La tecnologia può curare il mal di schiena

Ne soffrono 8 italiani su 10, ma liberarsi dal dolore si può. Ne parla Luca Serra, specialista di chirurgia vertebrale all’Ospedale Israelitico

di Redazione Salus
18 agosto 2024
Senior men with back pain

Il mal di schiena colpisce otto italiani su dieci: il 10% accusa sintomi gravi, la maggior parte delle persone ne soffre dopo i 65 anni. Se nelle forme meno invasive si può fare molto con lo yoga, il pilates e le attività posturali, nei casi più gravi corre in aiuto la tecnologia. La robotica consente interventi sulla mobilità della colonna con tecniche accurate che fino a qualche anno fa sembravano impossibili.

 

«La patologie che portano al mal di schiena sono numerose – spiega Luca Serra, responsabile della Chirurgia Vertebrale all’Ospedale Israelitico di Roma – come l’artrosi, l’ernia del disco, l’osteoporosi, le deviazioni della colonna (scoliosi o cifosi), o ancora scivolamenti, instabilità, spondilolistesi. Sono fondamentali le moderne tecnologie per diagnosi accurate e trattamenti mirati, come terapia del dolore, chirurgia mininvasiva, infiltrazioni terapeutiche». Uno degli interventi più frequenti riguarda il restringimento del canale lombare.

 

«In passato, la stenosi del canale lombare – continua – era associata all’invecchiamento e alla riduzione dell’autonomia e della qualità di vita, mentre solo di rado si ricorreva all’intervento chirurgico che era invasivo, con una pesante anestesia e una lunga convalescenza, condannando le persone a rinunciare all’operazione e a rassegnarsi a una vita meno dinamica». Si volta pagina. «Oggi è possibile sottoporsi all’intervento e tornare a una vita dinamica e persino sportiva. Il canale lombare che si è ristretto va allargato – dice Serra – e successivamente stabilizzato: questa seconda parte dell’intervento, che prima si associava a possibili complicazioni, adesso si può fare senza aprire la colonna vertebrale, ma con semplici incisioni».

 

Si può fare a qualsiasi età. «L’intervento è facilmente realizzabile anche in tarda età – conferma Serra – anche fino a 90 anni. La diffusione di questo tipo di attività chirurgica ha aperto la strada ad altri interventi mini-invasivi, con queste tecniche percutanee sempre più diffuse contro i vari tipi di mal di schiena». Strumentazione ad alto ’contenuto’ tecnologico: ecco quali. «Possiamo contare – prosegue il chirurgo vertebrale – su procedimenti come la navigazione, ossia la possibilità di seguire l’intervento in tempo reale nel corpo umano anche in aree delicate come il canale vertebrale, dove passano il midollo e il nervo, il cui monitoraggio rende l’atto chirurgico molto più sicuro. Questi miglioramenti sono però oggi disponibili solo in alcuni centri selezionati».

 

Spesso il mal di schiena è legato allo stile di vita errato, alla mancanza di attività fisica e a una errata postura. «Apparentemente il costo di queste innovazioni è rilevante – sottolinea Serra – ma rappresenteranno un investimento ampiamente compensato dal risultato. Ne beneficia sia il paziente, che può contare su tempi di recupero più brevi, maggiore precisione e sicurezza dell’intervento, un minore impatto operatorio e minore ricorso a farmaci e terapie; sia per la struttura, che può così svolgere più attività e non rischiare complicazioni dell’intervento».