STADA Health Report 2024, cosa pensano gli europei della sanità: intervista a Peter Goldschmidt
In Europa, il 50% dei cittadini non è soddisfatto del servizio sanitario. Ecco perché: ce ne parla il Ceo di STADA
“Con lo STADA Health Report 2024, i cittadini europei ancora una volta si sono pronunciati: la soddisfazione per l’assistenza sanitaria è peggiorata per il quarto anno consecutivo, una tendenza allarmante che noi, insieme ai responsabili politici, alle autorità regolatorie, ai medici e ai farmacisti, dobbiamo capire, affrontare e invertire. Allo stesso tempo, è, però, incoraggiante vedere persone di ogni genere, background e fasce d’età che si adoperano per prendersi cura della loro salute, sia fisica che mentale”. È quanto afferma Peter Goldschmidt, Ceo STADA in occasione della presentazione dello STADA Health Report 2024, un’indagine rappresentativa di circa 46mila intervistati in 23 Paesi europei che conferma, quest’anno, come i sistemi sanitari non rispondano più adeguatamente alle esigenze di molti cittadini europei, spingendoli a farsi carico personalmente della loro salute.
La soddisfazione dei cittadini europei per l’assistenza sanitaria è peggiorata. Cosa emerge dallo STADA Health Report 2024?
“Solo un cittadino europeo su due è soddisfatto dell’assistenza sanitaria che riceve, un dato in calo rispetto a cinque anni fa quando erano tre su quattro. Tra i problemi più comuni segnalati, uno dei principali è la difficoltà nell’ottenere appuntamenti per le visite: l’accesso alle cure è limitato così come il tempo a disposizione con i medici. Ciò si traduce nella percezione da parte dei cittadini europei di un’assistenza insufficiente e in una mancanza di fiducia nella politiche sanitarie nazionali. Un altro dato molto triste riguarda la salute mentale: il 52 per cento degli europei, soprattutto i giovani, nei Paesi oggetto dell’indagine lotta contro la solitudine. Parliamo di oltre 150 milioni persone, sono davvero tante”.
Quali strategie stanno mettendo in atto i cittadini europei per compensare le carenze dei sistemi sanitari?
“Sono molto contento del fatto che le persone prestino maggiore attenzione alla propria felicità. Cercano di prendersi cura di loro stessi: circa il 50% degli intervistati affermano di essere più attivi, di seguire una dieta migliore, e questo include anche il bere meno alcol. Penso che questo aspetto sia estremamente positivo”.
Questo è più evidente in alcuni Paesi rispetto ad altri?
“Ovviamente sì. In alcuni Paesi, soprattutto nell’Europa dell’Est, vediamo che la cura di sé stessi è inferiore rispetto ad altri mercati”.
Come si può attuare un rinnovamento dei sistemi sanitari?
“Questa è una domanda molto difficile. È una questione politica. Anche se la soddisfazione nei sistemi sanitari è in calo, l’Europa ha comunque dei buoni sistemi sanitari”.
L’Italia come si posiziona?
“L’Italia registra il 50% di soddisfazione nel proprio sistema sanitario nazionale. Non è un grande risultato, si può senza dubbio fare meglio, ma è ok. La questione è come vengono spesi i soldi destinati alla sanità. Si guarda sempre al costo dei medicinali ma bisogna tenere presente che tale voce rappresenta una piccola parte della spesa sanitaria”.
Come spiega l’aumento della fiducia nella medicina convenzionale?
“Nonostante le persone abbiamo sempre più la tendenza a prendersi cura in maniera autonoma della propria salute la fiducia nei professionisti rimane forte. Rimangono il punto di riferimento principale per le persone perché vi è la consapevolezza che i loro consigli hanno un valore e un’attendibilità maggiori rispetto alle informazioni che si possono reperire online”.
Quale può essere il ruolo delle case farmaceutiche per innescare un miglioramento dell’assistenza sanitaria?
“L’impegno di STADA, attraverso la realizzazione di studi come l’Health Report e lavorando con i media per diffondere informazioni sul tema, ne è un esempio. Un altro fronte di intervento riguarda l’apertura di un confronto con i governi: abbiamo avviato una discussione in diversi Paesi sulla base dei risultati delle nostre indagini. Infine lavoriamo sul fronte interno prendendoci cura dei nostri dipendenti”.