Con la diagnosi precoce di tumore al seno il 95% supera la malattia

In un anno anche 500 uomini colpiti da neoplasia della ghiandola mammaria (atrofica)

di Redazione Salus
19 giugno 2023

In Italia vivono oltre 800mila persone con un tumore della mammella e si calcola che una donna su otto si ammalerà nel corso della vita. Secondo la professoressa Adriana Bonifacino, Presidente di Fondazione IncontraDonna, “il carcinoma mammario è una malattia sempre più “trasversale”, ogni anno colpisce donne di diverse fasce d’età e anche 500 uomini. Il tumore del seno colpisce il 20% delle donne sotto i 40 anni, pari a 11.140 nuovi casi all’anno, che si sommano ai 35% di donne con più di 74 anni escluse dai programmi di screening, con un incremento di casi per un totale di 20mila anziane colpite nel 2022. Tuttavia, le probabilità di sopravvivenza stanno migliorando per le pazienti che ricevono una diagnosi precoce.

 

La Fondazione IncontraDonna lancia un appello per la rimodulazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria, al fine di facilitare la diagnosi precoce e la guarigione. La sopravvivenza a cinque anni è dell’88%; la probabilità di viverne ulteriori quattro, condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi, è addirittura del 91%. “La personalizzazione dei trattamenti rappresenta la vera chiave per capire i successi ottenuti nella lotta al tumore del seno, sottolinea il prof. Antonio Russo, del Direttivo Nazionale AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica – “l’età del paziente è estremamente varia e questo influisce sulla scelta della tipologia di cura. Le terapie sono sempre più mirate e rappresentano il frutto di studi genetici e genomici molto complessi. La ricerca sta inoltre portando a innovazioni tecnologiche notevoli incluso il nuovo approccio all’intelligenza artificiale”. Secondo il prof. Andrea Botticelli, Dirigente Medico presso il Policlinico Umberto I Università La Sapienza di Roma, “la maggiore precisione dei farmaci riesce a garantire cure meno invasive e quindi più adatte sia per una giovane che per un’anziana. Uno dei più grandi successi ottenuti negli ultimi decenni è l’evoluzione della terapia adiuvante e quindi somministrata dopo l’intervento chirurgico. Stiamo riducendo le probabilità che la patologia oncologica si ripresenti con una recidiva o con metastasi“.

 

Anno dopo anno aumenta il numero di donne che vivono in Italia dopo una diagnosi di carcinoma della mammella: nel 2020 erano 850mila e circa 250mila di queste avevano avuto una diagnosi da meno di 5 anni. “Sono proprio queste 250mila donne quelle maggiormente interessate a un follow up con visite specialistiche e controlli frequenti – ha dichiarato Stefania Gori, presidente Aigom (Associazione Italiana Gruppi Oncologici Multidisciplinari).

 

Vi è inoltre maggiore attenzione ad aspetti della malattia che fino a poco tempo fa erano considerati secondari. Come alimentazione e attività fisica che hanno un ruolo rilevante, sempre più sotto i riflettori della medicina e della ricerca. Anche il lato emozionale va maggiormente curato a partire proprio dal delicato momento della comunicazione della diagnosi tra medico e paziente. Infine la ricerca e l’innovazione terapeutica sono altre due armi a disposizione che devono essere maggiormente incentivate.

 

La raccomandazione è quella di aderire a percorsi di screening e prevenzione ricordando, dati alla mano, che nelle donne che ricevono una diagnosi tramite screening tra i 50 e i 70 anni – e presentano un tumore poco aggressivo e in fase molto precoce – la probabilità di sopravvivenza a 5 anni supera il 99,5%. È importante farsi controllare regolarmente e istruirsi sulle opzioni di trattamento disponibili.