Microplastiche, 10 regole per proteggersi

Studi recenti hanno confermato l’allarmante grado di contaminazione del cibo e dell’acqua che consumiamo ogni giorno

di Redazione Salus
20 maggio 2024

Le microplastiche mettono a rischio la nostra salute, come evidenziano i tanti studi pubblicati negli ultimi mesi sul tema. Eppure «il problema è ancora largamente sottovalutato e misconosciuto», riflette Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di medicina interna (Simi). Le microplastiche, continua l’esperto, «sono particolarmente insidiose anche per la loro capacità di accumulare sostanze tossiche come pesticidi, metalli pesanti e altri inquinanti. Queste tossine inquinano l’ambiente e trovano la loro strada nella catena alimentare. Studi recenti hanno confermato l’allarmante grado di contaminazione da microplastiche del cibo e dell’acqua che consumiamo ogni giorno. L’ingestione di microplastiche provoca danni a tutti gli organi e apparati», aggiunge Sesti.

 

Ed ecco le dieci azioni pratiche, proposte dagli esperti della Simi: 1) Ridurre il consumo di plastica monouso e optare per alternative riutilizzabili come bottiglie/borracce termiche in acciaio inossidabile, contenitori di vetro, borse della spesa in tessuto.

 

2) Nella scelta dei vestiti e dei tessuti, preferire sempre quelli in fibre naturali come cotone, lana, viscosa e canapa, rispetto a materiali sintetici come poliestere, poliammide, polipropilene e nylon, che rilasciano microplastiche durante la produzione e il lavaggio.

 

3) Installare filtri contro le microplastiche nelle lavatrici per catturare le microplastiche rilasciate dai tessuti durante i cicli di lavaggio, impedendo loro di entrare nel sistema idrico.

 

4) Evitare prodotti cosmetici contenenti microplastiche. I microgranuli in polietilene (presenti in esfolianti, dentifrici, creme da barba e scrub a risciacquo) sono vietati dal 2020, ma i cosmetici possono contenere altri polimeri insolubili. Controllare sempre l’elenco degli ingredienti in etichetta per assicurarti che non contengano Pe (polietilene), Pmma (polimetil metacrilato), Pet (polietilene tereftalato) e Pp (polipropilene).

 

5) Consumare acqua filtrata. Investire in un sistema di filtrazione dell’acqua di alta qualità per rimuovere le microplastiche e altri contaminanti dall’acqua di rubinetto, o scegliere acqua minerale e bibite in bottiglia di vetro. Evitare invece quelle in bottiglie di plastica.

 

6) Ridurre al minimo l’acquisto di cibi confezionati in imballaggi e contenitori di plastica, optando per alternative in vetro, acciaio inossidabile, silicone o sacchetti di carta. Anche in frigorifero, ridurre o eliminare l’uso di contenitori di plastica e pellicole.

 

7) Scegliere alimenti freschi e integrali anziché prodotti processati e confezionati; questi ultimi, potrebbero contenere livelli più alti di contaminazione da microplastica.

 

8) Sostenere pratiche di pesca sostenibili, acquistando prodotti ittici provenienti da fonti sostenibili, riducendo la probabilità di consumare pesce e frutti di mare contaminati da microplastiche.

 

9) Praticare lo smaltimento responsabile dei rifiuti, separando la plastica quando possibile e gettandola nei bidoni designati.

 

10) Sensibilizzare familiari, amici e colleghi di lavoro sugli effetti dannosi delle microplastiche per la salute dell’uomo e dell’ambiente.