Malattia della mamma di Cristicchi: sintomi e cure. Il potere terapeutico dell’arte

Simone Cristicchi a Sanremo 2025 racconta le sofferenze della madre Luciana. "È tornata bambina, ma sorride comunque”, dice l’artista. Il brano è ‘Quando sarai piccola’

di MARINA SANTIN
13 febbraio 2025

Il brano ‘Quando sarai piccola’, che Simone Cristicchi porta sul palco del Festival di Sanremo 2025, ha già vinto. E non solo perché è tra i primi cinque nella classifica della kermesse o perché ha conquistato il Premio Lunezia per il suo valore letterario-musicale, ma perché ha acceso i riflettori sul ciclo della vita, quando da adulto, devi accudire un genitore che, invecchiando, diventa più fragile.

E lo fa con delicatezza e sensibilità mettendo in musica un’esperienza personale: la malattia della madre, Luciana, che nel 2012 a 63 anni è stata colpita da un'emorragia cerebrale. Era in casa da sola e i figli si sono accorti molto tardi delle sue condizioni. Da lì, la terapia intensiva, le settimane di attesa e poi il risveglio e lo scontro con la realtà.

“Da quando si è risvegliata - spiega Cristicchi - non è la stessa Luciana di prima. È tornata bambina, ma Luciana sorride, sorride comunque”. La canzone ‘Quando sarai piccola’ lancia quindi un messaggio potente che mira a sensibilizzare gli adulti, e non solo, su questa patologia la cui mortalità in Italia raggiunge il 30%.

75th Sanremo Music Festival
Simone Cristicchi interpreta il brano dedicato alla madre sul palco dell'Ariston

Cristicchi: “L’arte è terapeutica, do voce ai fragili”

"Credo che tutto il mio percorso artistico nasca soprattutto dalla curiosità e dall'attrazione nei confronti del diverso, del fragile, del dimenticato, dell'emarginato. Io stesso da bambino ho subito un grave lutto che era stata la morte di mio padre quando avevo solo 10 anni e per tutta la mia vita ho cercato di trasformare questo dolore, di riempire questo vuoto di colori, di musica e di poesia. Quindi per me l'arte è stata terapeutica, è stata curativa, e quindi quello che sento istintivamente di fare è di dare una voce alle persone che non ne hanno". Così Simone Cristicchi in un videomessaggio diffuso questa mattina nel corso del talk show 'La prevenzione in dieci note', organizzato a Casa Sanremo dal ministero della Salute, in collaborazione con la Rai e la direzione artistica del Festival di Sanremo.

Tutto è partito con "i malati di mente, con il progetto dedicato ai manicomi, con 'Ti regalerò una rosa' - racconta il cantante - con le ricerche che ho fatto insieme agli anziani sulle testimonianze della seconda guerra mondiale. Poi - continua riferendosi all'attuale edizione del Festival - è arrivata questa canzone, 'Quando sarai piccola', che si rivolge alle persone fragili, alle persone bisognose di cura, di attenzione e di amore. Mi sento, e mi sono sempre sentito, molto responsabile di quello che dicono le mie canzoni e spero di aver reso comunque un servizio in qualità di artista anche alla mia comunità".

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Cos’è l’’emorragia celebrale  

L’emorragia cerebrale è una condizione neurologica acuta caratterizzata da un’improvvisa fuoriuscita di sangue all’interno del cranio, con conseguente versamento nello spazio subdurale (ematoma subdurale), nel parenchima cerebrale (ematoma intraparenchimale), nelle cavità ventricolari (emorragia intraventricolare) oppure negli spazi subaracnoidei (emorragia subaracnoidea).

Spesso la si pensa come un evento immediato in seguito a un trauma cranico grave, come un incidente stradale o una caduta, ma in realtà, può essere spontanea, frutto di diverse cause mediche. Prima fra tutte, l’ipertensione arteriosa, che espone le pareti dei vasi cerebrali a modificazioni che, nei casi più gravi, possono rappresentare il prodromo di una rottura.

Accanto, altri fattori di rischio, come malformazioni congenite, ma evolutive (aneurismi e altre malformazioni dei vasi, vene o arterie), difetti della coagulazione del sangue, neoplasie cerebrali, uso di farmaci anticoagulanti e di sostanze stupefacenti.  

Cosa succede nelle persone anziane

Talvolta nelle persone anziane, una proteina anomala, chiamata amiloide, si accumula nelle arterie del cervello (angiopatia amiloide) e, indebolendole, può causarne la rottura e la conseguente emorragia. Inoltre, in età avanzata, il tipo di emorragia più diffuso è quello post traumatico tardivo, ovvero frutto di un trauma molto banale o un piccolo incidente quotidiano che può portare alla formazione di un ematoma subdurale cronico - una raccolta di sangue vecchio tra le due membrane delle meningi - che schiaccia il cervello e causa sintomi anche a distanza di diverse settimane o addirittura di uno o due mesi.

Questo perché con il passare degli anni, la struttura dell’encefalo cambia: il volume del cervello diminuisce e traumi anche lievi sono sufficienti a determinare contusioni sulla superficie. Un altro fattore che che rende più a rischio gli anziani è l'assunzione di antiaggreganti o di anticoagulanti che favoriscono la formazione di ematomi.

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Quali sono i sintomi: come riconoscerla 

In un’emorragia post traumatica tardiva, i sintomi, che possono variare a seconda della sede e dell’entità del sanguinamento, vanno dal rallentamento ideomotorio (ovvero si è “rallentati” nelle attività e nei pensieri) a cefalee, disturbi del linguaggio, della sensibilità, monitori e della coordinazione ed emiparesi.

É anche possibile che si verifichino crisi epilettiche e, molto più raramente, episodi di perdita della coscienza, che possono ricordare degli ictus. I sintomi compaiono spesso improvvisamente e, dal momento dell’esordio, possono peggiorare in modo progressivo anche molto rapidamente.  

La diagnosi e le cure  

Quando è una persona anziana ad avere subito un trauma, anche banale, è importante tenerla sotto osservazione anche per 30-45 giorni e, ai primi segnali sospetti, rivolgersi al pronto soccorso per avere la conferma diagnostica tramite Tac. Il trattamento dell’emorragia cerebrale dipende dalla causa, dalla sede e dall’estensione della raccolta ematica e può essere conservativo o chirurgico.

Il primo approccio, prevede la somministrazione di farmaci diuretici, antipertensivi, anticonvulsivanti ed antiemetici ed eventualmente di corticosteroidi; il secondo, invece, viene utilizzato nei casi più gravi in cui è necessario rimuovere la causa scatenante dell’emorragia.

Le possibili disabilità

In caso di emorragia celebrale, il tessuto coinvolto subisce inevitabilmente dei danni, perché le cellule, prive dal nutrimento portato dal flusso sanguigno e compresse dall’ematoma, deperiscono e muoiono. Questo comporta possibili complicanze – disturbi dell’umore, epilessia, ictus emorragico e perdita permanente delle funzioni cerebrali – e spesso disabilità permanenti.

A livello motorio, una conseguenza frequente è l’emiplegia, la paralisi completa della metà del corpo opposta a quella dell’emisfero cerebrale colpito. Accanto, la spasticità, un aumento anomalo ed eccessivo del tomo muscolare che causa spasmi e contrazioni involontarie.

Le disabilità cognitive, invece, variano in base all’emisfero celebrale danneggiato. Se è quello sinistro, si potrebbero verificare disturbi del linguaggio e afasia, la perdita parziale o completa della capacità di esprimersi e di comprendere le parole. Se è quello destro, si possono avere disturbi dell’attenzione o delle funzioni esecutive.  

La prevenzione più efficace 

A oggi non esistono delle norme di prevenzione di una emorragia cerebrale. É comunque fondamentale adottare uno stile di vita salutare basato su un’alimentazione equilibrata e una regolare attività fisica.

Astenersi dal fumo, limitare gli alcolici e i superalcoolici e sottoporsi a costanti controlli della pressione arteriosa sono consigliabili per proteggersi da possibili problemi cerebro-vascolari.