Giovani contro esperti: chi è più a rischio di infortuni sulla neve?

Sci e snowboard, uno studio sugli accessi al pronto soccorso in Alto Adige capovolge anche le certezze più consolidate. A partire dalle piste nere, che non sono le più pericolose. Quali sono i rischi frequenti (tra fratture e lesioni), chi rischia di più e perché

di PATRIZIA TOSSI
21 gennaio 2025
Infortuni sulla neve: chi rischia di più

Infortuni sulla neve: chi rischia di più

Infortuni sulla neve, gli incidenti sugli sci non sono uguali per tutti. Se gli sportivi più giovani soffrono maggiormente di lesioni ai legamenti, mentre gli sciatori esperti sono più soggetti alle fratture, complice anche l’azzardo sulle piste più impegnative. Nel 70% dei casi, gli incidenti su sci e snowboard sono causati da “autonoma condotta”, poco c'entrano la pericolosità dei tracciati o la condotta degli altri sportivi. Non c’entra nemmeno la stanchezza: la metà degli incidenti avvengono nelle prime due ore di attività fisica e sulle piste di media difficoltà. Stando ai dati degli accessi al pronto soccorso, si ribalta anche un paradosso: le piste nere non sarebbero le più pericolose.

A dirlo è una ricerca condotta dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige e basata sul referto clinico di 579 pazienti assistiti al pronto soccorso dell’Ospedale di Bressanone. “Lo studio evidenzia chiaramente che una buona preparazione fisica in vista della stagione sciistica aiuta a prevenire gli infortuni. Dovremmo tutti tenerlo a mente e farlo per tempo, prima che inizi l'inverno”, commenta il direttore sanitario dell’ospedale, Josef Widmann.

Risultati dello studio sugli infortuni sulla neve

Condotto da un team interdisciplinare dell’Ospedale di Bressanone, a partire dallo staff di ortopedia e chirurgia traumatologica, lo studio si basa su dati dei pazienti trattati al pronto soccorso a seguito di infortuni con gli sci o lo snowboard. L’obiettivo era identificare e valutare i fattori di rischio legati sia al paziente che all'ambiente e capire come prevenire i traumi più frequenti sulle piste da sci. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati nella rivista scientifica internazionale Medicina.

Le fratture ossee più frequenti avvengono tra le sciatrici e gli sciatori più anziani ed esperti, mentre i giovani accusano maggiormente di lesioni ai legamenti. Un terzo delle lesioni riguarda le ginocchia. A dirlo sono stati gli stessi infortunati curati dai medici di Bressanone e presi a campione dallo studio, un gruppo eterogeneo: il 50,8% erano uomini e il 49,2% donne.

Per quanto riguarda il tipo di infortunio, le lesioni ai legamenti sono risultate quelle più comuni (36,8%), seguite a stretto giro dalle fratture (35,75%). Queste ultime, in particolare, hanno riguardato più frequentemente le sciatrici e gli sciatori più anziani e con più esperienza. La maggior parte degli incidenti (69,1%) è stata causata per colpa propria. Un terzo delle lesioni ha interessato il ginocchio (37,8%).

Analisi della pericolosità delle piste

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, le piste più difficili, vale a dire le piste nere, non sono risultate quelle più pericolose. La maggior parte degli incidenti (50,1%) è avvenuta su piste di media difficoltà e nell’arco delle prime due ore di attività sportiva. Per quanto riguarda i fattori di rischio, condizioni meteo, qualità della neve e attrezzatura da sci, non hanno avuto un impatto significativo sul rischio di infortuni, mentre età e livello di abilità sciistica sì.

Ad esempio, la stragrande maggioranza delle vittime di incidenti (61,3%) si considerava una buona sciatrice o buon sciatore. Il 13,6% si considerava principiante, mentre il 24,5% si reputava esperto. Inoltre, la maggior parte degli incidenti (69,3%) è avvenuta con il bel tempo. “Lo studio ha evidenziato la necessità di rafforzare le misure di sicurezza - spiegano dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige - e di educazione mirata alla prevenzione degli incidenti. Soprattutto le sciatrici e gli sciatori più anziani ed esperti sono maggiormente esposti al rischio di fratture”.

Gli autori dello studio sottolineano “l'importanza di misure preventive che siano adatte alle sportive e agli sportivi in età più avanzata e con maggiore esperienza”. I ricercatori consigliano di prestare attenzione alla stanchezza fisica e di eseguire una buona preparazione atletica in vista della stagione invernale.