Cancro al polmone, si sperimenta un vaccino

È iniziata la somministrazione del farmaco a base di mRna: è progettato per istruire il corpo a dare la caccia alle cellule tumorali e ucciderle

di PATRIZIA TOSSI
15 settembre 2024
Woman with cancer receives vaccine

Un vaccino contro il cancro ai polmoni. È una novità, unica al mondo, che potrebbe salvare migliaia di vite. È iniziata la sperimentazione di un nuovo farmaco a base di mRna progettato per istruire l’organismo a dare la caccia alle cellule tumorali e a ucciderle, impedendo alla malattia di tornare. Le prime dosi sono state iniettate su un paziente a Londra: se i risultati confermeranno i dati dei ricercatori sarebbe la svolta per milioni di persone. Il cancro al polmone, infatti, è la principale causa di morte per cancro al mondo, con circa 1,8 milioni di decessi all’anno.

 

I tassi di sopravvivenza dei pazienti con forme avanzate della malattia sono particolarmente bassi. Conosciuto con la sigla Bnt116 e prodotto da BioNTech, il vaccino è stato realizzato per trattare il “carcinoma polmonare non a piccole cellule” (Nsclc), la forma più comune della malattia. Nelle scorse settimane il 67enne inglese Janusz Racz è stata la prima persona al mondo a ricevere il vaccino nel Regno Unito. «Sono uno scienziato anch’io e capisco che il progresso della scienza, soprattutto in medicina, sta nel fatto che le persone accettino di partecipare a queste ricerche. Più velocemente sarà implementata questo metodo e più persone saranno salvate», dice Racz, uno scienziato specializzato in intelligenza artificiale.

 

Il tumore gli è stato diagnosticato a maggio e subito dopo ha iniziato a curarsi con la chemioterapia e la radioterapia. Racz ha ricevuto sei iniezioni consecutive a distanza di cinque minuti l’una dall’altra, nell’arco di 30 minuti, al “National Institute for Health Research” di Londra. La terapia sperimentale durerà 54 settimane. La sperimentazione clinica del vaccino su esseri umani è nella “fase 1” ed è stata avviata in 34 siti di ricerca in sette Paesi: Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna e Turchia. L’obiettivo è quello di rafforzare la risposta immunitaria al cancro, lasciando inalterate le cellule sane, a differenza della chemioterapia.

 

«Stiamo entrando in questa nuova ed entusiasmante era di studi clinici sull’immunoterapia basata sull’mRna per studiare il trattamento del tumore al polmone», spiega Siow Ming Lee, l’oncologo che sta conducendo la sperimentazione nel Regno Unito. «È semplice da somministrare – sottolinea – e si possono selezionare antigeni specifici nella cellula tumorale, per poi colpirli. Questa tecnologia rappresenta la prossima grande fase del trattamento del cancro». Non solo. «Sono quarant’anni che mi occupo di ricerca sul cancro ai polmoni – racconta Lee – e quando ho iniziato, negli anni ‘90, nessuno credeva che la chemioterapia funzionasse. Oggi sappiamo che circa il 20-30% dei pazienti rimane in vita con l’immunoterapia allo stadio 4, ma ora vogliamo migliorare i tassi di sopravvivenza. Speriamo quindi che questo vaccino a base di mRna, in aggiunta all’immunoterapia, possa fornire una spinta in più. Ci auguriamo di passare alla fase 2 e alla fase 3, per poi sperare che diventi uno standard di cura a livello mondiale e che salvi molti pazienti affetti da tumore al polmone».

 

Complessivamente saranno 130 i pazienti oncolgici che saranno arruolati per ricevere il vaccino insieme all’immunoterapia. Si tratta di persone in fase iniziale – prima della chirurgia o della radioterapia – sia in uno stadio avanzato o con una recidiva del tumore. Il vaccino utilizza l’Rna messaggero, simile ai vaccini Covid-19, e funziona presentando al sistema immunitario i marcatori tumorali per stimolare l’organismo a combattere le cellule tumorali che esprimono tali marcatori. A maggio migliaia di pazienti in Inghilterra sarebbero stati avviati a sperimentazioni innovative di vaccini contro il cancro nell’ambito di un rivoluzionario programma di “matchmaking” del Servizio sanitario nazionale, unico al mondo, per salvare vite umane. «Questo approccio ha il potenziale per salvare la vita di migliaia di persone a cui viene diagnosticato il cancro ai polmoni ogni anno», ha dichiarato Lord Vallance, ministro della Scienza.