Uscire dalla zona di comfort per aprirsi alla consapevolezza

Penna Nelle scorse settimane i regali più belli sotto l’albero sono stati alcuni messaggi ricevuti da lettori di sesso maschile: riflessioni...

di ALBERTO
19 gennaio 2025
Penna Nelle scorse settimane i regali più belli sotto l’albero sono stati alcuni messaggi ricevuti da lettori di sesso maschile: riflessioni...

Penna Nelle scorse settimane i regali più belli sotto l’albero sono stati alcuni messaggi ricevuti da lettori di sesso maschile: riflessioni...

Penna

Nelle scorse settimane i regali più belli sotto l’albero sono stati alcuni messaggi ricevuti da lettori di sesso maschile: riflessioni scaturite dalla lettura di “Maschi che piangono poco“. Mi hanno colpito per diverse ragioni, tutte positive.

La prima è che si tratta di uomini che non solo hanno letto con interesse il mio pensiero, ma si sono presi la briga di scrivermi cosa la lettura aveva suscitato dentro di loro. Quindi, uomini che parlano di ciò che provano e che hanno dentro. Sembra una piccola cosa, ma se è vero che si considera il mondo maschile molto chiuso poco disponibile a guardarsi dentro, già questo è un risultato che mi entusiasma.

La seconda riguarda il merito delle riflessioni. Si tratta di uomini che hanno scoperto alcuni aspetti di sé, leggendo le storie e gli esempi riportati nelle pagine del testo. Un lettore mi ha riferito l’intento di cambiare l’approccio nel suo gruppo di amici. Normalmente ogni questione personale viene sdrammatizzata da un generico va tutto bene. Invece, questa persona correrà il rischio personale di aprirsi, senza nascondersi, senza menzogne sul suo stato di benessere, anche accettando che a volte la vita diventa difficile e non ci si deve vergognare di dirlo.

Un altro lettore si è reso conto di avere liquidato un momento di stress di un figlio, capendo a posteriori di non essere stato empatico; di avere evitato una profondità maggiore e con essa di avere rinunciato ad un momento in cui avrebbe potuto avere cura dei sentimenti di suo figlio. In questo caso il libro gli è servito prima a comprendere una propria responsabilità e poi a voler riprendere il discorso con suo figlio per capirlo meglio.

Lettura, riflessione, autoconsapevolezza, e alla fine azioni di cambiamento. Non posso sperare di meglio. Se parlo da anni di questi argomenti è per creare un movimento, e come dice la parola, muoversi per fare qualcosa, per andare da qualche parte. Sicuramente per allontanarsi dalla chiusura e avvicinarsi ad una modalità più consapevole e trasparente da parte degli uomini.

Nei messaggi traspare la fatica, il che dovrebbe essere normale: cambiare non è facile, anzi richiede uno sforzo. E anche questa mi sembra una valutazione corretta: non la si butta in cavalleria, non ci si illude che non ci saranno problemi; ci si impegna ad uscire dalla propria zona di comfort.

Uscire allo scoperto è un’altra azione che considero fondamentale. Scopro che ci sono tanti uomini che vogliono farlo, che aspettano l’occasione giusta, per dire ciò che normalmente si tengono dentro. Nelle rubrica del mese scorso, scrivevo che nella formazione sull’argomento, rivolta a operatori della cura, la presenza maschile è irrisoria, meno del 10%. Invece, con mio piacevolissimo stupore, alle presentazioni del libro ci sono molti uomini, che alla fine vengono a ringraziarmi per avere toccato questo argomento tabù. Rivolgendomi ad un pubblico vasto e generale, la risposta aumenta; altra bella notizia.

Insomma, i segnali di un movimento iniziano a comparire. Facciamolo sapere, parliamone.