Fibrillazione atriale, come batterla

Aritmia pericolosa e frequente, la nuova arma si chiama ablazione: ecco l’uso di una forma di energia diversa chiamata ‘Pulse field ablation’. Giovedì il congresso

di Redazione Salus
2 dicembre 2024

Ferrara, 2 dicembre 2024 – La fibrillazione atriale non solo è un’aritmia che colpisce negativamente la qualità della vita, ma può essere anche pericolosa quando non gestita correttamente. Fibrillazione atriale che rappresenta l’aritmia più frequente nella popolazione e la sua diffusione sta crescendo esponenzialmente.

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Sale operatorie, medici,

Di questo e di molto altro si parlerà giovedì al congresso in programma all’hotel Savoia di via del Pilastro 2 a Bologna, organizzato dal professor Matteo Bertini, direttore del laboratorio di Elettrofisiologia dell’ospedale Sant’Anna di Cona (nella segreteria scientifica anche Giuseppe Boriani e Luca Rossi).

Già da diversi anni esistono armi e strategie per combattere la fibrillazione atriale e in particolare l’ablazione rappresenta oggi la più efficace per ridurla ed in alcuni casi per abbatterne gli attacchi come sottolineato anche dalle ultime raccomandazioni scientifiche internazionali.

L’ablazione, fino a pochi anni fa, si basava solo su forme di energia termica mentre più di recente sta aumentando l’uso di una forma di energia diversa chiamata Pulse field ablation (PFA). Si tratta di un’ablazione di tipo non termico, in cui un campo elettrico crea una elettroporazione irreversibile.

Tale fenomeno si realizza quando un campo elettrico viene applicato in modo pulsato con un’ampiezza tale da generare in una singola e specifica tipologia di cellule, la formazione di pori nella membrana cellulare in maniera irreversibile portando alla morte cellulare.

Questo tipo di ablazione è risultata sicura perché colpisce in modo selettivo solo le cellule del tessuto (in questo caso il cuore) che si vuole rendere inerti elettricamente e anche efficace come dimostrato da ripetuti studi pubblicati su oltre 130.000 pazienti. La tecnologia ’PFA’ è stata in grado di colpire preferenzialmente il tessuto miocardico avendo quest’ultimo una sensibilità ai campi elettrici utilizzati, maggiore rispetto a tessuti di strutture limitrofe come l’esofago, le strutture nervose o vascolari come le vene polmonari. L’Emilia-Romagna ha sposato in toto questa nuova forma di energia da oltre un anno partendo con centri storicamente molto esperti nel fare ablazioni come Ferrara, Modena e Piacenza ma ormai in tutti i centri della regione la tecnica si sta diffondendo.

L’appuntamento di giovedì, primo evento regionale ad oltre un anno dai primi casi effettuati in Emilia Romagna, vuole essere “un momento di discussione – spiegano gli organizzatori – su questa nuova forma di energia ed evidenziarne i pregi e i difetti rispetto alla tecnologia dell’ablazione con danno termico”. Oltre alla presentazione degli studi pubblicati e di quelli in corso, si parlerà della tecnica di esecuzione della procedura ed il workflow con una attenzione particolare alla strategia anestesiologica, nonché le evoluzioni della ’PFA’ con integrazione nel sistema di mappaggio e con lo sviluppo di nuovi elettrocateteri.

Si parte alle 15.30 con gli interventi di Valeria Carinci, presidente Aiac Emilia Romagna (Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione), Matteo Bertini, Giuseppe Boriani e Luca Rossi. Iscrizione online su www.lopezcongressi.it entro domani (non saranno accettate iscrizioni in sede congressuale).