Giornata Mondiale dell’Epilessia 2025: al terzo posto tra le malattie neurologiche
In Italia colpisce 550mila persone: cause, sintomi e trattamenti
![Epilessia, i progressi della ricerca (foto Facebook Federazione Italiana Epilessie) Epilessia, i progressi della ricerca (foto Facebook Federazione Italiana Epilessie)](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/YTUwZWU5MzktMzA2Ni00/0/image.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Epilessia, i progressi della ricerca (foto Facebook Federazione Italiana Epilessie)
L’epilessia è una delle patologie neurologiche più diffuse, in particolare tra le persone anziane. Secondo la World Health Organization (WHO), la sua prevalenza nella fascia d’età oltre i 65 anni varia tra il 5% e il 7%, collocandola al terzo posto tra le malattie neurologiche, dopo ictus e demenza. In Italia, si stima che oltre 550mila persone ne siano affette, con un 40% di casi di farmacoresistenza. Ogni anno si registrano 30mila nuovi casi, mentre a livello globale il numero di persone con epilessia supera i 50 milioni. La patologia è causata da una breve e improvvisa attività elettrica cerebrale che altera il comportamento, in base all’area del cervello coinvolta.
Una vita normale è possibile
"Ci auguriamo che l’equazione 'persona con epilessia uguale disabilità' scompaia definitivamente e che il nostro Paese diventi un modello nella lotta contro le malattie del cervello". Così Angelo Labate, ordinario di Neurologia all'Università di Messina e coordinatore del Gruppo di Studio Epilessia della Società Italiana di Neurologia (SIN), in occasione della Giornata Mondiale dell’Epilessia 2025, che si celebra il 10 febbraio. "Chi riceve questa diagnosi deve poter condurre una vita normale, con accesso all’istruzione, allo sport e al lavoro come chiunque altro", dice Labate che auspica inoltre una maggiore collaborazione tra società scientifiche e associazioni di pazienti per contrastare lo stigma legato alla malattia.
Sintomi e manifestazioni
Le crisi epilettiche si manifestano in modi diversi: da improvvise perdite di coscienza con caduta a terra e movimenti convulsivi, fino a episodi in cui si avvertono lampi di luce, rumori, formicolii o ricordi improvvisi. "Si tratta di una malattia ‘democratica’ – spiega Labate – perché colpisce uomini e donne senza distinzioni di sesso, razza o ceto sociale, e non è legata a una specifica area geografica".
Le cause dell’epilessia
Le origini dell’epilessia possono essere genetiche, soprattutto nelle forme più rare, ma nella maggior parte dei casi sono multifattoriali o legate a lesioni strutturali del cervello. Tra le cause principali vi sono danni perinatali, malformazioni cerebrali, ictus, meningiti o encefaliti. "Nell’anziano – aggiunge Labate – l’epilessia può derivare da cause metaboliche, disimmuni o essere associata a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer". In molti casi, però, la causa rimane sconosciuta. Per chi soffre di epilessia, la prevenzione significa evitare fattori scatenanti come alterazioni del sonno, abuso di alcol e sostanze stupefacenti o stimoli luminosi intensi.
I progressi della ricerca
Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto passi avanti significativi. Oggi sono disponibili oltre 30 farmaci anticrisi, con le molecole di terza generazione che offrono maggiore efficacia e tollerabilità. Tra le opzioni terapeutiche per i casi più complessi vi sono la chirurgia dell’epilessia, la neurostimolazione cerebrale e la dieta chetogenica. Alcune forme di epilessia infantile, inoltre, tendono a risolversi spontaneamente con la crescita.
"Oggi disponiamo di molteplici strumenti terapeutici – conclude Labate – e il compito del neurologo è individuare il farmaco più adatto per personalizzare la terapia. I farmaci di terza generazione garantiscono un migliore equilibrio tra efficacia e qualità della vita. Al momento, abbiamo solo un farmaco in grado di modificare la malattia, ma la ricerca sta avanzando. Nei prossimi anni, potremmo disporre di nuovi farmaci capaci di cambiare il decorso dell’epilessia, andando oltre il semplice controllo dei sintomi".