Cos'è l'nteressualità: il caso Imane Khelif e l’importanza di una corretta informazione

La pugile algerina vincitrice della medaglia d’oro nel pugilato femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024 è una donna a tutti gli effetti. Tuttavia, le sue caratteristiche fisiche lasciano pensare che si tratti di una persona intersex, o altro

di Redazione Salus
10 ottobre 2024
Paris 2024 Olympic Games - Boxing

Le Olimpiadi di Parigi 2024 non verranno ricordate soltanto per la diatriba sulla qualità dell’acqua della Senna dove hanno gareggiato gli atleti, oppure per le 40 medaglie che gli Azzurri hanno portato a casa.

 

I più recenti giochi olimpici sono infatti stati anche il palcoscenico di un accesissima polemica riguardante Imane Khelif, pugile algerina la cui partecipazione ha scatenato un enorme polverone rispetto alle sue caratteristiche fisiche, giudicate da molti fin troppo mascoline.

 

La querelle, proseguita per giorni, ha a che fare con il delicatissimo tema dell’identità sessuale, di quella di genere e più in generale dell’intersessualità, una condizione sulla quale vale la pena fare chiarezza per evitare incomprensioni.

 

Il caso di Imane Khelif

 

Non è la prima volta che una situazione simile si presenta in ambito sportivo. In passato, discussioni del genere hanno riguardato la mezzofondista sudafricana Caster Semeneya o ancora (seppure per motivi diversi) la nuotatrice statunitense trans Lia Thomas.

 

In un primo momento, alcuni hanno parlato (a torto) di Imane Khelif nei termini di un’atleta transgender, cioè di una persona nata uomo da un punto di vista biologico ma con un’identità di genere femminile. Ma la verità è un’altra: la sportiva, che poi ha conquistato la medaglia d’oro nella sua categoria, non si è mai dichiarata una donna trans, tutt’altro.

 

A questo punto si è cercato di fare maggior chiarezza sui suoi cromosomi e sui suoi livelli di testosterone, che teoricamente le avrebbero garantito un vantaggio competitivo: se l’Iba (l’International Boxing Association) ha deciso di squalificarla dopo un test genetico, il Comitato Olimpico Internazionale al contrario ha scelto di accoglierla senza problemi. Khelif, infatti, rispettava “le norme di ammissibilità e di iscrizione alla competizione nonché tutte le norme mediche”.

 

E allora dov’è il problema? Il caso è ancora aperto, nel senso che riguardo alla sportiva si stanno ancora sviluppando diverse ipotesi, anche se la più accreditata è quella secondo cui lei sia una persona intersessuale (per quanto, secondo il GLAAD statunitense, questa sia una teoria controversa).

 

Cos’é l’intersessualità

 

Quando ci si riferisce al termine si sta parlando di una condizione congenita in cui lo sviluppo sessuale di una persona non segue il percorso tradizionale binario maschile o femminile. Il termine intersessualità è più corretto e inclusivo, poiché riconosce la complessità delle variazioni biologiche senza stigmatizzare.

 

In senso lato si può anche parlare di variazioni delle caratteristiche del sesso, che fanno appunto riferimento a delle “condizioni congenite in cui lo sviluppo del sesso cromosomico, gonadico o anatomico è atipico”, come evidenziato anche dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità.

 

La nascita di una persona intersessuale può dunque essere accompagnata da un mix di caratteristiche maschili e femminili, o di tratti sessuali che possono svilupparsi in modo diverso durante la pubertà.

 

Una persona intersex, ad esempio, potrebbe presentare una vagina ma avere al suo interno dei testicoli pienamente sviluppati.

 

Si tratta senza dubbio di un campo minato, dove è necessario muoversi con cautela per non rischiare di turbare le sensibilità altrui. Informarsi correttamente e attuare un approccio consapevole è il miglior modo per far sentire le persone intersex incluse e accettate come chiunque altro.