Kisunla, nuovo farmaco per l’Alzheimer: sarà venduto negli Usa

L’agenzia statunitense Fda ha dato il via libera alla nuova molecola studiata da Eli Lilly. Rallenta l’evolversi della malattia

di Redazione Salus
21 luglio 2024
Scientists and assistants are in the oil and cannabis seed extractor room. The extracted cannabis oil is being tested and examined.

È nato Kisunla, un nuovo trattamento contro l’Alzheimer: la sua molecola rallenta la progressione della malattia. La Food and Drug Administration (Fda) ha appena dato il via libera negli Stati Uniti alla commercializzazione del nuovo farmaco, sviluppato dalla farmaceutica americana Eli Lilly. Donanemab, questo il nome scientifico del farmaco, viene somministrato tramite iniezione per via endovenosa. «I dati clinici hanno dimostrato in modo convincente che Kisunla ha ridotto il tasso di declino cognitivo e funzionale nei pazienti con sintomi moderati di perdita cognitiva e demenza senile correlata al morbo di Alzheimer», commenta Teresa Buracchio dell’ufficio Neuroscienze dell’agenzia americana Fda.

 

Come funziona. Kisunla attacca le cosiddette ‘placche amiloidi’, ovvero quelle formazioni extracellulari presenti nel cervello dei pazienti affetti da Alzheimer. Queste placche si depositano tra le cellule nervose nella corteccia cerebrale e interrompono le connessioni tra i neuroni. Il nuovo farmaco appartiene a una nuova categoria di trattamenti contro l’Alzheimer basata sull’immunoterapia, un processo che mobilita direttamente le cellule immunitarie affinché agiscano positivamente su queste placche amiloidi.

 

 

Test clinici sui malati per valutare i possibili effetti collaterali

 

Kisunla è il terzo medicinale approvato dalla Fda, ma come gli altri due prodotti entrati in commercio presenta alcune incognite. Nei test clinici – che hanno coinvolto 1.700 persone per un periodo di 18 mesi – il farmaco ha dimostrato un’efficacia limitata: rallenta l’evolversi della malattia, ma solo del 35% rispetto al placebo. Nonostante i benefici di Kisunla, i test hanno evidenziato dei potenziali effetti collaterali in alcuni pazienti gravi: il farmaco potrebbe causare un temporaneo gonfiore cerebrale e piccole emorragie cerebrali. E ancora: reazioni legate all’infusione del farmaco e mal di testa. Le ricerche non si fermano. L’anno scorso, la Fda ha approvato “Leqembi“ (molecola Lecanemab) sviluppato dai laboratori Esai e Biogen. L’azienda farmaceutica Eli Lilly sta invece conducendo studi clinici sul Remternetug.