Piangere fa bene alla salute, lo dice la scienza. Il successo delle ‘crying room’

Da recenti studi è emerso che le lacrime hanno un impatto positivo sul microbioma intestinale e sull’asse intestino-cervello. Le lacrime rilasciano gli ormoni del benessere

di Redazione Salus
5 gennaio 2025
Piangere fa bene alla salute

Piangere fa bene alla salute

“Piangi che così ti sfoghi, e poi starai meglio”. Sarà capitato a tanti di sentirsi ripetere questa frase, mentre magari si stropicciavano gli occhi lucidi e carichi di pianto. E in effetti, dopo qualche singhiozzo, di solito ci si sente più leggeri. E ora, quello che sembrava una pratica di saggezza popolare, lo dice anche la scienza: piangere ha un impatto positivo sul microbioma, ovvero il patrimonio genetico e le interazioni ambientali degli organismi.

Questo accade perché le lacrime rilasciano nel nostro corpo neurotrasmettitori e ormoni benefici come l'ossitocina, che migliora l’umore e favorisce le relazioni sociali, ma anche le endorfine e la serotonina, noti per il loro effetto positivo sullo stress e sul benessere generale. Eppure, nella nostra società iper competitiva e super performante, piangere è diventato quasi un tabù. O è diventato un atto così inflazionato, a favore di videocamere in tv e webcam sui social, che rischia di perdere il suo valore autentico.

L’influenza sul microbioma intestinale

Tuttavia, studi recenti dimostrano che abbandonarsi al pianto ha effetti positivi non solo sullo stato emotivo e mentale, ma anche sulla salute fisica del nostro organismo. Secondo una ricerca condotta nel 2023 dai ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard T.H. Chan School of Public Health, infatti, il pianto influenza positivamente il microbioma intestinale. Nello specifico, la prima analisi ha evidenziato una correlazione tra emozioni negative e biosintesi di sostanze come l’acido pantotenico, il coenzima A e l’adenosina: quando una persona sperimenta emozioni negative, i livelli di queste molecole vitali potrebbero essere ridotti, il che potrebbe influire su vari processi metabolici e fisici nel corpo. “Esaminare l'asse intestino-cervello può fornire spunti sull'interdipendenza tra salute mentale e fisica” ha commentato, inoltre, Karestan Koenen, professoressa di epidemiologia psichiatrica alla Harvard Chan School. 

L’importanza della dieta

Ha proseguito la professoressa Koenen: “I nostri risultati suggeriscono che la relazione tra Ptsd (disturbo da stress post-traumatico) e microbioma intestinale umano è un'area di ricerca promettente che potrebbe portare a formulare linee guida specifiche per alleviare le conseguenze negative a lungo termine del Ptsd”. Il team scientifico, inoltre, ha scoperto che i partecipanti che seguivano una dieta mediterranea – ricca di frutta, verdura e pesce e con limitate quantità di carne rossa – mostravano meno sintomi di PTSD. 

Le crying room

Per rispondere al bisogno emotivo di alleggerirsi da alcuni carichi interiori pesanti, in diverse parti del mondo si stanno diffondendo veri e propri luoghi dedicati al pianto. Negli Stati Uniti e in Giappone, le crying room offrono spazi dove le persone possono abbandonarsi liberamente a un pianto liberatorio, spesso dopo la visione di film tristi o riflessioni personali. In Asia, esistono persino i crying pub, locali dove la musica malinconica accompagna l’introspezione emotiva. Nel 2021, a Madrid, in Spagna, è stata lanciata La Llorería, una stanza del pianto in cui poter sfogarsi con persone che non giudicano, ma che provano a dare sostegno. Un’iniziativa, quest’ultima, nata nell’ambito di un progetto sociale ideato per abbattere lo stigma legato alla salute mentale e diventata virale.