ALESSANDRO MALPELO
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Coronavirus, Rezza: "E' solo l'inizio. Altri focolai in Italia"

Parla il capo infettivologo dell'Istituto Superiore di Sanità: "Evitate di assaltare il pronto soccorso. Bene le scuole chiuse, isolare il contagio è l'unica chance"

Gianni Rezza (DiPietro)

Roma, 22 febbraio 2020 - "Ci aspettiamo focolai di coronavirus anche in altre zone d’Italia. Occorrerà individuarli immediatamente e circoscriverli". Così Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.

Professore, come cambiano le politiche sanitarie alla luce degli ultimi sviluppi?

"Abbiamo introdotto misure restrittive, il livello di allerta è elevatissimo: per l’Organizzazione mondiale della sanità c’è una finestra di opportunità da cogliere per fermare il Sars-CoV-2".

Il virus ha messo radici alle nostre latitudini, si diffonde come una influenza. Quali le azioni di contrasto più efficaci?

"Le misure adottate dal ministero, oltre all’isolamento ospedaliero dei casi accertati, e la quarantena dei contatti sospetti, prevedono il distanziamento sociale nelle zone colpite".

La gente a Codogno già indossa guanti e mascherine, gira alla larga. Le strade sono deserte, come dopo un cataclisma. Cosa altro fare?

"La scommessa è rappresentata dalla nostra capacità di individuare le fonti d’infezione e stabilire un cordone sanitario tutto attorno. A Milano si sta verificando una situazione simile a quella che si è presentata in Germania, dove il focolaio è stato contenuto rapidamente".

L’epidemia costringe a chiudere locali pubblici e scuole, i malati devono stare lontani da ambulatori e pronto soccorso. Uno scenario apocalittico.

"Ma ne usciremo proprio in virtù delle cautele che prendiamo. Se si interviene tempestivamente, con decisione, si può avere successo. L’Italia ha già adottato lo screening attraverso i termoscanner per chi arriva in aeroporto. Anche il blocco dei voli diretti dalla Cina è stata una misura dolorosa e coraggiosa, che ha ridotto il rischio contagi".

Le misure di contenimento potrebbero seminare il panico.

"C’è però un interesse prevalente da tutelare. Isolando i soggetti entrati in relazione con i presunti casi infetti possiamo scongiurare altri focolai nascenti. Dunque è opportuna persino la chiusura delle scuole e dei locali pubblici, come avviene nelle aree interessate della Lombardia, poiché questo è un virus che si propaga facilmente a distanza ravvicinata".

Come si deve comportare una persona nel dubbio di essere stata contagiata?

"Deve chiamare il proprio medico, diversamente il 118 o il numero 1500 del ministero. Meglio essere controllati da un team specializzato, che ti viene incontro, ed eventualmente essere posti in isolamento. Recarsi di propria iniziativa al pronto soccorso significa esporre a rischio di contagio sia gli altri pazienti che gli operatori sanitari".

In Cina disinfettano le banconote, eccesso di prudenza?

"Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone è già una buona misura di prevenzione".

Siamo in periodo di influenza, molti possono farsi suggestionare dalle notizie.

"Ma è sempre meglio seguire il principio di precauzione. In caso di febbre, tosse e fiato corto avvertire il proprio medico, e attendere l’intervento delle autorità sanitarie, che prenderanno le dovute precauzioni"..