Venerdì 8 Novembre 2024
VALERIA PANZERI
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Coronavirus, la differenza tra contagiati e positivi. Cosa significano quei numeri

Sentiamo ogni giorno parlare di "contagi" e di "positivi". Si tratta di due parametri distinti: ecco cosa significano e quali significati dobbiamo quindi attribuire a questi numeri differenti

Misurazione della temperatura prima di entrare in un supermercato (Ansa)

Misurazione della temperatura prima di entrare in un supermercato (Ansa)

Roma, 25 marzo 2020 - L 'emergenza Coronavirus non soltanto ha stravolto significativamente il nostro quotidiano, ma ci ha abituato a nuovi riti. E' consuetudine per la maggior parte degli italiani, l'appuntamento serale con la conferenza stampa in cui Angelo  Borrellii, capo della Protezione Civile (ora con la febbre), in cui vengono snocciolati in diretta i nuovi dati relativi all'andamento dell'epidemia in Italia. Si enunciano spesso due parametri che, apparentemente, significano la stessa cosa, ma nella realtà dei fatti fotografano due andamenti differenti: parliamo del numero delle persone contagiate e del numero di persone positive. Il rischio di fare confusione è alto e ci impedisce, se manca chiarezza nell'interpretazione, di cogliere appieno l'andamento reale della situazione. 

Cosa si intende per numero dei contagi complessivi

Il numero dei contagi complessivi riguarda la quantità totale di persone risultate positive al Covid-19 da quando è iniziato il monitoraggio. Ciò significa che in questo numero rientrano: gli attuali malati, i pazienti guariti e i pazienti deceduti.   

Numero dei positivi

L'altro termine che sentiamo quotidianamente riguarda " i positivi". Per positivi si intende il numero di persone che in quel giorno specifico risultano affette da Covid-19. E' importante non confondere i "contagiati" con i "positivi", perché si tratta di due parametri distinti. Il numero dei positivi corrisponde a quante persone vive e positive ci sono nell'istante della rilevazione. E' dunque normale che  il numero di positivi sia inferiore al numero dei contagiati (che comprendono decessi e guariti); man mano che ci avvicineremo all'uscita dall'emergenza il numero dei positivi tenderà a scendere ulteriormente, scollandosi in maniera ancora più significativa da quello dei contagiati

Declinazione pratica

Andiamo quindi a declinare nel pratico questi dati, per provare a capire l' andamento della situazione in Italia negli ultimi gorni. Il 24 marzo 2020, alle ore 18, si segnalano:  69176 casi totali (ovvero il numero dei contagiati complessivi), mentre il 23 marzo, alla stessa ora, risultano essere 63927. Ciò significa che da un giorno all'altro sono stati registrati 5249 nuovi casi di Covid-19. Nello stesso lasso di tempo i positivi dichiarati dalla protezione civile sono 50418 il 23 marzo, per passare a 54030 il giorno successivo. L'aumento dei positivi è quindi di 3612 unità. Perché troviamo una discrepanza tra l'aumento dei positivi (3612 unità) e quello dei contagiati (5249)? Perché nelle 24 ore prese in analisi ci sono state 894 persone guarite e 743 decessi, che sono andate a ridurre il parametro delle persone attualmente positive. 

Significato dei numeri

Ecco quindi cosa significano nel pratico questi numeri: l'aumento dei contagi complessivi offre la misura di quanto rapidamente la malattia si stia diffondendo, mentre l'aumento dei casi positivi indica quante persone necessitano assistenza in quel frangente specifico, indicando anche il livello di pressione sul sistema Italia: che si tratti di degenze in terapia intensiva o pazienti in isolamento domiciliare che necessitano controlli e assistenza. 

Per completare il quadro ricordiamo che questi numeri riguardano esclusivamente i pazienti che sono stati sottoposti a tampone, risultando positivi. Restano fuori dai dati ufficiali coloro che hanno lamentato sintomi lievi, ma non sono stati sottoposti a tampone, e gli asintomatici.