La tecnologia può curare il mal di schiena
Ne soffrono 8 italiani su 10, ma liberarsi dal dolore si può. Ne parla Luca Serra, specialista di chirurgia vertebrale all’Ospedale Israelitico
Il mal di schiena colpisce otto italiani su dieci: il 10% accusa sintomi gravi, la maggior parte delle persone ne soffre dopo i 65 anni. Se nelle forme meno invasive si può fare molto con lo yoga, il pilates e le attività posturali, nei casi più gravi corre in aiuto la tecnologia. La robotica consente interventi sulla mobilità della colonna con tecniche accurate che fino a qualche anno fa sembravano impossibili.
«La patologie che portano al mal di schiena sono numerose – spiega Luca Serra, responsabile della Chirurgia Vertebrale all’Ospedale Israelitico di Roma – come l’artrosi, l’ernia del disco, l’osteoporosi, le deviazioni della colonna (scoliosi o cifosi), o ancora scivolamenti, instabilità, spondilolistesi. Sono fondamentali le moderne tecnologie per diagnosi accurate e trattamenti mirati, come terapia del dolore, chirurgia mininvasiva, infiltrazioni terapeutiche». Uno degli interventi più frequenti riguarda il restringimento del canale lombare.
«In passato, la stenosi del canale lombare – continua – era associata all’invecchiamento e alla riduzione dell’autonomia e della qualità di vita, mentre solo di rado si ricorreva all’intervento chirurgico che era invasivo, con una pesante anestesia e una lunga convalescenza, condannando le persone a rinunciare all’operazione e a rassegnarsi a una vita meno dinamica». Si volta pagina. «Oggi è possibile sottoporsi all’intervento e tornare a una vita dinamica e persino sportiva. Il canale lombare che si è ristretto va allargato – dice Serra – e successivamente stabilizzato: questa seconda parte dell’intervento, che prima si associava a possibili complicazioni, adesso si può fare senza aprire la colonna vertebrale, ma con semplici incisioni».
Si può fare a qualsiasi età. «L’intervento è facilmente realizzabile anche in tarda età – conferma Serra – anche fino a 90 anni. La diffusione di questo tipo di attività chirurgica ha aperto la strada ad altri interventi mini-invasivi, con queste tecniche percutanee sempre più diffuse contro i vari tipi di mal di schiena». Strumentazione ad alto ’contenuto’ tecnologico: ecco quali. «Possiamo contare – prosegue il chirurgo vertebrale – su procedimenti come la navigazione, ossia la possibilità di seguire l’intervento in tempo reale nel corpo umano anche in aree delicate come il canale vertebrale, dove passano il midollo e il nervo, il cui monitoraggio rende l’atto chirurgico molto più sicuro. Questi miglioramenti sono però oggi disponibili solo in alcuni centri selezionati».
Spesso il mal di schiena è legato allo stile di vita errato, alla mancanza di attività fisica e a una errata postura. «Apparentemente il costo di queste innovazioni è rilevante – sottolinea Serra – ma rappresenteranno un investimento ampiamente compensato dal risultato. Ne beneficia sia il paziente, che può contare su tempi di recupero più brevi, maggiore precisione e sicurezza dell’intervento, un minore impatto operatorio e minore ricorso a farmaci e terapie; sia per la struttura, che può così svolgere più attività e non rischiare complicazioni dell’intervento».