Prevenire il diabete con lo sport: bastano 30 minuti al giorno

Non è necessario faticare per ore in palestra per riuscire a ridurre il rischio di avere problemi con la sensibilità insulinica in un futuro prossimo

di REDAZIONE SALUS
24 novembre 2024
Diabete di tipo 2 - Crediti iStock Photo

Diabete di tipo 2

Quando nell’organismo umano emerge una resistenza all’insulina si può parlare di diabete di tipo 2, una tipologia della malattia (esiste anche il tipo 1, più raro) che a oggi corrisponde ai 98% dei casi in tutto il mondo. Prevenire questa patologia è un obiettivo raggiungibile, ma soprattutto fondamentale, considerata la sua diffusione e dunque il peso non indifferente che comporta sia in termini di salute individuale sia per i sistemi sanitari. Una strategia che sta guadagnando sempre più attenzione riguarda l’attività fisica breve ma regolare: un workout di soli 30 minuti, se svolto correttamente, può già fare una notevole differenza nel migliorare la sensibilità insulinica e quindi ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. E a confermarlo è la scienza, in un articolo apparso sul Journal of Endocrinological Investigation.

L'efficacia di un breve allenamento

Secondo recenti studi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, una sola sessione di una mezzoretta di attività aerobica è in grado di abbassare temporaneamente i livelli di zucchero nel sangue e, di conseguenza, anche migliorare la sensibilità insulinica. Non serve dunque necessariamente passare ore e ore chiusi in palestra a faticare. Questo risultato è stato ottenuto studiando un gruppo di giovani adulti sani, dimostrando l’effetto immediato dell’esercizio fisico anche in soggetti non diabetici. La ricercatrice Teresa Mezza ha spiegato che si tratta di un risultato interessante, perché mostra come anche una singola sessione di attività fisica (contenuta a livello di intensità e ridotta nel tempo) possa migliorare il metabolismo del glucosio e ridurre i picchi glicemici, contribuendo a prevenire l'insorgenza futura del diabete. La studiosa ha anche tenuto a sottolineare un altro aspetto, dichiarando: “Questo approccio consente ai ricercatori di osservare gli effetti acuti dell’esercizio sul metabolismo del glucosio senza i fattori confondenti del condizionamento fisico precedente o della presenza di diabete, fornendo un punto di riferimento più chiaro su come l’esercizio da solo influenzi la dinamica del glucosio e dell’insulina".

Attività fisica e glicemia

L'attività fisica aumenta la sensibilità dei tessuti all'insulina, l'ormone che permette alle cellule di assorbire il glucosio dal sangue. Con il tempo, lo sport svolto regolarmente (ginnastica, sessioni sul tapis roulant, nuoto, sollevamento pesi e molto altro ancora) aiuta le cellule muscolari a diventare più efficaci nell'assorbire il glucosio, riducendo così la quantità di zucchero nel sangue e lo sforzo richiesto al pancreas per produrre insulina. Questo meccanismo diventa fondamentale nella prevenzione del diabete di tipo 2, proprio poiché la malattia è spesso causata da una continua resistenza insulinica che costringe il pancreas a lavorare eccessivamente, fino a non riuscire più a mantenere il livello di insulina necessario.

Prevenire con lo sport

La scoperta che basti un allenamento di 30 minuti per vedere miglioramenti è un ottimo incoraggiamento per chi teme di non avere tempo o energia per lunghe sessioni in palestra (si pensi, ad esempio, a chi è molto impegnato con il lavoro). Non servono tra l’altro allenamenti intensivi, ma è importante che l'attività fisica sia svolta con una certa regolarità. Sono consigliate attività aerobiche come camminare a passo sostenuto, andare in bicicletta, nuotare o anche svolgere esercizi leggeri come lo stretching dinamico, poiché tutte queste opzioni hanno dimostrato effetti benefici sulla sensibilità insulinica.

Un altro aspetto importante della ricerca riguarda la costanza: sebbene 30 minuti di esercizio possano produrre benefici immediati, è la regolarità che determina un impatto più duraturo sulla salute. Chi cerca risultati ottimali in questo senso dovrebbe certamente rivolgersi a un personal trainer e, in parallelo, al proprio medico di base, che sapranno senza dubbio fornire una soluzione più adeguata a ogni casistica.