Giovedì 21 Novembre 2024

Influenza 2019. Sintomi, vaccino e falsi miti: domande e risposte

Il ministro della Sanità Speranza raccomanda la vaccinazione antinfluenzale, cosa è importante sapere: le informazioni utili

Vaccino antinfluenzale (foto Cusa)

Vaccino antinfluenzale (foto Cusa)

Roma, 27 novembre 2019 - L'influenza 2019/20 sta entrando nel vivo e i contagi sono in aumento: come largamente anticipato dagli esperti si tratterà di una forma insidiosa. Oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, è tornato ad insistere sull'importanza del vaccino antinfluenzale: "Va fatto. Come ministero stiamo facendo una campagna che va esattamente in questa direzione. L'invito a tutti è a farlo, soprattutto lo devono fare le fasce d'età che ne hanno maggiore bisogno".

Vaccino antinfluenzale: i falsi miti e le domande ricorrenti

Allo scopo di combattere falsi miti, fake news e derive parascientifiche in tema vaccini, il Ministero della Sanità sul sito dedica uno spazio alle domande ricorrenti sul tema, offrendo risposte chiare.

E' molto diffusa la credenza che, dopo essersi sottoposti al vaccino antinfluenzale, si possa contrarre l’influenza. "E' falso Il vaccino antinfluenzale contiene virus inattivati; i virus, cioè, sono stati trattati in modo tale da non essere attivi e, quindi, non possono far ammalare. I vaccini inattivati, somministrati per mezzo di iniezione intramuscolare, possono causare comunemente reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di iniezione e, meno spesso, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa. Questi sintomi generalmente sono modesti e non richiedono cure mediche, risolvendosi con trattamenti sintomatici (antifebbrili, analgesici) nel giro di un paio di giorni" chiarisce il Ministero. E' bene ricordare inoltre che i "vaccini antinfluenzali non proteggono invece da infezioni e malattie causate da altri virus che possono dare sintomi simili all’influenza (cosiddette sindromi para-influenzali)".

Il vaccino antinfluenzale può causare malattie croniche o la sindrome di Guillain Barrè (GBS)? "Falso I dati attuali indicano che i vaccini antinfluenzali non inducono nei vaccinati alcuna malattia cronica così come non ne aggravano il decorso quando queste sono preesistenti alla vaccinazione. I casi di GBS si verificano comunemente in seguito ad un’infezione gastrointestinale o un’infezione respiratoria acuta tra cui l'influenza, per cui la vaccinazione antinfluenzale può effettivamente ridurre il complessivo rischio di GBS, prevenendo l'influenza. Se c'è un aumento del rischio di GBS dopo la vaccinazione antinfluenzale è piccolo, nell'ordine di uno o due casi di GBS aggiuntivi per milione di dosi di vaccino antinfluenzale somministrati. Alla luce delle evidenze disponibili l'immunizzazione annuale con il vaccino influenzale è un’importante pratica di sanità pubblica, che deve essere continuata e incoraggiata per prevenire la morbosità e la mortalità di questa importante malattia". 

Per chi è raccomandata la vaccinazione antinfluenzale? Chiunque non presenti specifice controindicazioni è invitato a vaccinarsi. Ci sono soggetti ai quali la vaccinazione viene offerta gratuitamente:

-Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza -Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza -Persone che possono trasmettere l’infezione a soggetti ad alto rischio -Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori -Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani -Donatori di sangue

L'influenza non si cura con gli antibiotici

Il ministero della Sanità chiarisce inoltre un altro punto importante: gli antibiotici sono efficaci solo contro malattie di origine batterica e risultano totalmente impotenti nei confronti di una malattia virale, come l'influenza. Quindi è improprio curare l'influenza con gli antibiotici che potrebbe essere controproducente, in quanto potrebbe rendere la loro azione inefficace, nei casi in cui la loro assunzione fosse realmente necessaria.

Sulla questione è tornata anche l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), nel suo rapporto 'L'uso degli antibiotici in Italia 2018' presentato a Roma due giorni fa. "L'impiego inappropriato di antibiotici supera il 30% in tutte le condizioni cliniche prese in considerazione dal documento - ovvero influenza, raffreddore comune, laringotracheite, faringite e tonsillite, cistite non complicata e bronchite acuta - a eccezione della bronchite acuta. La buona notizia è che anche i tassi d'inappropriatezza d'uso degli antibiotici sono comunque in calo." L'Aifa ricorda che l'uso sbagliato degli antibiotici concorre ad aggravare il problema della resistenza batterica, rendendo sempre meno efficaci farmaci che in molte situazioni rappresentano dei veri e propri salvavita.

Chi non deve vaccinarsi

I vaccini antinfluenzali non vanno somministrati nei piccoli di età inferiore a 6 mesi; a soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico ad una precedente vaccinazione o ad uno dei componenti del vaccino e a chi ha una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, che costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.

Influenza, sintomi tipici: come si riconosce?

I sintomi dell’influenza includono tipicamente l'insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni includono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma alcuni soggetti (quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con patologie croniche), sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base.

Influenza, come proteggersi: 5 regole 

-Evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa -Lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; in alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti -Evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca -Coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura -Aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna

Si ricorda alle neomamme che il virus influenzale è diffuso in tutto l'organismo e quindi anche nel latte, dove peraltro sono presenti anche gli anticorpi: ma la trasmissione dell'infezione, però, avviene soprattutto per via "aerea", quindi, per evitare di contagiare il bambino è consigliabile allattare mettendo una mascherina sulla bocca.

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