Cardiopatie congenite, la speranza è nel latte materno (anche donato)

Ecco l’importanza della nutrizione per i prematuri e i piccoli cardiopatici. Il ruolo cruciale delle Banche del latte umano

di VALERIA PANZERI
13 febbraio 2025
Cardiopatie congenite, l'importanza del latte materno

Cardiopatie congenite, l'importanza del latte materno

Il prendersi cura in maniera adeguata di un neonato al quale è stata diagnosticata una cardiopatia congenita passa anche da una corretta ed adeguata nutrizione. In occasione della Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite, che ricorre il 14 febbraio, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e la Società Italiana di Cardiologia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite (SICP) ribadiscono le buone pratiche alimentari per i soggetti vulnerabili. Il ruolo del latte, materno o donato, anche nei bimbi nati prematuri

L’importanza del latte materno

“Numerosi studi hanno dimostrato che il latte materno rappresenta l’opzione ottimale per l’avvio dell’alimentazione di tutti i neonati, in particolare quelli fragili o critici, come quelli affetti da CHD”, sostiene il professore Massimo Agosti, presidente SIN. “Questo perché favorisce la tolleranza alimentare, sostiene una corretta funzione gastrointestinale e contribuisce alla maturazione del sistema immunitario e alla composizione del microbiota intestinale; aspetti cruciali per i neonati critici, poiché possono ridurre, ad esempio, il rischio di enterocolite necrotizzante preoperatoria”.

Nei piccoli pazienti afflitti da questa patologia, infatti, non essendo possibile stabilire a priori se avranno problemi di crescita - in quanto uno stesso tipo di lesione del cuore può dare, in pazienti diversi, una diversa curva di crescita - inizialmente la dieta dovrebbe essere quanto più convenzionale possibile.

Approfondisci:

Autismo, quanto conta la salute della madre in gravidanza? Lo spiega uno studio Usa

Autismo, quanto conta la salute della madre in gravidanza? Lo spiega uno studio Usa

Quanto pesa la separazione tra mamma e bebè?

Nonostante i vantaggi del latte materno, non si possono trascurare le diverse difficoltà che possono ostacolarne la sua fornitura ai neonati con CHD. Una delle principali è la separazione tra madre e bambino che purtroppo si verifica in situazioni mediche complesse.

Inoltre, l’ambiente stressante del reparto di Terapia Intensiva Neonatale può mettere a dura prova tanto la madre quanto il piccolo, rendendo difficile stabilire una routine di allattamento. In un contesto così delicato le madri si sentono più insicure riguardo alla loro capacità di allattare e diventa perciò fondamentale un supporto adeguato a riguardo da parte del personale sanitario.

Fa bene anche il latte donato

“Quando il latte materno non è disponibile, il latte umano donato rappresenta un’ottima alternativa, offrendo tutti i benefici dell’allattamento al seno e contribuendo a migliorare la tolleranza alimentare”, chiarisce la Dott.ssa Daniela Doni, Segretario del Gruppo di Studio di Cardiologia Neonatale della SIN.

“È importante che le famiglie e i professionisti della salute siano informati e supportati nel percorso di alimentazione dei neonati, al fine di garantire il miglior inizio possibile per questi piccoli pazienti, tenendo sempre presente la priorità di fornire loro nutrienti essenziali per la crescita e lo sviluppo”.

Le Banche del latte umano

Come spiega il ministero della Salute, "la realtà delle Banche del latte umano donato (BLUD) è già presente nel nostro Paese ed è in costante evoluzione: queste strutture offrono un servizio che ha lo scopo di selezionare, raccogliere, conservare e distribuire il latte umano donato, da utilizzare per specifiche necessità mediche.

Le BLUD sono indispensabili per soddisfare le necessità dei neonati pretermine, ma si rendono utili anche in altre situazioni, sulla base di precise indicazioni mediche, per esempio per i rari casi di neonati a termine che per brevi periodi non possono essere alimentati al seno, o neonati affetti da patologia". Una donazione preziosa, che può fare la differenza, in condizioni di fragilità, per madri e neonati.

Prevenire la malnutrizione 

Dopo l’intervento cardiochirurgico, l’inizio precoce dell’alimentazione, anche con piccole quantità di latte, aiuta a raggiungere gli obiettivi energetici per la crescita, in un periodo più breve e riduce il rischio di possibili infezioni. La prevenzione della malnutrizione e del deficit di crescita nel bambino cardiopatico congenito può influenzare significativamente la sopravvivenza, la qualità della vita e lo sviluppo a medio e lungo termine.