Colon-retto, lo screening è facile ma poche persone lo fanno
Riguarda tutti tra i 50 e i 69 anni e prevede un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci da eseguire ogni due anni.
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Riguarda tutti tra i 50 e i 69 anni e prevede un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci da eseguire ogni due anni.
professor
Il mese di marzo è dedicato a livello internazionale alla consapevolezza del tumore del colon-retto. Si tratta della seconda patologia oncologica per incidenza in Italia, per la cura della quale la prevenzione svolge un ruolo fondamentale.
Nel 2024 sono stimate circa 48.706 nuove diagnosi –27.473 per gli uomini e 21.233 per le donne – e nel 2022 sono stati registrati circa 24.200 decessi. La probabilità di una guarigione è strettamente correlata alla tempestività della diagnosi: quando viene diagnosticato e trattato in stadio iniziale, il 92% dei pazienti guarisce. Come per altre temibili malattie, i sintomi si presentano spesso solo quando la malattia è avanzata.
Tuttavia, solo poche malattie oncologiche possono essere diagnosticate precocemente grazie a un programma di screening: sono quelle a elevata frequenza, per cui la prognosi è molto migliore se diagnosticate in fase iniziale. Per il tumore del colon-retto esiste un test semplice ed efficace che consente una diagnosi precoce: la ricerca del sangue occulto nelle feci.
Sono tre i programmi di screening oncologici (per il tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon retto) che vengono offerti gratuitamente a tutti i cittadini residenti in Italia e rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza. Lo screening per il tumore del colon-retto riguarda uomini e donne tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione di un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci da eseguire ogni due anni.
Grazie al test molti tumori vengono diagnosticati in fase asintomatica e iniziale e possono beneficiare di un intervento chirurgico meno invasivo, meno demolitivo e più efficace. I vantaggi dello screening si sommano ai progressi della chirurgia, della radioterapia e della oncologia. Così in alcuni casi l’intervento non è necessario, quasi sempre può essere eseguito senza un taglio, ma con tecnica laparoscopica o con l’aiuto del robot chirurgico e consente una guarigione veloce senza reliquati nella stragrande maggioranza dei casi.
La ricerca del sangue occulto permette di riconoscere anche le condizioni che non hanno ancora raggiunto le caratteristiche di neoplasia ma sono destinate a evolvere in un tumore: i polipi adenomatosi. Questi, quasi sempre possono essere asportati con una semplice colonscopia, senza necessità di intervento chirurgico e con invasività limitata.
Il principale limite dell’efficacia dei programmi di screening è rappresentato dalla scarsa adesione. Nel 2023 sono stati invitati a eseguire il test per la ricerca del sangue occulto quasi 8 milioni di cittadini, ovvero il 94% della popolazione target, ma di questi solo il 33% ha aderito. I dati raccolti evidenziano inoltre un importante divario geografico, con valori di adesione maggiori al Nord (45%) e al Centro (33%) e inferiori nel Sud e nelle Isole (16%).
Il beneficio dello screening è talmente importante che si deve fare tutto il possibile per migliorare tali dati. Marzo rappresenta un’opportunità da non trascurare per garantire consapevolezza e prevenzione.
* direttore Chirurgia colon-rettale Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico