“Aviaria, impressionante la velocità di propagazione del virus”. Bassetti: siamo circondati, ecco la strategia
L’infettivologo primario del San Martino di Genova dopo le ultime notizie in arrivo dagli Usa: “Questo virus ha già subito un’importante mutazione, ed è molto vicino al salto di specie definitivo. Per questo in California hanno dichiarato lo stato d’emergenza”
Roma, 27 dicembre 2024 – L’analisi di Matteo Bassetti sull’influenza aviaria è netta. Dopo le ultime notizie in arrivo dagli Stati Uniti sulle mutazioni del virus, l’infettivologo – primario delle Malattie infettive al San Martino di Genova – conclude: “Siamo circondati, come esseri umani. Il mondo della scienza è certo, l’aviaria diventerà un’infezione trasmissibile da uomo a uomo. Non sappiamo quando. Ma è probabile che possa accadere nel 2025. Perché in questo 2024 la manovra di avvicinamento all’uomo è stata costante”.
I sintomi dell’aviaria nell’uomo
Precisa subito dopo il professore: "Chiaro, non è che moriranno tutti quelli che saranno contagiati. I sintomi sono quelli dell’influenza, il virus dà anche una polmonite grave. Ma alcune categorie sono più a rischio, come le donne in gravidanza. Quindi dobbiamo attrezzarci”.
"Aviaria vicina al salto di specie definitivo”
I test eseguiti in Louisiana sul 65enne infettato e ricoverato in condizioni critiche, hanno trovato che l’infezione è stata provocata dal ceppo D1.1, nulla a che fare con il B3.13 che circola nei bovini ormai da un anno, negli Stati Uniti.
“Si sta verificando quello che ripetiamo da tempo – osserva Bassetti -. Questo virus ha già subito un’importante mutazione, ed è molto vicino al salto di specie definitivo. Per questo in California hanno dichiarato lo stato d’emergenza, che riguarda gli animali più vicini agli esseri umani. Non solo pollame ma anche merli, passerotti, pappagalli”.
"Il virus dell’aviaria in casa”
Il problema negli Stati Uniti, fa notare il professore, “oggi non riguarda più gli allevamenti, che in qualche modo sono controllabili. Se una persona viene contagiata da una gallina del pollaio, è evidente che il virus non è più controllabile”.
Nella contea di Washington le autorità sanitarie hanno appena deciso il ritiro dal commercio di cibo per gatti, dopo la morte di un felino.
"La contaminazione è un circolo – è la didascalia del professore -, dalla mucca agli animali da cortile e domestici. Come avere tanti centri concentrici, l’essere umano è al centro”.
"Lo stesso schema del Covid e il fattore velocità”
D1.1 “è una mutazione, e ogni volta il virus acquisisce caratteri di virulenza diversa, lo abbiamo già visto con il Covid, è lo stesso schema – ricorda Bassetti -. Il problema è anche la velocità di propagazione dell’aviaria, davvero impressionante negli ultimi sei mesi, rispetto a tutti gli anni precedenti, a partire dal 1997, quando il virus è stato isolato. In poche parole, la capacità di mutazione si è dimostrata incontrollabile”.
Aviaria, cosa dobbiamo fare?
"Per questo – sottolinea Bassetti – la California ha dichiarato lo stato d’emergenza. E stiamo parlando di un’area del mondo all’avanguardia”. L’America condivide con altri luoghi meno sviluppati anche la strage di animali esotici, da linci a tigri, “cose mai viste prima”, è il commento preoccupato degli esperti. “Questo rientra nella capacità del virus di diffondersi, molto maggiore rispetto ad altri che abbiamo visto in precedenza – ribadisce il professore -. In sostanza, viene colpito ogni tipo di essere vivente. All’inizio abbiamo avuto le anatre selvatiche quindi polli, gabbiani, piccioni, leoni marini, foche, mucche, ancora polli, poi gatti, cani, linci e tigri. Esseri viventi molto diversi gli uni dagli altri. Per questo dobbiamo attrezzarci, con gli strumenti a disposizione. I vaccini ci sono. Gli antivirali, è una previsione anche troppo facile, nel futuro rischiano di diventare introvabili. Sarà come nel marzo 2020, quando tutti volevano le mascherine ma le mascherine non c’erano”.