Franco Berrino, longevità felice: “Restare sani con il buon cibo e la meditazione”

Tumori, patologie croniche e malattie autoimmuni. Ecco quanto conta l’alimentazione per contrastare i processi infiammatori che fanno male al corpo. Ne parla l’ex primario di medicina preventiva all’Istituto dei Tumori di Milano, autore di molte pubblicazioni sulla salute e benessere

di PATRIZIA TOSSI -
21 luglio 2024

Siamo nati per vivere in salute e più a lungo. Lo dicevano i testi delle tradizioni più antiche e oggi, a distanza di millenni, è un tema che sta entrando a pieno titolo nel mondo della scienza e della medicina. La longevità felice e in salute è possibile: l’alimentazione e la cura del corpo possono fare molto per prevenire le malattie croniche. Precursore di questa visione è il medico Franco Berrino, già primario di medicina preventiva all’Istituto dei Tumori di Milano, autore di molte pubblicazioni scientifiche e degli studi sui “registri tumori” per mappare l’incidenza del cancro in Italia e in Europa.

La via della longevità felice e in salute. Un concetto semplice, ma dirompente. Ce ne parla?

Quando sono andato in pensione ho iniziato a diffondere l’idea della longevità in salute. È possibile vivere più a lungo senza soffrire delle grandi patologie croniche che affliggono le persone anziane, rendendole prigioniere delle medicine. Il diabete, il cancro, i problemi al cuore e le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer sono fortemente legate allo stile di vita e da ciò che mangiamo. La speranza di sopravvivenza è aumentata: negli ultimi decenni, abbiamo guadagnato 10 anni di vita in più e ogni anno la speranza aumenta di tre mesi. È un dato impressionante, ma purtroppo il 90% degli anziani dipende da almeno un farmaco salvavita.

Come fare per rimanere sani più a lungo?

Nessuno può avere la certezza di non ammalarsi, ma si può fare molto per ridurne la possibilità. È un regalo che facciamo a noi stessi e ai nostri figli. La longevità in salute si ottiene scegliendo il cibo che mangiamo, e non facendoci scegliere dal cibo, praticando l’esercizio fisico e coltivando la spiritualità. Studi scientifici sulla meditazione hanno dimostrato, attraverso dei prelievi di sangue, che questa pratica incide sul Dna dei globuli bianchi: alcuni geni cambiano la loro funzione, attivandosi e spegnendosi. Ma, soprattutto, viene inibito il fattore NFkB, che stimola la produzione di sostanze infiammatorie nel corpo.

L’infiammazione è legata allo sviluppo delle malattie?

L’infiammazione, che è che la risposta del nostro corpo alle aggressioni esterne, è alla base di tutte le malattie croniche, compreso il cancro. Molte malattie autoimmuni sono legate all’infiammazione dell’intestino e ad un’elevata permeabilità intestinale. Assorbiamo pezzi di proteine mal digeriti, danneggiando le cellule dell’intestino. È così nella celiachia. Anche la fibromialgia ha una componente autoimmune. O l’artrite reumatoide che si guarisce curando l’intestino.

Da cosa dipende l’infiammazione?

Il processo infiammatorio dipende dal cibo spazzatura, dalla assunzione di carne e salumi, e da tutti i prodotti industriali che contengono sostanze che non c’entrano niente con il nostro corpo. I grassi saturi ricchi di colesterolo, il mais, il riso raffinato e il pane bianco. Anche lo zucchero provoca infiammazione: quando le molecole di glucosio si combinano le proteine del sangue si crea il fattore Age, si forma una sostanza appiccicosa che fa funzionare peggio le molecole del corpo. E da qui si è più esposti al rischio di ammalarsi.

Esistono altri fattori che provocano l’infiammazione?

Una vita sedentaria e lo stress, ma anche fattori esterni come l’inquinamento atmosferico. Lo studio sui “registri tumori” ha evidenziato che la prognosi del cancro e delle recidive peggiora nelle zone con più polveri sottili. Lo smog stimola la crescita delle cellule tumorali.

Cosa dobbiamo mangiare per rimanere in salute?

Gli alimenti ricchi di polifenoli, che sono antinfiammatori, come i vegetali, i cereali integrali, l’olio extra vergine di oliva spremuto a freddo. Ippocrate raccomandava di bere l’acqua dell’orzo per combattere le malattie infettive. Ed è un buon rimedio anche oggi. Io faccio pre-germogliare l’orzo tenendolo a bagno per 48 ore, poi lo cuocio per un’ora. Si ottiene un brodo che un tempo veniva usato per l’orzata: è ottimo da bere anche senza zucchero e ha una grande azione antinfiammatoria.

Gli ultracentenari delle “blue zone“ fanno scuola?

Nelle “blue zone“ si mangiano tanti legumi e cerali integrali, si fa una grande attività fisica e si assume pochissima carne. Ma non è solo l’alimentazione a favorire una vita più lunga: ci vuole un benessere psicologico e sociale.

Il digiuno è considerato da millenni un vero toccasana e lei ne ha parlato a lungo. Quali sono i reali benefici?

L’infiammazione fa ingrassare: influisce sul centro ipotalamico dell’appetito che, andando in tilt, non emette segnali di sazietà. Il grasso addominale è pericoloso perché è composto soprattutto da cellule infiammate che portano alle patologie croniche. E il digiuno è molto antinfiammatorio.

Quanto conta la felicità in una vita longeva?

Moltissimo, ma la felicità non deve essere cercata fuori di sé. L’aspetto spirituale ha una grande influenza sulla nostra salute. Nella società dei consumi, ci fanno credere che più cose abbiamo e più siamo felici. È esattamente il contrario. Tutte le tradizioni spirituali e i grandi profeti dell’umanità portano un unico messaggio: l’amore è la fonte della gioia, la felicità risiede dentro di noi.

Chi è Franco Berrino

Laureato in Medicina, Franco Berrino si è specializzato in Anatomia patologica. Si è dedicato all’epidemiologia dei tumori: prima all’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro in Africa e poi all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove ha diretto il Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva. Tra i suoi libri più famosi: La Grande Via, Ventuno giorni per rinascere, Il Mandala della vita, La foresta di perle, Manuale della longevità felice.