L’influenza aviaria è pericolosa per l’uomo? Ecco cos’è: i sintomi del contagio
Gli esperti temono l’effetto spillover con la trasmissione dagli animali agli esseri umani. Quanto dura l’incubazione e come si manifesta la malattia
Il gatto risultato positivo all’influenza aviaria, scoperto, primo caso in Italia, in un allevamento di pollame a Valsamoggia, nel Bolognese, ha riportato l’attenzione su questa malattia virale che, dopo qualche anno passato in secondo piano, torna a fare parlare di sé, infettando un animale da compagnia (sebbene sia stato sottolineato che viveva a diretto contatto con il pollame), dimostrando così che si sta progressivamente avvicinando a noi. C’è il timore di uno spilloveror, ovvero che il contagio possa trasmettersi dagli animali agli esseri umani. Scoperto un nuovo focolaio in Veneto.
Cos’è l’influenza aviaria
L’influenza aviaria è un’infezione causata da un virus dell’influenza di tipo A a bassa o alta patogenicità. Presente ormai in tutto il mondo, è in grado di contagiare pressoché tutti gli uccelli selvatici (soprattutto quelli acquatici) che diventano il principale veicolo di diffusione di questo virus che può essere poi trasmesso anche agli animali da allevamento, ai mammiferi e ai nostri amati pets.
La maggior parte dei virus influenzali aviari è innocua per l’uomo, tuttavia, alcuni ceppi sono zoonotici, ovvero presentano delle mutazioni che aumentano il potenziale di infettare l'uomo e causare la malattia, sebbene sia un evento estremamente raro. Inoltre, al momento non esiste nessuna conferma della possibilità di trasmissione da uomo a uomo.
Come avviene il contagio
Il principale fattore di rischio per l'infezione umana sembra essere il contratto diretto con gli animali infetti (vivi o morti), con le loro escrezioni (saliva, muco e feci) o con ambienti e superfici contaminate. Non c’è alcun rischio di trasmissione, invece, tramite il consumo di carni avicole o di uova.
I sintomi: quanto dura l’incubazione
In caso di contagio, i sintomi dell’influenza aviaria sono simili a quelli dell’influenza stagionale e compaiono dopo un periodo di incubazione che varia da uno a sette giorni dall’infezione. I più comuni sono sensazione di debolezza e malessere, mal di testa e dolori muscolari o lieve infezione delle vie respiratorie superiori con tosse, febbre (a volte superiore a 38°), mal di gola e naso chiuso o che cola. Alcune persone sperimentano anche stato mentale alterato con confusione, nausea, vomito o diarrea, mentre talvolta, una leggera infezione oculare, come la congiuntivite, è l'unica espressione della malattia.
L’aviaria può essere mortale?
I sintomi però possono peggiorare portando a complicanze importanti, compreso il decesso. In particolare, si verificano polmoniti severe, sindrome da distress respiratorio acuto, collasso polmonare, disfunzione renale, problemi cardiaci e alterazioni neurologiche. Per evitarle, è fondamentale sottoporsi al trattamento antivirale il prima possibile, ricordandosi che l’infezione è particolarmente pericolosa per le persone anziane, fragili e immunocompromesse.
In Italia la sorveglianza del virus dell’influenza aviaria è affidata ai servizi veterinari e il Ministero della Salute progetta, coordina e monitora le attività previste dal Piano nazionale di sorveglianza per l’influenza aviaria con il supporto tecnico e scientifico del Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria, ospitato presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe).
I consigli per non infettarsi
Sebbene il pericolo di infezione per l’uomo sia estremamente raro, è ovviamente raccomandato l’evitare il contatto con uccelli selvatici o pollame malato o morto e l’adottare misure igieniche adeguate, come lavarsi frequentemente le mani, un gesto che dovrebbe essere ormai entrato a fare parte delle abitudini quotidiane di tutti. Inoltre, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), sottolinea che attualmente, oltre ai vaccini per l’influenza aviaria sviluppati dalle industrie farmaceutiche prevalentemente per il settore veterinario (da utilizzare nelle specie avicole come polli, tacchini e anatre), anche per l’uomo esiste la possibilità di usare vaccini specifici contro l’influenza zoonotica per prevenire l’influenza aviaria, prodotti in modo simile a quelli che vengono usati ogni inverno per premunirsi contro l’influenza stagionale e basati su parti del virus che sono state inattivate, così da non causare alcuna malattia. Il loro uso su larga scala è però previsto solo se l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiara che il rischio di una pandemia causata da questi virus è molto alto.