I ginecologi: ecografia e controlli, anche dopo la menopausa

Le iniziative per anticipare la diagnosi di tumore ovarico

di ALESSANDRO MALPELO
25 settembre 2023

C’è una scommessa da vincere assolutamente nel campo dell’oncologia femminile, quella che vuole anticipare la diagnosi del tumore ovarico, una scommessa cruciale considerando sia la elevata incidenza della patologia, sia la complessità delle terapie necessarie. Nuove scoperte e piani terapeutici personalizzati offrono una speranza reale per le pazienti affette da questa malattia, ma occorre un cambio di rotta. Ecografia e controlli vanno eseguiti in ginecologia a cadenza regolare, per questo, anche dopo la menopausa.

 

Secondo Domenica Lorusso, professore associato di ostetricia e ginecologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, la personalizzazione della terapia è fondamentale per migliorare le prognosi nel trattamento del tumore ovarico. Questo approccio permette di utilizzare nuove classi di farmaci mirati e a bersaglio molecolare come i PARP inibitori, le immunoterapie e gli anticorpi farmaco coniugati. Tuttavia, l’implementazione di tali trattamenti richiede un team multidisciplinare e centri oncologici specializzati.

 

 

Purtroppo, molte pazienti sono inconsapevoli, nel senso che solo il 27% di queste arriva nei centri specializzati per il trattamento del carcinoma ovarico, secondo l’indagine ACTO Italia. È quindi fondamentale educare le donne sull’importanza di essere orientate verso la terapia adeguata.

 

Giovanni Scambia, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, evidenzia l’importanza del chirurgo. L’intervento offre tassi di guarigione dell’80-85% quando è possibile praticarlo allo stadio iniziale, e la capacità di eradicare la neoplasia nelle ovaie ricorre nel 60% dei casi studiati, eseguiti da team specializzate in modo da garantire i migliori risultati. Sandro Pignata, direttore della oncologia uro-ginecologica presso l’Istituto Nazionale Tumori IRCSS Fondazione Pascale di Napoli, richiama l’attenzione sulle linee guida e sul Percorso Diagnostico-Terapeutico Assistenziale (PDTA) per il tumore ovarico. Ogni regione dovrebbe dotarsi di strumenti idonei per garantire standard di cura omogenei.

 

Da segnalare l’impegno del Ministero della Salute nei riguardi della prevenzione, della diagnosi precoce e la presa in carico tempestiva, come si desume dalle linee strategiche delineate dal Piano Oncologico Nazionale 2023-2027. La partecipazione delle associazioni di volontariato e delle organizzazioni del terzo settore è un aspetto cruciale per migliorare la presa in carico delle pazienti.

 

Il libro bianco sul tumore ovarico, realizzato da ACTO Italia con il sostegno delle aziende GSK e Roche, si pone l’obiettivo di dare voce alle donne convalescenti. L’attrice Nancy Brilli, madrina dell’evento di presentazione del libro bianco al ministero, ha condiviso la sua esperienza personale, invitando a supportare le istanze delle pazienti.

 

Come dato conclusivo possiamo dire che il tumore ovarico richiede un approccio terapeutico personalizzato, l’accesso a centri specializzati e l’implementazione di linee guida e PDTA su tutto il territorio nazionale. Solo attraverso una presa in carico adeguata e una collaborazione tra pazienti, professionisti sanitari e governo sarà possibile migliorare la qualità della vita delle donne in terapia.