Picco di influenza: i consigli del pediatra per proteggere i bambini

Aumentano i contagi sotto i 5 anni, il medico spiega come fare per evitare il contagio e gestire i sintomi quando arrivano

di Redazione Salus
2 febbraio 2025

Boom di casi influenzali tra i bambini, sintomi in forte aumento soprattutto tra i bimbi sotto i 5 anni d'età. Mentre si attende il famoso picco dell’influenza australiana, che quest’anno arriverà in ritardo rispetto alla classica terza settimana di gennaio - l'incidenza di sindromi simil-influenzali nei più piccoli hanno raggiunto quota 43,6 casi per mille assistiti (era 34,8 nella settimana precedente). I piccoli restano al momento un forte motore dell'epidemia: come proteggerli dall’influenza? Lo spiega il pediatra.

Stiamo arrivando al picco - conferma il pediatra Italo Farnetani - ma per i bambini non è un problema. Infatti per loro è una malattia che in genere decorre in modo lieve e con scarse complicanze, può avere un decorso più serio nei bambini che presentano malattie croniche o di lunga durata e per questo che a questa categoria è riservato il vaccino".

Picco di influenza: casi in aumento tra i bambini
Picco di influenza: casi in aumento tra i bambini

Ecco come affrontare il picco di influenza

Come affrontare al meglio la fase clou di questa stagione invernale in cui i contagi vanno alle stelle? L'esperto offre alcuni consigli pre e post contagio. “Il primo punto in questo periodo è sapere cosa fare per affrontare al meglio l'attacco dei virus influenzali. Le parole chiave? Mantenersi in forma, allegria e carnevale”, elenca ironicamente Farnetani.

Non modificare gli stili di vita protegge i bambini, sottolinea il pediatra. "I genitori coltivino la loro allegria e qui viene in aiuto il Carnevale e le iniziative che si organizzeranno nelle prossime settimane per preparare maschere e festeggiamenti, sempre preferendo magari attività all'aperto più che in ambienti chiusi", suggerisce. “I vantaggi sono nettamente superiori al rischio di contagio".

Il buonumore aumenta le difese immunitarie

Occorre infatti ricordare che lo stress abbassa la risposta immunitaria dell'organismo - dice il pediatra - mentre il buonumore e la gioia lo esaltano. Per questo, in attesa dell'incontro con i virus influenzali, continuate le normali attività che il bambino fa negli altri mesi dell'anno. In primo luogo lo sport. Anche se il bimbo va in piscina l'errore sarebbe di interrompere l'attività sportiva per evitare che si ammali. Perché resterebbe più in casa con il rischio di associare la vita sedentaria alla noia e alla maggior fruizione di smartphone e tablet".

Bambini all’aperto anche in inverno

“I bambini vanno portati fuori - prosegue - anche se è freddo. In inverno ci sono più malattie non perché il freddo faccia ammalare, ma solo perché si sta maggiormente negli ambienti chiusi. Perciò ben vengano i giochi nei parchi pubblici, le passeggiate in bicicletta, senza timori. Questa attività sportiva e motoria è importante non solo dal punto di vista psicologico ma anche per mantenere in forma l'intero organismo perciò per essere più efficienti nella difesa immunitaria”.

Il rischio di ammalarsi è “più alto al mattino quando i bambini vanno a scuola, perché inevitabilmente il distanziamento sociale viene meno”. Ma per assurdo - osserva Farnetani - nessuno penserebbe mai di ritirare i bambini da scuola per evitare un'epidemia di influenza. “Allora come si va a scuola si può festeggiare tutti insieme il Carnevale - rassicura - e lo stesso vale per l'attività sportiva e la vita all'aria aperta con la possibilità di maggiori incontri con i coetanei".

Le regole per prevenire il contagio

Questo periodo è anche quello giusto per ricordare e insegnare ai bambini alcune elementari forme di prevenzione del contagio che valgono tutto l'anno, ma soprattutto nella stagione delle malattie respiratorie. Sicuramente dopo la pandemia abbiamo imparato a lavarci più spesso le mani e i bambini dovrebbero farlo prima di andare a scuola e al ritorno a casa. Occorre poi insegnare loro che le secrezioni degli occhi e del naso hanno un alto rischio di contagio e trasmissione degli agenti infettivi. Perciò evitare di toccarsi con le mani occhi e naso e poi toccare superfici e vestiti.

Altre raccomandazioni: non disperdere nell'ambiente fazzoletti, a casa una temperatura oltre 20 gradi inizia a essere dannosa soprattutto per i bambini più piccoli (l'ideale è 19°), aprire le finestre almeno 45 minuti al giorno anche nei periodi più freddi per liberare i locali da particelle di polvere ricche di agenti infettivi. Infine di notte umidificare l'ambiente dove dorme il bambino, mettendo eventualmente asciugamani bagnati sul termosifone o sulle apparecchiature che fanno caldo".

Farnetani consiglia poi anche "di far bere un bicchiere d'acqua, o comunque un liquido, al bambino prima di dormire, evitare profumi che talvolta possono facilitare un broncospasmo".

Cinque consigli del pediatra per l’influenza 

E se arriva l'influenza? Ecco cosa fare per Farnetani. “Cinque i consigli: evitare l'automedicazione, ma consultare sempre il medico. Non usare antibiotici di propria iniziativa (solo il medico può decidere quando è utile), di propria iniziativa i genitori possono somministrare il paracetamolo ogni 4 ore quando il bambino ha febbre, malessere o dolore”.

E ancoea: “Quando c'è febbre il piccolo va vestito di meno perché deve poter disperdere il calore e non è necessario stia a letto; non insistere se non ha fame ma tenere a disposizione sempre una bottiglia di acqua perché in caso di febbre è importante che beva".