Asma infantile: impatti sul neurosviluppo e crescita cognitiva nei bambini
Un bambino su dieci sotto i 14 anni soffre di asma, influenzando il neurosviluppo e la crescita cognitiva. Studio ABCD analizza i rischi.
Un ragazzo su dieci sotto i 14 anni di età è affetto da asma, una patologia che alle conseguenze sul piano della socializzazione e del movimento può aggiungere anche quelle sul cosiddetto neurosviluppo, ovvero crescita del piano cognitivo e delle funzioni esecutive.
Studi recenti hanno rilevato una precisa valutazione dei danni da asma, secondo quanto riferisce Quotivadis attraverso Massimo Sandal, illustrando un’indagine effettuata dai ricercatori guidati da Nicholas J. Christopher-Hayes del Center for Mind and Brain (Università della California, Davis), che hanno preso in esame i bambini afferenti all’Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) Study, in un’indagine multicentrica che ha iniziato il loro arruolamento nel 2015 e comprende in totale circa 11.800 bambini di età iniziale tra 9 e 10 anni, con follow-up a 1 e 2 anni.
La valutazione cognitiva dei bambini si è basata principalmente su test di memoria per sequenze di immagini, cui sono state aggiunte anche le valutazioni sulla rapidità nel confronto di pattern e un test della funzione esecutiva riguardante l’inibizione della risposta e l’attenzione. L’analisi ha rilevato che, mentre la memoria si irrobustiva con la crescita nei bambini senza asma, nei bambini con esordio precoce dell’asma lo sviluppo è significativamente più lento.
Gli elementi ancora in discussione riguardano l’effetto dei farmaci corticosteroidi in uso per questa patologia ed altre variabili quali l’inquinamento atmosferico, ma sembra ormai inoppugnabile il dato di questo studio. I bambini che sviluppano asma più presto nell’infanzia potrebbero essere più a rischio anche perché prima insorge la malattia, più a lungo questa può influire.
Sono raccomandate in questi casi misure preventive quali l’evitare per quanto possibile ambienti inquinati. Altre precauzioni da prendere sono la pulizia frequente dei locali in cui si vive o lavora e prestando attenzione agli oggetti con cui si viene più a contatto; l’astensione dal fumo attivo e, possibilmente, dal fumo passivo; il praticare una regolare attività fisica; fare attenzione agli allergeni alimentari anche potenziali; evitare lo stress emotivo; praticare esercizi respiratori.
Dopodiché entrano in gioco i farmaci, basati su due classi fondamentali, gli antiinfiammatori e i broncodilatatori che, in aggiunta alla premura di genitori ed educatori, possono introdurre un recupero cognitivo e intellettivo del tutto apprezzabile.