Malattie del 2024, Bassetti: “Numeri impressionanti sul morbillo. Giubileo, cosa occorre fare subito”

L’infettivologo: “Il 2024 è stato l’anno della Dengue, del morbillo e delle infezioni resistenti agli antibiotici. Un patto per cambiare sulla prescrizione di certi farmaci. Aviaria nel mirino per il 2025”. Perchè l’ultimo contagio preoccupa davvero

di RITA BARTOLOMEI
23 dicembre 2024
Aviaria sotto la lente nel 2025: l'ultimo contagio da una gallina domestica

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Roma, 23 dicembre 2024 – Ma qual è il bilancio del 2024 sul fronte salute e quindi malattie? “È stato l’anno della Dengue, del morbillo e delle infezioni resistenti agli antibiotici. Mentre per il 2025 è sicuramente da mettere nel mirino l’aviaria”. La sintesi è di Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive al San Martino di Genova. Ecco le sue risposte.

L'infettivologo Matteo Bassetti
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Non solo influenza, “anche virus respiratorio sinciziale e morbillo, il picco tra 0 e 4 anni”

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Le malattie del 2024 

“In particolare Brasile, Argentina e Perù sono stati flagellati dalla Dengue – ricorda Bassetti -. In Italia l’anno che si sta chiudendo ha visto un picco dei casi di morbillo, arriveremo ben sopra i mille contagi, un numero impressionante”.

Ma il 2024 ha visto anche esplodere “le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, che continuano a colpire il nostro paese più di altri nel mondo. Siamo i peggiori tra i paesi europei della fascia centrale, ci battono solo Romania e Grecia”. Facendo qualche esempio: si va “dalle cistiti alle infezioni di pancia e polmoni, alle ferite chirurgiche. Ricordo che ogni anno in Italia per questo problema si registrano fra i 30mila e i 40mila morti”.

Infezioni da batteri resistenti agli antibiotici

Ma perché tante infezioni? “Perché usiamo male gli antibiotici – non ha dubbi Bassetti -. Le responsabilità sono di tanti, a cominciare dai medici che li prescrivono con troppa leggerezza, a quei farmacisti che li danno senza ricetta.Tutti insieme dobbiamo dire: punto e a capo. Dal 1 gennaio 2025 dovremmo cambiare il modo in cui pensiamo l’uso di questi farmaci”.

Il virus dell'aviaria ha colonizzato il mondo (Australia esclusa)
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Aviaria: da mettere sotto la lente nel 2025

E per l’anno che verrà, abbiamo già un protagonista: l’aviaria. Tra le ultime notizie, gatti morti per aver bevuto latte crudo, negli Usa. “Ma non solo –è l’aggiornamento di Bassetti  -. Tra gli ultimi casi c’è anche quello di un uomo contagiato da una gallina, in giardino. Quindi non parliamo più soltanto di allevamenti intensivi”. Il professore mette avanti due elementi: “L’influenza aviaria si avvicina sempre di più a noi. E il Giubileo, da domani 24 dicembre, porterà in Italia milioni di persone. Per ora non ci sono prove che il virus si trasmetta da uomo a uomo. Ma dobbiamo vigilare”.

Virus e Giubileo, cosa bisogna fare

Fino ad oggi molti ragionamenti sull’Anno Santo si sono concentrati sul rischio terroristico. Ma il viaggio dei virus è una realtà. Come occorre prepararsi? “L’organizzazione è la prima cosa – risponde Bassetti -. Dobbiamo sapere che arrivano milioni di persone che potrebbero avere problemi. Per questo occorre fare prevenzione, ad esempio sulle zanzare. E bisogna sensibilizzare i medici, che potrebbero trovarsi di fronte a malattie che non hanno mai visto. Preparazione, è la parola chiave”.

Perché il Giubileo “è un evento straordinario, l’ultima volta, nel 2000, ha riguardato un mondo completamente diverso da quello di oggi, che va più veloce e pretende risposte più rapide”.

“Oms da cambiare”

Sui rischi di salute a livello mondiale dipendiamo dalle indagini dell’Oms. Nel caso dell’epidemia in Congo non abbiamo ancora avuto, però, notizie chiare. Proprio come era accaduto per il Covid. Il presidente Usa eletto, Donald Trump, avrebbe intenzione di uscire dall’Organizzazione mondiale della sanità. “In effetti sui morti del Congo l’Oms ha fatto passare 20 giorni per non dire niente – è la sintesi di Bassetti -. Forse anche loro hanno bisogno di ripensare l’organizzazione. Alla fine quello che ha detto il governo congolese, che si è trattato di casi gravi di malaria in bambini e ragazzini denutriti, mi pare la soluzione più accettabile”.