Le ondate di calore mettono in pericolo il cuore dei milanesi. Ecco i quartieri dove si rischia di più
Uno studio del Politecnico insieme ad Areu mostra l’effetto del caldo eccezionale sulla popolazione. Le differenze fra le zone sono legate alla presenza di anziani e alla diffusione di verde e fontanelle
Milano, 10 dicembre 2024 – Non bastava lo stress a mettere in pericolo il cuore dei milanesi. Anche le ondate di calore rischiano di essere fonte di affaticamento per il muscolo cardiaco, specie per i più fragili, tipicamente gli anziani.
In tempi di crisi climatica, l’impatto delle ondate di calore è stato indagato in uno studio PoliMi-Areu, pubblicato su 'Population and Environment'. I ricercatori del D-Hygea Lab del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, in collaborazione con l'Agenzia regionale emergenza urgenza, hanno scoperto che in 18 distretti cittadini definiti "altamente vulnerabili" il rischio di emergenze cardiovascolari aumenta del 22% nei giorni di caldo estremo. Si tratta di zone che ospitano il 23% della popolazione milanese, contrapposte ad altri 20 distretti "a bassa vulnerabilità", dove l'effetto-calore non sembra aumentare in modo significativo la probabilità di attacchi di cuore.
La scoperta
In generale, una maggiore percentuale di residenti anziani e laureati è associata a un incremento del rischio cardiovascolare. Al contrario, la densità delle fontanelle pubbliche e una percentuale più alta di residenti donne fanno registrare un minor rischio di emergenze durante il caldo. "Questo studio permette di visualizzare chiaramente dove e come il calore estremo influisce sulla salute cardiovascolare dei cittadini - afferma Enrico Gianluca Caiani, docente di Bioingegneria del PoliMi - Questi dati possono guidare politiche mirate, come l'aumento di coperture verdi nei quartieri più vulnerabili".
Lo studio
Lo studio - descrive una nota del Politecnico - ha analizzato 64.881 emergenze cardiovascolari registrate tra il 2017 e il 2022, identificando 114 giorni di caldo estremo, definiti come quelli con una temperatura apparente superiore al 95° percentile. La giornata più calda è stata il 27 giugno 2019, con una temperatura media di 36°C. Utilizzando l'intelligenza artificiale, Milano è stata suddivisa in 3 cluster socio-urbanistici omogenei - Centrale, Residenziale e Periferico - evidenziando come fattori quali la percentuale di anziani, la densità di fontanelle e la copertura verde influiscano significativamente sulla vulnerabilità cardiovascolare.
Il gruppo di lavoro composto da Caiani e dai ricercatori Julia Nawaro e Lorenzo Gianquintieri ha recentemente avviato collaborazioni con il Comune di Milano e partecipato a progetti internazionali come Urbana dell'Agenzia spaziale europea, che approfondisce il tema del calore urbano attraverso dati satellitari. Il framework sviluppato può essere applicato in altre città, utilizzando variabili o dati locali, sottolineano gli autori.
La mappa dei quartieri
Ma ecco, più nel dettaglio, la mappa dei distretti più e meno a rischio. A Milano sono stati identificati 18 Nil (Nuclei di identità locale, divisioni amministrative riconosciute dal Comune) altamente vulnerabili al calore in contesto cardiovascolare e 20 Nil a bassa vulnerabilità.
Tra i Nil ad alta vulnerabilità e alto numero di residenti ci sono Buenos Aires-Porta Venezia-Porta Manforte, Loreto Casoretto Nolo, via Padova-Turro-Crescenzago e Quartiere Gallaratese-Quartiere San Leonardo-Lampugnano. All'opposto, i distretti con molti residenti e bassa vulnerabilità sono Gorla-Precotto, Villapizzone, Porta Magenta, Chiesa Rossa. Nei 3 cluster socio-urbanistici (Centrale, Residenziale e Periferico) in cui la città è suddivisa, 5 variabili chiave sono risultate avere un impatto significativo sulla vulnerabilità cardiovascolare durante il caldo: temperatura superficiale, densità di fontanelle, percentuali di anziani, donne e laureati. Per quanto riguarda i Nil altamente vulnerabili, oltre 210mila residenti (il 66% dei residenti totali dei Nil più a rischio) sono concentrati nel cluster Centrale, mentre per i Nil a bassa vulnerabilità quasi 200mila residenti (70% della popolazione dei Nil meno a rischio) risiedono nella parte Residenziale della città.