Menopausa è una parola tabù. Anzi Il Grande Tabù delle donne, titolo dell’interessante e utile guida scientifica per questa fase della vita femminile, scritta dal ginecologo Carlo Flamigni (Mondadori). Infatti, anche le donne che sembrano non farci caso, spesso confinano il termine ai margini di un discorso, sostituendolo con giri di parole. Colpa dell’antropologia: nell’antichità questo cambiamento nella vita femminile – oltre che alla fine della funzione riproduttiva – corrispondeva alla perdita di attrattiva, alla vecchiaia, addirittura alla morte. E, nel più recente ‘800, la vita sessuale e l’attività riproduttiva erano sinonimi.
Il riconoscimento del piacere femminile forever è una conquista recentissima. Oggi, se l’ipotesi di un deterioramento della propria vita sessuale è una delle angosce che accompagnano la donna che si avvicina alla menopausa, le problematiche eventuali sussistono più a livello psicologico e antropologico-culturale che fisiologico. Del resto occorre farsene una ragione e pensare positivo perché – con le nuove aspettative di vita – le donne, nella maggior parte dei casi, devono convivere per più di trent’anni con la menopausa. Le condizioni sono mutate (tra l’altro la possibilità di procreare, con la fecondazione assistita, non corrisponde più all’età biologica) e, insieme ad un aspetto giovanile e ad una pienezza di ritmi lavorativi e sociali, per le nuove over 50 anche la sessualità è a pieno regime. Anzi, le ultime ricerche – confermate dalla Fiss, Federazione italiana sessuologia scientifica – dimostrano che i piaceri del sesso non dipendono dall’età. Al contrario, con il passare del tempo, la donna può superare molti problemi del passato e diventare più disponibile e disinibita. Lo sottolineava la scrittrice Erica Jong nel suo romanzo autobiografico Paura dei cinquanta scritto, 25 anni fa, in occasione di quel fatidico compleanno. Effettivamente, durante questa fase della vita femminile, avvengono raramente significative modificazioni della sessualità.
Dal punto di vista fisiologico non è dimostrata una correlazione tra carenza ormonale e desiderio sessuale – stimolato da molti altri fattori psichici e biochimici – anzi, con la menopausa il desiderio può addirittura aumentare per il venir meno della funzione antagonista degli estrogeni nei confronti degli androgeni. Tra l’altro il clitoride non subisce variazioni in menopausa, anzi nelle più anziane si può riscontrare una leggera ipertrofia per il prevalere dell’attività ormonale del surrene, ghiandola che funziona per tutta l’esistenza. Occorre invece considerare altri fattori che possono produrre un calo della libido: il timore di essere meno attraente, una scarsa autostima e, se la cinquantenne è in coppia, una sua eventuale crisi sessuale può essere influenzata da quella del partner.
L’unico cambiamento riscontrabile fisiologicamente in menopausa rispetto al periodo fertile, e che può inibire i rapporti sessuali, è un’eventuale secchezza vaginale causata dalla carenza estrogenica. Si può attenuare con l’uso continuativo di un idratante specifico o con una terapia ormonale locale, e con un lubrificante in occasione della penetrazione.
Però "il desiderio e la fantasia possono mantenersi per tutta la vita" afferma Carlo Nonnis-Marzano, psicologo e ginecologo del Centro Italiano di sessuologia di Bologna, rivalutando il ‘sesso d’argento’. Al progressivo aumento della longevità la sessualità può funzionare anche in età avanzata. Infatti, dove non siano presenti problemi organici o malattie, è la psiche la regina della sessualità: se la mente si mantiene vivace il sesso continua ad essere una fonte di piacere. Anche per gli over 70. È necessario cambiare punto di vista, non considerando più la menopausa come una malattia e la fine della femminilità, ma come un cambiamento che può riservare piacevoli sorprese. Soprattutto se – invece di rimpiangere la giovinezza – si continua a sognare e ad emozionarsi, anche attraverso il sesso.