Annamaria Offidani, «Salviamo la pelle anche dalle infezioni»
Vasche terapeutiche anti sepsi, sia per prevenire infezioni ospedaliere che per curare patologie dermatologiche da funghi, batteri e virus
Le infezioni antibiotico resistenti destinate a trasformarsi in una nuova pandemia verso la metà di questo secolo. Ai tantissimi e prestigiosi scienziati si unisce anche il parere della professoressa Annamaria Offidani, da tanti anni a capo della clinica di dermatologia dell’azienda Ospedaliero-universitaria delle Marche ad Ancona.
Professoressa Offidani, siamo davvero così vicini a uno scenario simile?
«La comunità scientifica ha già preso coscienza del fenomeno, un topic emergenziale globale che, tra il 2040 e il 2050, potrebbe portare un terzo del mondo ad ammalarsi e a morire a causa di queste infezioni. L’ho paragonata a una nuova pandemia per gli effetti sulla popolazione mondiale, ma sotto l’aspetto clinico avrà un impatto molto simile alla diffusione oncologica delle neoplasie».
Come entra in questo ambito la dermatologia?
«Le malattie infiammatorie cutanee, ma soprattutto le sepsi che in questi anni hanno continuato a penetrare all’interno di reparti molto delicati come le rianimazioni e la medicina d’urgenza rappresentano un grosso rischio. Qui entra in gioco uno strumento fondamentale in dotazione anche nella nostra unità operativa ospedaliera».
Di cosa si tratta?
«Di un nuova vasca terapeutica di ultimissima generazione in metallo con sistema di elevazione del paziente che consente una migliore detersione e una riduzione della carica batterica. Le applicazioni sono fondamentali per tutti i pazienti che si devono preparare a interventi chirurgici particolarmente delicati. Uno strumento fondamentale per le malattie infiammatorie».
Quali sono le patologie dermatologiche per cui è fondamentale il trattamento preventivo alle infezioni tramite la vasca terapeutica?
«Fistolosi ascellari, al seno, inguino-genitali, ai glutei, tumori cutanei e diversi arcinomi. Trattamenti fondamentali contro sepsi davvero invasive in grado di portare alla morte qualora i pazienti possano entrare in contatto con tutti i batteri, i virus presenti dentro le sale operatoria. Ripeto, la vasca è fondamentale e propedeutica contro i germi antibiotico-resistenti che stanno sempre di più entrando a gamba tesa nei confronti di pazienti che entrano sani nelle sale operatorie o nelle anestesie e rianimazioni ed escono con infezioni gravissime».
La vasca terapeutica non ha una funzione esclusivamente legata alla prevenzione dei rischi collegati alle infezioni trasmissibili in ambienti asettici, è così?
«Certo, noi la utilizziamo con grande frequenza per una serie di patologie collegate a problemi cutanei con l’obiettivo di abbattere funghi, batteri, virus e alterazioni epidermiche».
Quali patologie più frequenti intende?
«Pazienti affetti da decubiti, ustioni di grado inferiore, ma anche lesioni ulcerative che da semplici sfoghi della pelle diventano croniche».
Ci avviciniamo all’estate, e il problema delle malattie della pelle collegate all’esposizione al sole torna a colpire fasce della popolazione sempre più ampie: quali le conseguenze più gravi?
«Innanzitutto un invecchiamento precoce della pelle perché l’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti senza alcun tipo di protezione comporta, appunto, un fenomeno detto fotoinvecchiamento. In alcuni casi si va oltre però fino a entrare nella sfera di serie patologie che possono portare anch a conseguenze estreme. La faccio breve con un esempio. Se un impiegato che trascorre la maggior parte dell’anno in un ufficio illuminato con la luce artificiale e poi all’improvviso decide di andare alle Maldive, la sua epidermide è così indifesa che in caso esposizione diretta può comportare il rischio di un melanoma maligno. Le persone con pelli chiare sono a rischio anche di carcinoma».
Il sole dunque va demonizzato?
«No, tutt’altro, il sole è un gregario e fonte fondamentale per la vita, un elemento unico e insostituibile per tutti gli esseri umani e le forme viventi. Il sole dà vitamina D senza cui l’uomo non potrebbe vivere. Penso agli anziani e ai problemi di osteoporosi, ma c’è un aspetto fondamentale che centra meno con l’aspetto clinico…».
Quale?
«Le radiazioni ultraviolette sono la chiave per le relazioni, significano vacanza, aggregazione, vigore, energia. Senza luce c’è depressione. Dire che il sole equivale al male è una bestemmia, un errore assoluto. Il sole serve e quando rischia di far male basta proteggersi, mantenere un rapporto equilibrato con esso. Un cappello, un paio di occhiali e una crema filtro almeno al 50%, strumento che in passato non esisteva ed era sostituito dalla saggezza civile della comunità attraverso una serie di consigli non così banali poi».
Qual è stato l’impatto del Covid in campo dermatologico?
«Prendiamo in esame i bambini tra dermatiti atopiche o forme di psoriasi che si sono ripresentate in maniera molto severa. La vaccinazione anti-Covid, assolutamente necessaria e decisiva, ha riattivato le disfunzioni del sistema immunitario in alcuni pazienti provocando forme di defluvium, ossia perdite di capelli, crisi cutanee e così via. In generale lockdown e tutto il resto hanno fatto sì che molte persone non potessero curarsi e fare prevenzione dermatologica. Abbiamo trattato casi di tumori della pelle e carcinomi mai visti prima».
Negli USA trovato il più piccolo melanoma microcutaneo
È risultato essere il cancro della pelle più piccolo al mondo, una minuscola macchia sulla guancia di una donna, Christy Staats, che misurava solo 0,65 millimetri ed era quasi invisibile all’occhio umano. Con l’aiuto di una tecnologia non invasiva all’avanguardia, un dermatologo della Oregon Health & Science University e un team multidisciplinare hanno confermato che si trattava di un melanoma, il tipo di cancro della pelle più pericoloso.
Per identificare il micro-cancro cutaneo, il dermatologo Alexander Witkowski ha utilizzato una combinazione di dermoscopia – un esame delle lesioni cutanee con un dermatoscopio – e microscopia confocale a riflettanza, strumento di imaging che aiuta a monitorare e diagnosticare le lesioni cutanee senza dover incidere la pelle. Il tumore è un micromelanoma in situ, un tipo di cancro che si trova esclusivamente sullo strato superiore della pelle.