Boom di allergie: smog e clima triplicano i casi. Ecco 5 consigli dell’esperto (e falsi miti)

Ne parliamo con Vincenzo Patella, primario di medicina interna e presidente Siasic. Un italiano su 3 soffre di riniti da fieno, ma la predisposizione genetica e la campagna non c’entra. Sintomi e disturbi. Anziani e bambini più a rischio

di PATRIZIA TOSSI
20 marzo 2025
Un italiano su tre soffre di allergie respiratorie

Un italiano su tre soffre di allergie respiratorie

Boom di allergie respiratorie, un italiano su tre ne soffre anche senza una predisposizione genetica. Complici il cambiamento climatico e lo smog, i casi si impennano. “Negli ultimi anni il numero di persone colpite da patologie allergologiche è aumentato vertiginosamente", avverte Vincenzo Patella, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic). 

In pochi anni siamo passati dall’11% di nuovi casi all’anno nel triennio 2018-20 al triplo dei disturbi. “Oggi – dice Patella – le riniti allergiche colpiscono tra il 10% e il 30% della popolazione, con un'incidenza complessiva che sfiora il 28%”. 

Più casi in città che in campagna: colpa dello smog

Contrariamente a quanto si possa pensare, l'incidenza delle allergie sembra essere maggiore in città che in campagna. "L'urbanizzazione e lo smog potenziano l'effetto allergizzante dei pollini, aumentando il rischio di sviluppare allergie anche in chi non ne ha mai sofferto prima”, rimarca il presidente Siaaic.

"In generale, infatti, l'ambiente pesa per il 70%, la genetica solo per il 30%: ciò significa che una persona predisposta potrebbe non sviluppare allergie se non viene esposta ai fattori scatenanti come smog, acari, muffe o peli di animali". Viceversa, "chi si trasferisce in una nuova città può sviluppare allergie a cui prima era immune, come dimostrano gli studi sulla medicina della migrazione".

Bambini e anziani a rischio

Le riniti allergiche crescono soprattutto tra i bambini e gli anziani. "Nei più piccoli c’è un incremento del 5-10% dei casi", anche in virtù di “un'alimentazione meno variegata che impoverisce il microbioma intestinale”.

Studi scientifici dimostrano che una maggiore biodiversità del microbioma aiuta a prevenire malattie croniche, incluse quelle allergiche. "Per questo, l'allattamento al seno e un adeguato apporto di vitamina D giocano un ruolo chiave nella protezione dei bimbi”, sottolinea Patella.  

Anche negli anziani "le allergie respiratorie sono aumentate del 5-10%", ma mostrano sintomi spesso diversi da quelli dei più giovani, con ostruzione nasale persistente e perdita dell'olfatto tra i segnali più comuni.

Sintomi e disturbi

Ad ogni età l'effetto sulla quotidianità è pesante. "I disturbi correlati alle allergie respiratorie possono essere talmente invalidanti da costringere gli adulti ad assentarsi dal lavoro fino a 18 giorni l'anno e possono compromettere la performance scolastica e lavorativa a causa della scarsa qualità del sonno e della difficoltà di concentrazione", riferisce il presidente Siaaic.

Sfatare i falsi miti: sport e alimentazione 

Esistono ancora dei falsi miti sulle allergie respiratorie, a sfatarli è Assosalute. “Lo sport può essere praticato senza problemi tra i soggetti che soffrono di allergie respiratorie, a patto che i sintomi siano ben controllati. Non ci sono restrizioni particolari, se non per discipline come l'alpinismo o le immersioni subacquee, che richiedono maggiore attenzione”, dice Patella.

Quanto alla dieta, "alcuni alimenti come latte, glutine, uova, pesce, arachidi, frutta a guscio e persino anidride solforosa e solfiti – elenca l'esperto – possono scatenare reazioni crociate nei soggetti allergici. È obbligatorio che vengano riportati in etichetta proprio per la loro natura allergizzante". Infine, non si pensi che le allergie possano passare da sole: "Se non curate tendono a peggiorare nel tempo e gli episodi diventano sempre più frequenti e intensi", avverte il presidente Siaaic.

I 5 consigli dell’esperto 

Assosalute - Federchimica, l'Associazione farmaci di automedicazione, con l'aiuto dello specialista sfata alcuni falsi miti in materia di allergie e offre 5 consigli per alleviare la 'rinite da fieno' grazie anche all'aiuto dei medicinali contrassegnati dal bollino rosso che sorride sulla confezione.

Complice l'innalzamento delle temperature e la conseguente modifica dei ritmi naturali, il cambiamento climatico sta anticipando e prolungando la stagione pollinica, con le prime manifestazioni a febbraio e le ultime ancora a settembre, evidenzia Patella, precisando che "quest'anno la stagione pollinica è iniziata 25 giorni prima rispetto alle previsioni".

Per gestire al meglio le allergie respiratorie, con il contributo di Patella Assosalute propone 5 consigli:

1. Automedicazione responsabile – Intervenire tempestivamente ai primi sintomi è fondamentale. Tra i farmaci da banco più utilizzati ci sono i trattamenti antistaminici topici (come quelli nasali o oculari) o sistemici da utilizzare nei periodi di massima pollinazione, sovente associati ai farmaci prescritti dallo specialista come il corticosteroide topico per l'ostruzione nasale. Anche l'utilizzo di farmaci antistaminici può risultare impattante sulla qualità della vita, in ragione dei loro effetti sedativi. Per ovviare a tale effetto, lo specialista suggerisce il ricorso alle preparazioni più recenti, oltre a una valutazione caso per caso sull'opportunità della somministrazione.

2. La prevenzione secondaria – Monitorare l'ambiente per anticipare i sintomi e identificare i periodi di maggiore suscettibilità è fondamentale per migliorare la qualità della vita degli allergici: i pazienti possono oggi utilizzare delle applicazioni di tracciamento dei sintomi e valutare l'esposizione ad ambienti meno ricchi di pollini per meglio controllare la malattia.

3. Immunoterapia specifica – I vaccini antiallergici, iniziati già dall'età scolare, possono ridurre sensibilmente i sintomi e garantire benefici a lungo termine. La terapia dura da 1 a 5 anni, con effetti duraturi che persistono anche dopo la sospensione.

4. Dieta e microbioma – Un'alimentazione varia, ricca di cibi crudi, aiuta a mantenere un microbioma sano, riducendo il rischio di allergie. È anche molto importante prestare attenzione alle etichette degli alimenti e monitorare eventuali reazioni allergiche crociate. Infine.

5) Indagine preventiva – Per una prima diagnosi accurata, è consigliabile consultare inizialmente il medico di famiglia. Se il disturbo ha un'origine allergica, è opportuno affidarsi a un allergologo, che potrà individuare la causa e definire la terapia più adatta che, nei casi più gravi, potrebbe essere l'immunoterapia specifica.