chirurgico, mentre il secondo gruppo ha ricevuto iniezioni di Daromun per quattro settimane prima dell’operazione.
Dopo aver seguito i pazienti per una media di 21,2 mesi, i ricercatori hanno registrato una riduzione del 41% delle recidive in coloro che hanno ricevuto l’iniezione nella massa tumorale rispetto ai pazienti trattati con la sola chirurgia. “Il trattamento con Daromun si è anche dimostrato capace di ridurre il rischio della comparsa di metastasi distanti del 40% rispetto alla sola chirurgia”, sottolinea Ascierto. Come agisce DaromunIl farmaco Daromun è una combinazione di due citochine, l’interleuchina 2 (IL2) e il fattore di necrosi tumorale (TNF), entrambe coniugate a un anticorpo monoclonale indirizzato contro una specifica isoforma della fibronectina tumorale.
Queste citochine, somministrate insieme, innescano una risposta immunitaria locale che si estende a livello sistemico, riducendo il rischio di recidiva del 41% e di metastasi distanti del 40% rispetto alla sola chirurgia. Risultati che non solo confermano l’efficacia del trattamento neoadiuvante ma aprono anche nuove strade per il trattamento del melanoma e di altri tipi di cancro con approcci simili.