Venerdì 22 Novembre 2024

Coronavirus, esperti divisi sull'immunità dopo la guarigione

La Russia: per chi ne esce protezione a lungo termine. L'infettivologo Di Perri: "Non ci sono evidenze scientifiche"

Coronavirus (Ansa)

Coronavirus (Ansa)

Torino, 23 marzo 2020 - Ma tutti quelli che hanno preso il Coronavirus e che hanno superato la fase acuta senza grossi problemi, perché sono giovani o perché non hanno malattie croniche debilitanti, possono stare tranquilli? Detto in altri termini, le persone cosiddette sintomatiche o comunque positive al tampone, che hanno trascorso la quarantena a casa, terminato il periodo di malattia sviluppano difese immunitarie durature o in teoria potrebbero tornare a infettarsi e ammalarsi?

L'interrogativo si rincorre in queste ore perché il Covid-19 è un fenomeno nuovo e ancora non sappiamo come evolve nel tempo. Secondo il professor Giovanni Di Perri, primario infettivologo a Torino, ospedale Amedeo di Savoia, mancano i presupposti per affermare con certezza che la protezione acquisita si mantenga tale nel tempo. Di parere opposto, in Russia, l'Autority per la salute, Rospotrebnadzor, sembra dare per scontata una protezione di lungo termine. Le ragioni degli uni e degli altri entrano in rotta di collisione.

Facciamo un paio di esempi per capire. Sappiamo che centinaia di malati di epatite cronica, una volta guariti completamente grazie ai moderni antivirali ad azione diretta, sono tornati a infettarsi con il virus HCV perché non prendevano precauzioni. Altro discorso per l'influenza stagionale: torna puntualmente ogni anno in inverno, con un virus a volte mutato, e rischiamo di ammalarci anche se abbiamo già sviluppato gli anticorpi l'anno scorso, tanto è vero che il vaccino antinfluenzale viene ripetuto ogni anno con formulazioni ad hoc.

Da Torino lo specialista invita a non abbassare la guardia: "Noi non abbiamo certezze che chi guarisce dal Covid -19 ne sia poi immune. Nel breve periodo certamente sì, ma di più non sappiamo. E l'ipotesi dell'immunità di gregge può valere per altri virus", per esempio per il morbillo "abbiamo prova scientifica", ma "per il coronavirsus non abbiamo prove: solo ipotesi", ha dichiarato il professor Di Perri, a capo della task force di medici e infermieri che nella struttura piemontese fronteggiano l'emergenza Covid.

“Ma tutti quelli che sono guariti dal coronavirus sviluppano l'immunità”, ribatte Anna Popova, capo dell'Autorità per la Salute e i diritti dei consumatori (Rospotrebnadzor) a Mosca, in Russia. «Le ricerche attuali indicano che sì, l'immunità è acquisita dopo la malattia causata dal coronavirus", ha detto in un'intervista sul canale televisivo russo Channel One. Popova ha citato i risultati della ricerca della sua stessa agenzia che dimostrano che coloro che si sono ripresi dall'infezione da coronavirus sviluppano immunoglobuline M e G nel sangue che salvaguardano l'organismo contro la reinfezione. Lo riporta Interfax.

Allora a chi dare retta? Sentiamo ancora il professore italiano, che spiega come potrebbe arrivare una seconda ondata dopo aver respinto la prima: “Vediamo una luce in fondo al tunnel, ma la strada è ancora lunga", spiega Di Perri: "Quando la curva del contagio comincerà a scendere, spero francamente tra qualche settimana, quello sarà il momento più delicato e critico. Il rischio è di allentare le misure di prevenzione che abbiamo adottato, anche per una comprensibile stanchezza. Dovremo resistere - ammonisce Di Perri - perché il virus potrebbe reintrodursi creando una seconda e forse più grave emergenza". La teoria dell’immunità di gregge si basa sull’idea che se molte persone si immunizzano al Coronavirus contraendolo, questo a un certo punto non saprà più dove andare, non avrà nuovi organismi da infettare, e il ciclo di contagio si interromperà.