Dalla morte di Liam Payne ai problemi di Shawn Mendes: nasce la petizione per la salute mentale degli artisti

La scomparsa dell’ex membro dei One Direction ha messo in luce l’importanza di un adeguato supporto anche per le star, che spesso cadono nella trappola dell’abuso di sostanze o vengono colpiti da forti ansia e stress

di Redazione Salus
18 novembre 2024
Liam Payne e Shawn Mendes

Liam Payne e Shawn Mendes

È mata una petizione online per proteggere la salute mentale degli artisti, sempre più colpiti da ansia e depressione anche a causa delle pressioni dello star system. La richiesta arriva dal ‘basso’, ovvero dai tanti fan che chiedono all’industria musicale un profilo etico e di responsabilità sociale. A fare scattare la reazione sono stati gli ultimi avvenimenti che hanno sconvolto il mondo della musica: dalla morte di Liam Payne ai problemi che hanno costretto il cantante Shawn Mende a sospendere il suo tour mondiale. Una trappola che ha travolto anche il cantautore italiano Sangiovanni. 

Liam Payne: la morte che ha sconvolto i fan

Il 16 ottobre 2024 il mondo dello spettacolo internazionale ha perso un battito: il cantante Liam Payne, ex star degli One Direction classe 1993, è scomparso all’età di 31 anni dopo essere precipitato dal terrazzo dell’hotel di Buenos Aires che lo ospitava. Nonostante le autorità locali abbiano smentito che si sia trattato di un gesto estremo, le analisi tossicologiche hanno confermato la presenza di alcol, psicofarmaci e stupefacenti nel suo sangue, sostanze con le quali l’artista aveva a che fare ormai da diverso tempo. L’addio del cantante ha scatenato un feroce dibattito online rispetto alla salute mentale dei cantanti, che com’è noto devono riuscire a conciliare il peso della fama con le aspettative delle loro case discografiche, un fardello che sovente li spinge sull’orlo del precipizio. Ma i loro fan, dopo gli ultimi sviluppi, non sembrano essere più disposti a rimanere fermi a guardare, inerti.

Star e salute mentale

Non si sta certo parlando di chissà quale novità: che gli artisti (e/o gli attori, ma le star dello showbiz in generale) vivano spesso momenti difficili legati alla loro celebrità è un fatto noto. In passato si è sentito sovente parlare di cantautori vittime di dipendenze di vario tipo o di problematiche di natura psichiatrica: lo stesso Payne, quando ancora era nella band che l’ha lanciato, aveva parlato del suo abuso di alcolici, e non solo. In tempi non sospetti, l’interprete di ‘Strip that down’ aveva anche candidamente ammesso di non sentirsi bene da un punto di vista mentale, e di sentirsi in un certo senso “un ragazzo perduto”. Grande trasparenza in questo senso è stata dimostrata anche da parte del collega canadese Shawn Mendes, che ha parlato apertamente della propria battaglia contro l’ansia e lo stress, dichiarando di volersi prendere una pausa dai social per evitare di cadere in un vortice di disagio e insicurezze. Mendes ha sottolineato come la pressione della notorietà e l’esposizione costante sui social media possano generare una spirale di stress e ansia difficili da gestire senza un adeguato supporto.

Anche in Italia si sono avuti casi molto simili. Il giovane cantautore Sangiovanni, che ha guadagnato notorietà con il talent show Amici e ha partecipato al Festival di Sanremo nel 2024 con ‘Finiscimi’, ha confessato di aver dovuto posticipare l’uscita del suo ultimo disco per prendersi del tempo e ritrovare il proprio equilibrio.

La petizione

Proprio a partire da simili premesse è nata l’esigenza da parte di migliaia di giovani ragazzi e ragazze di tutto il mondo di attivarsi affinché i loro idoli non soffrano più. Da qui è dunque nata una petizione online per proteggere la salute mentale degli artisti, un’importante richiesta dal basso che sottolinea come l’industria musicale debba essere riconsiderata anche sotto un profilo etico e di responsabilità sociale. È cruciale offrire ai giovani talenti un supporto psicologico, non solo come strumento di benessere individuale, ma anche per contribuire a un ambiente professionale più sano. Soprattutto con l’avvento dei social media, dove ogni errore può diventare virale in pochi minuti, la vulnerabilità psicologica degli artisti è esacerbata da una pressione costante e dall’assenza di privacy. Le richieste dei firmatari non mirano solo a cambiare le dinamiche dell'industria dello spettacolo, ma anche a sensibilizzare il pubblico. Gli artisti sono esseri umani, con fragilità e limiti, e i loro successi non dovrebbero oscurare la realtà del loro benessere psicofisico. La speranza, ovviamente, è che casi come quello di Liam Payne non riempiano mai più le prime pagine dei giornali.