Identità di genere: le nuove linee guida dell’Oms per un mondo più inclusivo

Migliaia di persone in giro per il mondo ancora oggi soffrono a causa di pregiudizi e discriminazioni: da qui la necessità di fare informazione su temi delicati con il supporto delle organizzazioni internazionali

di Redazione Salus
2 novembre 2024
Identità di genere - Crediti iStock Photo

Identità di genere

A lungo si è pensato che esistessero soltanto due categorie, molto rigide l’una rispetto all’altra: quella del maschio da una parte e della femmina dall’altro. Per quanto questi concetti esistano da un punto di vista biologico e siano definiti dai tratti sessuali primari (il pene e i testicoli, la vagina e l’utero) nel corso degli ultimi anni, anche in funzione di un certo tipo di attivismo social, si è iniziato a parlare sempre più spesso anche di un altro modo di percepire e vivere la propria interiorità, un tempo da alcuni tacciato come “diverso” se non addirittura sbagliato.

Si tratta di temi moderni e molto importanti, che impattano sulla qualità della vita di migliaia di persone in giro per il mondo, sempre più orientate verso un approccio fluido. Consapevole del ruolo che il movimento LGBTQIA+ svolge attualmente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dunque considerato fosse arrivato il momento di aggiornare le sue linee guida rispetto a un certo tipo di terminologia, per rendere il mondo un luogo più inclusivo.

Orientamento sessuale

Riguarda l'attrazione fisica, romantica e/o sessuale (o la sua assenza) che una persona prova nei confronti di altre persone. Comprende tre aspetti: attrazione sessuale, comportamenti sessuali e identità sessuale. Per alcuni individui, l'orientamento sessuale è variabile e può evolvere nel tempo, mentre per altri è percepito come un elemento intrinsecamente radicato che rimane costante. È importante sottolineare che l'orientamento sessuale e l'identità di genere sono concetti separati, e non è possibile inferire l'uno dall'altro.

Identità di genere

Si sta parlando in questo caso dell’esperienza interna e individuale di genere che una persona sente profondamente, la quale può o meno corrispondere al sesso assegnato alla nascita. Include il senso personale del corpo, che può comportare – se liberamente scelto – la modifica dell'aspetto o della funzione corporea attraverso mezzi medici, chirurgici o altri. Si ricordi a proposito che non tutte le persone che presentano una situazione di disforia – cioè di divergenza rispetto tra sesso biologico e identità di genere – sentono il bisogno di cambiare il proprio corpo con interventi invasivi.

L'identità di genere esiste su uno spettro, quindi non è necessariamente collegata a un solo genere. Inoltre, può essere fluida ed evolvere nel corso della vita di una persona.

Espressione di genere

Riguarda il modo in cui un individuo mostra pubblicamente la propria identità di genere al mondo esterno. Questo si esprime comunemente attraverso il nome e la scelta dei propri pronomi, come ad esempio ‘she/her’ e ‘he/him’ nei contesti anglofoni, oltre a ‘they/them’, preferiti da alcune persone non binarie (cioè chi non si riconosce strettamente in un genere o in un altro) o di genere fluido. Inoltre, si manifesta nel modo in cui una persona decide di vestirsi, di parlare e di interagire socialmente. L'espressione di genere è un aspetto distinto e non è necessariamente correlato al sesso assegnato alla nascita, all'identità di genere o all'orientamento sessuale.

Le parole giuste

L’utilizzo di un vocabolario corretto per rivolgersi a individui che fanno parte di determinate minoranze è cruciale per far sentire qualunque essere umano accettato e compreso, e per limitare manifestazioni di omofobia o transfobia, come evidenziato dal sopracitato documento (intitolato “Domande frequenti sulla diversità sessuale e di genere, salute e diritti umani: un'introduzione ai concetti chiave”).