Giornata internazionale per la lotta contro l’Aids il 1° dicembre

Anche se non esiste ancora un vaccino contro l’HIV malattia oggi è ampiamente prevenibile con l’utilizzo di farmaci antiretrovirali

di Redazione Salus
26 novembre 2024
Giornata internazionale per la lotta contro l’AIDS  - Crediti iStock Photo

Giornata internazionale per la lotta contro l’AIDS - Crediti iStock Photo

Roma, 26 novembre 2024 – Per una grossa fetta di opinione pubblica, per molto tempo l’HIV - e l’AIDS a esso collegato - è stato uno spauracchio, una sorta di mostro inquietante di cui non parlare, quasi come se il contagio potesse avvenire solo tramite le parole. Per fortuna, dai primi casi della malattia identificati nei primi anni ‘80 sono stati fatti passi da gigante e i pazienti positivi al virus possono attualmente condurre una vita pressoché normale. Tuttavia, resta ancora molto forte lo stigma, che sembra essere difficile da sradicare. Anche per questo motivo è così importante la Giornata Internazionale per la lotta contro l’AIDS, che si celebra ogni anno il 1° dicembre.

I progressi

Dal momento della sua scoperta, l'Giornata internazionale per la lotta contro l’AIDS (Virus dell'Immunodeficienza Umana) è stato al centro di numerosi studi e interventi medici. Sebbene il patogno che genera l’AIDS - cioè la sindrome da immunodeficienza acquisita - non abbia ancora una cura definitiva, la terapia antiretrovirale (ART) ha rivoluzionato il trattamento di questa malattia. Grazie a questi farmaci, è possibile ridurre i livelli di HIV nel sangue a tal punto da raggiungere lo stato “undetectable”, ovvero la condizione in cui il virus non è più rilevabile. In questo stato, la persona sieropositiva non è in grado di trasmettere il virus ad altri, un concetto noto come "U=U" (Undetectable = Untransmittable), che ha contribuito a sfatare il mito che l'HIV sia automaticamente contagioso. 

Questo significa che le persone che vivono con l'HIV possono seguire una terapia che consente loro di gestire la malattia come una condizione cronica, mantenendo una qualità della vita elevata. Ma non solo. Tali soggetti possono tranquillamente avere rapporti sessuali non protetti e addirittura avere figli senza per questo rischiare di trasmettere il virus al partner o al bebé. Tuttavia, nonostante i progressi scientifici, la stigmatizzazione delle persone sieropositive rimane un problema diffuso. Le discriminazioni legate all'HIV sono ancora presenti in molte culture e società, alimentando il pregiudizio e creando barriere all'accesso ai trattamenti.

Per quanto intorno alle persone con HIV non si disegnino più contorni viola, come accadeva in alcune pubblicità progresso di un tempo, l’ignoranza rispetto al tema è ancora alta ed è qui che un evento simile e il lavoro degli attivisti svolgono un ruolo cruciale.

La prevenzione

Per quanto oggi l’HIV non faccia più paura come un tempo, è fondamentale ricordare quanto siano importanti le misure di prevenzione per non contrarre il virus, come il classico preservativo.

Purtroppo non in tutti i Paesi del mondo gli individui hanno ancora accesso a strumenti educativi o prevenzione sanitaria adeguata. Inoltre, la disponibilità dei farmaci antiretrovirali, sebbene avanzata nei paesi sviluppati, è ancora limitata in molte aree, in particolare nelle zone più povere. La Giornata Internazionale dell'AIDS è quindi anche un momento per ricordare l'importanza di una maggiore diffusione dei trattamenti, affinché nessuna persona debba affrontare la malattia senza l'accesso a cure adeguate.

Non è dunque un caso se molte regioni del mondo con scarse risorse, come diverse aree dell'Africa sub-sahariana, continuano a registrare tassi di infezione e mortalità elevati, sui quali è necessario agire con la massima urgenza.

La PREP

Vale la pena citare, in parallelo all’uso del condom, anche una soluzione che negli ultimi anni si è diffusa sempre di più, cioè la profilassi pre-esposizione (PrEP), una terapia che, se assunta regolarmente, riduce drasticamente il rischio di contrarre l'HIV. Questa opzione è particolarmente utile per le persone che si trovano ad alto rischio di esposizione al virus, ma purtroppo non è sempre facilmente accessibile in tutti i paesi visti i costi che comporta.

Per l’Italia, a ogni modo, ci sono buone notizie in questo senso: nel 2023 l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha annunciato l’approvazione della rimborsabilità dei farmaci per la profilassi pre esposizione a HIV-1, che saranno dunque d’ora in poi a carico del servizio sanitario nazionale.