Giovani e sanità: "Ecco il futuro che vogliamo"
Un’indagine racconta priorità e necessità dei ragazzi e delle ragazze tra i 18 e 29 anni
Che sanità pubblica vorrebbero i giovani in futuro? A questa domanda ha cercato di rispondere Novartis Italia che ha promosso un’indagine (realizzata da Astra Ricerche) dal titolo ‘Giovani e sanità: il futuro che vogliamo‘. Obiettivo, capire i bisogni e le priorità dei giovani italiani. Come primo risultato, l’indagine ha evidenziato che auspicano a una sanità più equa ed accessibile. Per quelli tra i 18 e 29 anni poi, la principale sfida sanitaria del futuro sarà quella contro i tumori (42.8%), seguita dalla salute mentale (26,8%), con una differenza di dieci punti percentuali rispetto agli intervistati “over 30”.
Inoltre, per sette giovani su dieci le differenze socioeconomiche sono le responsabili delle disuguaglianze in sanità (69,6% “under 30” e 75,1% “over 30”) e il 67% ritiene che ci siano differenze regionali nei servizi sanitari disponibili (72% “over 30” e 67% “under 30”). Riguardo la percezione sulle differenze di genere in merito al diritto alla salute, gli ‘under 30’, sono divisi: il 39,2% ritiene che non esistano o siano poche, mentre il 34,5% crede, invece, che siano molte o abbastanza. Una consapevolezza decisamente superiore a quella degli “over 30”, dove il 59,7% non percepisce alcuna differenza.
Sanità digitalizzata
In un mondo sempre più digital, pensando al futuro, quasi la metà dei giovani intervistati (45,9%) ritiene che la digitalizzazione della sanità svantaggerà soprattutto gli anziani e questa penalizzazione sarà per il 43,8% nell’accesso ai servizi sanitari. Sempre pesando al domani, il 41% dei giovani si dichiara convinto che, in caso di necessità, il Servizio sanitario nazionale (Ssn) possa offrire loro le migliori cure disponibili e le più avanzate innovazioni scientifiche, con il 37,6% degli “under 30”, certo che i servizi del Ssn siano fisicamente vicini e accessibili ai cittadini, a differenza degli “over 30” dove solo il 30,3% lo ritiene e il 34,5% li giudica poco o per niente accessibili.
Solo tre giovani su dieci credono però che il Ssn abbia risorse adeguate a garantire servizi di qualità ai cittadini, la stessa percentuale (31%) dichiara, al contrario, che le risorse sono poche o per niente sufficienti e il 35% le reputa mediamente sufficienti. Investimenti in ricerca scientifica (26,8%), maggiori risorse economiche (19,1%) e nuove tecnologie digitali (15,0%) sono le urgenze tra i 18 e 29 anni, mentre le differenze socioeconomiche rappresentano per la metà dei giovani (55,7% “under 30” e 64,9% “over 30”) la priorità numero uno verso una sanità equa ed accessibile a tutti, seguita dalle differenze geografiche (13,4% “under 30” e 15,7% “over 30”).
La sanità del futuro
Pensando alla sanità del futuro, il divario tra giovani e meno giovani sale a 10 punti percentuali per quanto riguarda le differenze etniche come fattore prioritario su cui intervenire per garantire una sanità equa (13,9% “under 30” e 3,7% “over 30”). La collaborazione tra medici, istituzioni, pazienti e industria è ritenuta da tutti unanimemente di primaria importanza. E infine, la prevenzione. I giovani italiani sono consapevoli della sua importanza. Il 58,2% degli ‘under 30’ si sottopone a visite ed esami a scopo preventivo ogni uno o due anni, una percentuale che sale a 68,9% negli “over 30”.
La prevenzione oncologica è al primo posto per rilevanza in tutte le fasce d’età (74,7% “under 30” e 80,1% “over 30”), ma i giovani danno più importanza rispetto ai meno giovani alla prevenzione della salute mentale (45,9% contro 30,3%) e delle malattie infettive (43,3% contro 28,8%). In ultimoa, i medici (di base e specialisti) rimangono la principale fonte di informazione sulla salute (80,8% “over 30” e 75,8% “under 30”), sebbene il 37,1% degli “under 30” dichiara di utilizzare siti web di informazione o social media.