Bambina di 11 mesi salvata dal padre con un trapianto di fegato alle Molinette. L’emozione del chirurgo: “Ho visto quella piccola mangiare, uno spettacolo”

La paziente ha ricevuto dal papà donatore la parte sinistra del fegato. Il professor Renato Romagnoli: “Che cos’è l’atresia delle vie biliari e perché l’operazione in Grecia, suo paese d’origine, non era andata a buon fine”

di RITA BARTOLOMEI
26 dicembre 2024
Alle Molinette di Torino una bambina di 11 mesi è stata sottoposta a trapianto di fegato; donatore il padre

Alle Molinette di Torino una bambina di 11 mesi è stata sottoposta a trapianto di fegato; donatore il padre

Torino, 26 dicembre 2024 – Una bambina di 11 mesi affetta da una grave cirrosi epatica scompensata è stata salvata dal padre che le ha donato la parte sinistra del fegato.

C’è l’impresa medica e ci sono le emozioni del chirurgo. 

“Sono andato a casa contento. Ho visto la piccola mangiare, imboccata dalla mamma. Uno spettacolo”.

È durato 16 ore il trapianto all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, intervento reso possibile da una collaborazione tra Italia e Grecia – il paese d’origine della bambina -, sotto l’egida del Centro Nazionale Trapianti (CNT) di Roma. 

Renato Romagnoli dirige la Chirurgia Trapianto fegato delle Molinette e risponde al telefono a Quotidiano.net per spiegare le difficoltà di  un intervento tutto basato sulla microchirurgia. “La bambina – premette –pesava sette chili e mezzo”. 

Professor Romagnoli, la piccola poteva morire?

"Sicuramente aveva il destino segnato. Il padre era motivatissimo all’intervento. In un primo momento abbiamo provato a capire se poteva arrivare l’organo da donatore morto. Poi ci siamo decisi ad operare”.

Da quale malattia era affetta la bambina?

"Si chiama atresia delle vie biliari. Non è una malattia genetica trasmissibile ma una malformazione che si manifesta durante la vita fetale. La cirrosi epatica arriva dopo qualche mese. In Grecia avevano tentato una ‘riparazione’ chirurgica”.

Ma non è andata bene.

"L’intervento di Kasai, dal nome del chirurgo giapponese che lo ha inventato, purtroppo da statistica non funziona in un terzo dei pazienti. Quindi è necessario il trapianto. Perché se la bile non esce dal fegato, l’organo diventa cirrotico. Si muore entro l’anno. Questa piccola aveva il destino segnato”.

Quanti sono i trapianti pediatrici?

"Più o meno rappresentano il 5% dei casi mondiali. In Italia ogni anno si eseguono 1.800 interventi, in totale”.

Come sta ora la piccola paziente?

"Si prepara ad essere trasferita in un reparto ordinario. Guardarla è davvero un sollievo per tutti noi”.