Gli uomini e la capacità di cura: un potenziale inespresso da valorizzare

Scopri come anche gli uomini possano sviluppare la capacità di cura, prendendo esempio da scimmie e antenati.

di ALBERTO PENNA
8 dicembre 2024
Scopri come anche gli uomini possano sviluppare la capacità di cura, prendendo esempio da scimmie e antenati.

Scopri come anche gli uomini possano sviluppare la capacità di cura, prendendo esempio da scimmie e antenati.

Immaginiamo che mondo sarebbe se gli uomini fossero capaci quanto le donne di prendersi cura degli altri: dei figli, delle loro partner, degli amici in difficoltà, dei genitori invecchiati. Sarà mai pensabile un traguardo oggi tanto fantascientifico?

La scienza dice che non è impossibile, visto che anche gli uomini hanno nel proprio DNA la possibilità di prendersi cura di chi ha bisogno. Se ne vogliamo una prova, guardiamo alle scimmie. Quando un macaco maschio e femmina adulti si trovano in una gabbia dove viene introdotto un piccolo che non è loro parente, immediatamente si fa avanti la femmina. Con modi dolci e affettuosi si avvicina e poi lo prende in braccio. Il maschio resta ad osservare la scena senza intervenire. Fino a qui tutto uguale a noi sapiens. Se però il cucciolo sconosciuto viene introdotto in una gabbia in cui c’è solo il macaco maschio adulto, cosa succede? Ebbene in questo caso si fa avanti con modi gentili e affettuosi e lo prende in braccio, proprio come la femmina.

Quindi sì, la cura è una complessa attivazione emotiva di cui anche gli uomini sono dotati, anche se lasciano che siano le donne a incarnare molto di più questa attitudine. Il che è un vero peccato, perché prendersi cura sarà anche in certi momenti pesante, ma permette una ricca socialità di qualità molto alta, relazioni strette e intime e un senso di responsabilità che fa sentire capaci e autorevoli.

Eppure, quando insegno nella mia scuola di specializzazione in psicoterapia, la media della presenza maschile è di uno a dieci: un maschio ogni dieci femmine. Quindi la strada da fare è realmente tanta.

Dalle scimmie al passato. Ci troviamo indietro nel tempo a un milione di anni fa. Un nostro antenato (Homo) si rompe una gamba e il suo gruppo lo accompagna all’accampamento, prendendosi cura di lui. Per un mese si alternano per portargli cibo e acqua, tenerlo riparato dai pericoli e passando del tempo con lui. Fino a che l’osso si salda e torna abile come prima. Senza questo aiuto non sarebbe sopravvissuto, ma probabilmente sarebbe morto per fame o sete o attaccato da qualche animale selvatico. Una grande antropologa del passato, Margaret Mead, disse che queste cure sono il segno della nascita della civiltà.

Se sono capaci di cura le scimmie di sesso maschile, se erano capaci di cura i nostri antenati di un milione di anni fa, sono convinto che possiamo fare di meglio.

Qualche tempo fa un padre separato, con quattro figli, dopo avere superato le difficoltà di un cambio di vita radicale, mi riferì un piccolo momento di pace. "Qualche sera fa dopo cena ognuno dei miei figli era nella sua stanza e li sentivo tutti, e intanto io stiravo e sentivo anche il rumore della lavatrice che girava. Ed ero felice".

Ecco, visto il periodo natalizio che si avvicina, quando tutti siamo abituati a pensare alle cose positive, invito i lettori di sesso maschile a pensare alle loro capacità di cura e a stimolarle, come ha fatto questo padre.

Buon Natale di cura.